Rovereto / Caro energia

Bollette alle stelle e chiese al freddo: la messa si fa in canonica

L’esplosione dei costi si fa sentire anche per i parroci: durante la settimana si pregherà nelle sale della parrocchia

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Messe feriali in canonica lasciando le chiese chiuse e, se l’inverno morderà davvero, accorpamento delle funzioni col prete per non gravare sui bilanci dei paesi invitando i fedeli del circondario della città della Quercia in un’unica chiesa. É questa, al momento, la soluzione tampone contro il caro bollette che, inutile girarci intorno, sta cambiando le abitudini e le tradizioni.

Non solo quelle domestiche ma anche sociali e religiose. A dover fare i conti con i prezzi di luce e riscaldamento alle stelle ci sono infatti anche i credenti praticanti ma soprattutto le chiese. Difficile, infatti, pensare di accogliere i fedeli in ambienti freddi e bui. Anche perché la maggior parte ha una certa età e rischierebbe davvero di ammalarsi. La questione non è certo una boutade ma un problema concreto.

Tanto che, per venire incontro alle parrocchie, la Cei ha istituito un fondo di solidarietà da 10 milioni di euro a sostegno delle diocesi proprio per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia.

Una somma, però, che da sola non basta tanto che parroci e vescovi, in proprio e con l’aiuto delle rispettive collettività, stanno cercando di ammortizzare l’esborso con accorgimenti ad hoc, studiando soluzioni ecosostenibili con energie alternative o razionalizzando gli eventi in presenza.

É questo il caso di Rovereto, dove don Marco Saiani ha portato l’emergenza all’attenzione del consiglio economico delle parrocchie. «Ne abbiamo discusso insieme e, proprio come consiglio economico, stiamo cercando di capire quali e quanti spazi usare e soprattutto quando. Perché abbiamo l’esigenza di ottimizzare i consumi e gli spazi, calmierando gli orari di fruizione». Il primo intervento riguarderà le messe nel corso della settimana.

Che sono decisamente tante: tra mattino, pomeriggio e sera, a Rovereto e dintorni si celebrano da anni una trentina di funzioni religiose. Adesso, però, spariranno o, meglio, saranno dirottate direttamente in canonica. «L’uso delle chiese - conferma don Marco Saiani, parroco di San Marco e referente ecclesiastico per tutte le parrocchie - non ci sarà più nei giorni feriali: useremo altri spazi riscaldati in modo da evitare sprechi. Anche perché riscaldare e illuminare chiese con poca gente è difficile da sostenere».

E la domenica? «Per le messe domenicali dobbiamo ancora decidere. Ci sono chiese diverse e studieremo il modo di adattarci. Se i consumi, in inverno, saranno elevati dovremo per forza adottare delle modifiche come, per esempio, radunare più comunità insieme in un solo posto. Stiamo ancora riflettendo su come fare ma il problema è reale e sentito». I costi, d’altro canto, già oggi sono più che raddoppiati come ha recentemente spiegato all’agenzia di stampa Adkronos il capo della commissione Cei per i migranti monsignor Gian Carlo Perego. Che ha aggiunto: «La Cei sta studiando la possibilità di fare ricorso ad energie alternative con le comunità energetiche in modo tale che mettendosi insieme si possa arginare il caro bollette».

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