Sette cori alla Campana dei Caduti per cantare contro la guerra
Nel tardo pomeriggio di oggi, 6 marzo, l'evento che ha richiamato molte persone, nel segno della pace e della richiesta di un immediato cessate il fuoco. Un momento toccante per esprimere al martoriato popolo dell'Ucraina vicinanza, amicizia e solidarietà
LA GALLERY Le voci in concerto da Rovereto al mondo per chiedere pace
IL PUNTO Riprendono i bombardamenti su Kiev e altre città ucraine
ROVERETO. Per la pace in Ucraina la Federazione cori del Trentino ha invitato tutti a un concerto organizzato per questo pomeriggio, domenica 6 marzo, promosso dai cori della città di Rovereto alla Campana dei Caduti, per testimoniare e cantare il no alla guerra.
La risposta dei cittadini è stata significativa ed erano in molti, nel rispetto dei limiti anti pandemia, ad ascoltare i canti nel segno della pace e della richiesta del cessate il fuoco in Ucraina.
Sugli spalti non mancavano le bandiere arcobaleno.
Sul pennone sventolava la bandiera gialloblù dell'Ucraina e fra il pubblico anche uno striscione che chiedeva l'istituzione di una no flight zone sul Paese invaso (provvedimento, quest'ultimo, che oltre ad essere escluso dalla Nato, perché sarebbe un coinvolgimento diretto in guerra, andrebbe richiesto però all'Onu, dove la Russia dispone del diritto di veto).
Con questo evento intitolato "Vogliamo la pace! Cantiamo la pace. I cori di Rovereto per l'Ucraina" i cori andati in scena sul Colle di Miravalle testimoniano il desiderio che accomuna tutti i cori del Trentino di esprimere al martoriato popolo dell'Ucraina vicinanza, amicizia e solidarietà.
E non c'è luogo più simbolico per intonare canti di pace, ai piedi della grande Campana realizzata con i cannoni fusi dopo la guerra.
Per il presidente di Federcori Paolo Bergamo «è molto significativa la scelta dei cori roveretani di unire tutte le loro voci presso Maria Dolens, la Campana della Pace, spinti dello stesso impulso di mettere i loro canti più belli a servizio dei valori irrinunciabili della vita, del rispetto e della fratellanza tra i popoli che la tragica esperienza storica della guerra insegna ad amare e a difendere».