Studentato universitario a Borgo Sacco, ok del Comune, ma infuria la polemica: «e da laggiù, come ci arrivano in centro la sera?»
Palazzo podestà cede l’ex asilo all’Opera Universitaria: «Posizione ideale, vicino a Manifattura Domani». Ma infuria il dibattito, dato che le facoltà sono in centro città
ROVERETO. Lo studentato universitario di Rovereto si farà a Borgo Sacco. Dopo anni di ipotesi, suggerimenti, annunci alla fine la scelta dell’amministrazione - in accordo con l’Opera universitaria - è caduta sulla scuola materna dell’ex Manifattura Tabacchi.
Si tratta di un’area di seimila metri quadrati del valore di poco meno di 6 milioni di euro che sarà ceduta in comodato gratuito per 40 anni. La nuova casa per gli studenti, ovviamente, la realizzerà proprio l’Opera attingendo fondi dal Pnrr.
Scartate, dunque, tutte le altre soluzioni di cui si discute da anni, iniziando dall’ex Merloni, terreno bonificato a due passi dal centro e dalla stazione ferroviaria indicato dai più come ideale per attirare i giovani frequentatori della città.
Lo studentato, dunque, sarà distante dal cuore urbano ma attiguo a Progetto Manifattura dove proprio l’Università ha in mente nuovi investimenti. Una scelta che fa discutere e accende il dibattito nella Città della Quercia.
«L’amministrazione comunale - spiega la giunta - ha quale obiettivo strategico, che persegue con tenacia, la volontà di potenziare e attrarre l’offerta, la proposta e la presenza dell’università e del sistema universitario sul territorio cittadino. Un obiettivo già condiviso con la Provincia, l’Università di Trento e l’Opera universitaria. Insieme abbiamo condiviso di assumere formali impegni mediante uno specifico protocollo d’intesa che troverà formalizzazione a breve. L’obiettivo, ovviamente, necessita di molteplici azioni sinergiche che attengono le infrastrutture di residenzialità, ricettività, ristorazione, mobilità nonché servizi culturali, sportivi e sociali necessari e funzionali. La giunta è impegnata a metterli in campo direttamente per quanto attiene le propri funzioni e competenze e mediante sinergie con gli altri enti pubblici e privati cointeressati».
Tra le progettualità funzionali e imprescindibili, da anni, a palazzo Pretorio c’è la consapevolezza della necessità di realizzare degli studentati universitari o delle residenzialità ad hoc. «La realizzazione degli stessi - sottolineano sindaco e assessori - rappresenta un tassello di un più ampio programma di “cittadella universitaria”. In tal senso si sono attivati da tempo confronti e valutazioni di possibili localizzazioni e finanziamenti per la realizzazione degli stessi con la Provincia, l’Università e l’Opera universitaria».
Il Comune, nel 2018, ha acquisito la proprietà della scuola materna dell’ex Manifattura Tabacchi che il rione, per altro, avrebbe voluto fosse restituita ai piccoli alunni. Invece, come detto, sarà «prestata» all’ateneo per infilarci gli studenti «grandi». «Per localizzazione, caratteristiche di spazi e potenzialità attrattive ottimamente si presta a essere riqualificato quale studentato universitario. E l’Opera universitaria ha tra le proprie mission la realizzazione di interventi finalizzati ai servizi abitativi.
L’occasione unica e la sfida importante per raggiungere l’obiettivo è rappresentata ora dall’accesso ai finanziamenti del Pnrr. L’Opera ha infatti l’opportunità, e in tal senso si è prontamente attivata per partecipare al bando, già attivo, per l’accesso ai fondi destinati alle residenze universitarie con il chiaro intento di ottenere il finanziamento. Tale volontà e progettualità è condivisa, sostenuta e fortemente promossa dall’amministrazione comunale». Palazzo Pretorio, insomma, cede in comodato gratuito lo spazio a Borgo Sacco e in cambio arriveranno i ragazzi in odore di laurea per ravvivare la città. Tanto più che le prospettive di essere sempre più universitaria ci sono. A spanne, per capirci, già oggi ci sono oltre 1.500 studenti, soprattutto pendolari che ogni giorno vengono a Rovereto a studiare per poi tornare a Trento o nel Veneto, privando però l’urbe di quel volano economico-sociale che la presenza massiccia e stanziale di universitari determina.
Nonostante la batosta inferta dalla Provincia, dell'annullamento del trasferimento del Cibio proprio all'ex Manifattura (una mossa che da sola avrebbe più che raddoppiato la presenza di universitari, ricercatori e docenti) le aspirazioni da città universitaria restano importanti. Un orientamento che Provincia ed ateneo condividono. Inizialmente si era pensato all’ex Ariston ma, come detto, si è virato sull’ex opificio saccardo.
Infuria però il dibattito. Il fuoco alle polveri l’ha dato Paolo Farinati: «Scelta sbagliata sia strategicamente che urbanisticamente… Da cittadino, ma soprattutto da già pubblico amministratore che nel 2008 contribuì a far acquistare dalla PAT, tramite Trentino Sviluppo, gli 11 ettari della storica Manifattura Tabacchi dalla British Tobacco, affermo con chiarezza che la ritengo una scelta sbagliata, sia in termini strategici che urbanistici per la nostra città.
