Edilizia, l'aumento dei prezzi colpisce pure l'oratorio di Sacco
La riqualificazione dei campi sportivi rallentata dalla ridefinizione degli importi del progetto e del bando di gara. L’investimento pubblico su di un bene della parrocchia finanziato con i 790mila euro della donazione di Italo Barbazza
ROVERETO. Tanti i lavori pubblici in stallo o le cui gare sono a rischio di andare deserte per l'aumento dei prezzi delle materie prime nel campo dell'edilizia. Tra questi anche la riqualificazione dell'oratorio di Borgo Sacco, la cui progettazione è ancora in corso di stesura definitiva proprio per la necessità di aggiornare i prezzi.
Questo nonostante la donazione privata (il legato Barbazza) che finanzierà tutta l'operazione sia arrivata in Consiglio comunale quasi quattro anni fa, il 24 luglio del 2018. A dare il quadro della situazione è l'assessore allo Sport Mario Bortot nel rispondere ad un'interrogazione del consigliere comunale di Rinascita Rovereto Gabriele Galli.
«Il progetto di ristrutturazione degli spazi sportivi presso l'oratorio di Sacco - scrive Bortot - è stato pensato nel corso della precedente consigliatura in armonia con la volontà espressa esplicitamente negli intendimenti di Italo Barbazza. L'oratorio di Sacco, ancorché non di proprietà comunale (è della parrocchia di Sacco, ndr), è ubicato nel cuore della popolosa borgata in riva all'Adige e costituisce un unicum rispetto alle possibilità di utilizzo rivolte alle scuole elementari e medie, alle famiglie, alle associazioni e allo sport libero pluridisciplinare (calcio, calcetto, basket, pallavolo, attività outdoor)».
La scelta di investire i 786.800 euro del legato (così è stato inserito a bilancio come fondo vincolato) in una struttura non pubblica prevede anche la definizione preventiva di una convenzione che disciplinerà i rapporti tra ente pubblico e curia e stabilirà i modi di utilizzo pubblico delle nuove strutture pagate da Palazzo Pretorio.
Anche se tuttora in via di definizione, il progetto in serbo per i campetti di Sacco è di fatto noto: dal rifacimento in materiale sintetico del campo di calcio, all'ammodernamento dell'impianto di illuminazione, fino alla riqualificazione del campo da basket e alla ristrutturazione degli spogliatoi. La scelta fatta in sede testamentaria da Italo Barbazza, venuto a mancare nel luglio del 2017, fu coerente con quelli che erano stati i propri ideali di vita, in cui lo sport aveva un posto tutto particolare. Barbazza fu infatti uno storico presidente del Moto club Pippo Zanini (il primo eletto dell'assemblea nel 1959) e poi un munifico sostenitore del Rovereto calcio negli anni ruggenti del quasi professionismo.
Barbazza ha quindi affidato al notaio Paolo de Biase un testamento olografo in cui ha messo nero su bianco il lascito pubblico: una palazzina di tre piani con spazi commerciali al pianterreno e un capannone industriale annesso in via Abetone. Il compendio è stato venduto all'asta nel corso del 2020. «Se il progetto andrà a buon fine - aveva dichiarato Bortot presentando anni fa il progetto in circoscrizione - anche Sacco potrà godere di un impianto sportivo paragonabile a quello degli altri quartieri della città. Una struttura simile sarebbe un costante richiamo per tutta la vita della comunità e per le tante attività che ruotano intorno all'oratorio».
Barbazza, comunque, non è stato l'unico roveretano che ha voluto lasciare qualcosa del proprio patrimonio alla comunità. E spulciando tra gli archivi di piazza del Podestà viene fuori che sono davvero tanti coloro che pensano alla città: negli ultimi trent'anni, prendendo in considerazione solo i privati, sono quasi quaranta i lasciti.
Tra quelli recenti più significativi ci sono il lascito Delaiti, deciso da Tosca Delaiti nel settembre 2014 e palazzo Grillo, ceduto da Maria Angelica Grillo nel 2019. E poi ancora gli arredi della chiesetta Sant'Osvaldo, che sono di proprietà pubblica dal dicembre 2015 per volontà di Osvaldo Candelpergher. Per non parlare dell'acquedotto e dell'ospedale, realizzati grazie alla generosità di residenti danarosi.