Jurassic Park in Vallagarina: dopo trent'anni di attesa qualcosa si muove attorno alle orme più importanti d'Europa
Dal Comune primo stanziamento di 2 milioni e 640 mila euro per sistemare l'area delle impronte millenarie e renderla turistica e attrattiva: primo passo verso quel Parco dei dinosauri di cui si parla da decenni e che potrebbe trasformare la zona in una enorme attrazione turistica
IL TEMA Rovereto è invasa da «Dinosauri in carne ed ossa» (ma è una mostra)
ROVERETO. Sono passati anni ma, d'altro canto, si parla di Giurassico.
Eppure quel sogno soprattutto economico di ospitare alla porta Sud della città il Jurassic Park più importante d'Europa è rimasto chiuso nel cassetto per ben trent'anni.
Ora, finalmente, sta per diventare realtà; un passo alla volta, ovviamente, anzi, un'orma alla volta.
La giunta comunale ha infatti staccato il primo assegno del nuovo «Parco dei dinosauri», 2 milioni 640mila euro per sistemare l'area delle impronte millenarie e renderla turistica e attrattiva.
A lungo, dopo la scoperta, si è discusso di lanciare il sito paleontologico nel firmamento delle mete turistiche internazionali.
D'altro canto, quando si è scoperta la presenza dei bestioni a Lizzana erano gli anni di gloria, ancorché postumi, dei dinosauri. E in molti ci vedevano una risorsa indispensabile per accrescere il Pil di Rovereto.
Adesso, finalmente, si inizia a fare sul serio per esaltare quelle centinaia di orme di forme e dimensioni differenti impresse lungo un ripido colatoio di duecento metri alle pendici del monte Zugna.
Gli affioramenti rocciosi, come detto, sono riferibili all'inizio del Giurassico, circa 200 milioni di anni fa, e rappresentano quello che rimane, allo stato fossile, di una grande piana carbonatica di marea per molti versi paragonabile alle attuali coste del Golfo Persico.
Il futuro del turismo e dell'economia, dunque, sarà nel passato, precisamente nella preistoria.
E Rovereto sarà il centro di questa attrazione continentale proprio grazie alle orme dei dinosauri, un parco che consentirà di calamitare in città migliaia di visitatori.
Non a caso è il più grande ritrovamento di impronte giurassiche d'Europa, potenziale macchina da soldi lasciata in salamoia per 29 anni.
Ora il progetto definitivo del primo stralcio è stato approvato. E prevede un investimento di 2 milioni 40mila euro da parte di palazzo Pretorio più 600mila della Comunità della Vallagarina.
Tra l'altro coinvolge tutti i soggetti interessati, soprattutto scientifici, e prevede la realizzazione di un centro visitatori e di un'area didattica per offrire servizi degni di un importante museo a cielo aperto. Che, per diventare tale, ha bisogno innanzitutto delle messa in sicurezza e dell'accessibilità per garantirne la fruizione a tutti.
Ed è quanto prevede il progetto e gli studi di Marco Malossini, Michela Canali e Alessio Trentini.
L'area interessata dagli interventi al colatoio Chemini è particolarmente pericolosa, in particolare per gli aspetti geologici ed incendio boschivo.
Il progetto si rivolge quindi alla valorizzazione del sito paleontologico operando secondo criteri ben definiti: il percorso di visita sarà affiancato al colatoio principale (Chemini), in modo da rimarcare il segno geografico principale, concentrando la percezione visiva sull'intero sistema paesaggistico della frana dei Lavini di Marco e orientando quindi la fruizione dei visitatori lungo la sua direttrice; l'articolazione del percorso comprende parti piane e punti di sosta disposti attorno alle orme, in maniera tale da spostare l'attenzione del visitatore dalle viste panoramiche del paesaggio circostante alla visione più circoscritta rivolta alle orme dei dinosauri; la dismissione dell'attuale sentiero di accesso al sito, ripristinando la configurazione originaria degli strati superficiali in tutta la sua estensione.
Dopo tanti annunci, insomma, si parte per davvero.