Rovereto ospita migliaia di studenti, sia della Facoltà di Scienze Cognitive dell'UNITN, che di vari corsi di specializzazione facenti capo alla Facoltà di Medicina dell'UNIVR, che naturalmente dei nostri apprezzati istituti superiori.
Ebbene, se vogliamo che la città abbia dei concreti benefici da questa importante presenza, viene spontaneo pensare che questi giovani debbano essere e vivere il più possibile vicini al cuore della città. Allo stesso tempo, loro chiederanno di avere servizi e spazi di aggregazione nel più comodo centro urbano. Senza nulla togliere alla bellezza e alla storia di Borgo Sacco, ritengo che uno studentato in zona Manifattura Domani non sia l'ottimale risposta alle richieste sopra sinteticamente esposte. Aggiungo che la struttura dell'ex CRAL è obsoleta, andrebbe abbattuta e lo studentato andrebbe rifatto nuovo per chiari esigenze strutturali ed energetiche. La vicinanza di Manifattura Domani ha inoltre poco significato, in quanto lì sperabilmente ci sono e ci saranno aziende e non studenti.
Ho da tempo sostenuto che l'area del Follone o Piazzale Achille Leoni sia la più idonea. Sopra al necessario parcheggio interrato, infatti, ben ci starebbe lungo via Follone uno studentato, un'area verde centrale ed eventualmente altre strutture utili verso la proprietàdei frati di Santa Caterina. Faccio presente che l'area in questione è assai ampia, oltre due ettari, e proprio verso nord potrebbe ospitare anche una nuova RSA, con annessi comodi servizi per le persone anziane.
È sempre questione di avere visione, una visione strategica per lo sviluppo futuro della nostra amata Rovereto. Sembra, mi sia concessa la franchezza, che da più anni si proceda invece pigramente per spezzoni, per capitoli l'un l'altro slegati, in sintesi, che manchi purtroppo proprio una visione d'insieme della città.
I denari pubblici, ovvero di tutti noi cittadini, vanno spesi a fronte di chiari obiettivi. Traguardi che, a loro volta, devono nutrirsi di lungimiranza, di prospettive di crescita e di nuovo benessere per tutta la nostra comunità. Se queste prerogative ci sono, allora non si può guardare solo al risparmio economico e di tempo, ma anzi bisogna saper anche spendere di più. Perché? Semplicemente perché sono investimenti, ovvero strutture che la nostra gente capisce, condivide e vuole con forza» conclude Farinati.
«Gli universitari non vanno isolati a Borgo Sacco, dato che peraltro le dimensioni ridotte di Rovereto, la scarsezza dei collegamenti con Trento e l'assenza di vita serale sono tra le criticità già oggi segnalate dagli studenti». Così il consigliere provinciale Filippo Degasperi e l'ex candidata sindaca Gloria Canestrini (Rinascita Rovereto) commentano l'iniziativa dell'amministrazione Valduga che vuole portare all'ex asilo della manifattura in Borgo Sacco il nuovo studentato di Rovereto. «Bene che si faccia qualcosa per scongiurare l'abbandono dell'ex asilo - scrivono i due -. E bene anche che si pensi agli studenti universitari della città. Finalmente. La struttura, dal 2018 di proprietà del Comune dopo decenni di trattative, dal 2012 non è più utilizzata, nonostante sia un elemento importante nella storia del quartiere. Ci si aspetterebbe dunque che nelle scelte dell'amministrazione su come destinare un bene che vale sei milioni di euro, ceduto gratuitamente all'Opera universitaria per 40 anni, qualche voce in capitolo l'abbiano anche gli abitanti, oltre agli operatori di servizi ed economici. I residenti infatti avevano proposto realisticamente la possibilità di utilizzare l'edificio per i bimbi della scuola materna; che si sia pensato a un'attività simile comunque è già qualcosa nell'orbita dell'educazione. Stupisce invece che nell'ambito di una cessione gratuita i fondi per la riqualificazione debbano arrivare dal Pnnr. Tuttavia accogliamo di buon grado l'eventuale rigenerazione dello spazio. Va fatto però un appunto. Oltre che lo studentato, anche gli universitari avrebbero necessità di maggiore protagonismo, magari a fianco dei cittadini di Borgo Sacco, e non solo di dormitori. Crediamo che proprio dalla loro presenza possa arrivare una risposta reale nel ricucire la zona ovest e la zona est della città, sicuramente più da loro che dalle grandi opere. In tema di trasporti, peraltro, proprio gli universitari segnalano la scarsità di collegamenti con Trento. I treni per la sede principale dei corsi sarebbero infatti carenti soprattutto in orario serale. L'idea dello studentato deve dunque partire non dall'isolare i corsisti a Borgo Sacco ma dall'offrire più servizi a misura di una sede universitaria, venendo incontro anche alla poca vita in centro storico lamentata dagli esercenti. Paradossalmente questo problema è critico in primo luogo per gli studenti, che facilmente potrebbero soffrire la dimensione della città e che necessitano oltre che di letti di svago, di locali, di animazione culturale. Con un po' di flessibilità da parte di tutti e la volontà reale di costruire una Rovereto universitaria, che sia interessante non solo per i suoi corsi, si potrebbe soddisfare allo stesso tempo la richiesta di più vita sociale degli abitanti e degli esercenti, da cui ci si potrebbero aspettare orari più laschi e iniziative che attraggano e coinvolgano proprio gli universitari. Il processo non è semplice ma è necessario».