La «Fabbrica di campioni» a Borgo Sacco guarda alle Olimpiadi 2026
Confermato il protocollo che lega gli atenei di Verona e Trento. Il direttore Schena: «Per le ragazze dell’oro del biathlon in Germania parte dalla preparazione qui da noi»
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ROVERETO. «Preparare futuri campioni olimpici e collaborare con le imprese del tessile sportivo, coniugando ai primati, come quello dell'oro del biathlon, lo sviluppo economico del territorio». È sempre più ambizioso l'impegno del Cerism (Centro di ricerca "Sport, montagna e salute" dell'università di Verona), secondo le parole del suo direttore Federico Schena.
Schena, nella conferenza stampa di martedì 21 febbraio, presso la sede in polo Manifattura, ha annunciato la nuova convenzione interateneo tra le università di Trento e di Verona, rappresentate dai rettori Flavio Deflorian e Pier Francesco Nocini, alla presenza dell'assessore provinciale allo Sviluppo economico Achille Spinelli e del sindaco Francesco Valduga.
Quello di martedì mattina è stato un appuntamento che ha sigillato una nuova fase della crescita di quello che ormai si potrebbe cominciare a chiamare il polo universitario roveretano. Almeno a giudicare dalla sua offerta formativa e di ricerca, che va dalla triennale in scienze motorie, alla laurea magistrale in bioingegneria industriale, fino alle scienze della formazione e alle scienze e tecniche dello sport.
Ma lo sguardo dei convenuti, più che al presente, era puntato alla grande sfida verso la preparazione degli atleti per le olimpiadi invernali del 2026 e sulle ricadute positive in termini di occupazione per le imprese del territorio. «Rovereto ha capito presto - ha argomentato Nocini - che l'arrivo dell'università è un bene per tutti. Non dobbiamo perdere l'opportunità fornita dalle olimpiadi e dalle paraolimpiadi».
Non poteva mancare, nel corso della mattinata, un accenno a chi, nel lontano 1996, ha gettato le basi del Cerism, come l'ex rettore di Trento Fabio Ferrari. «Oggi abbiamo il compito di proseguire - ha osservato Schena - Ad esempio, collegando il centro di ricerca di Rovereto con la Val di Fiemme, dove sono i campi di gara degli atleti che si allenano per le olimpiadi. Un legame diretto fra laboratorio e pista, che va realizzato già da questa estate. Voglio ricordare che le quattro ragazze d'oro del biathlon hanno svolto parte della loro preparazione da noi».
E in effetti non teme confronti la rapidità con cui il centro è cresciuto negli ultimi anni. «Cerchiamo di essere operativi - ha confermato Spinelli - riducendo gli aspetti burocratici. Abbiamo fiducia che buoni frutti arriveranno». Un dato di fatto incontestabile, si direbbe, visto che a settembre si era inaugurato, grazie a un investimento di quasi sette milioni di euro, la nuova sede del Cerism che si avvale di un gruppo di ricerca di una trentina di giovani studiosi.
«Le convenzioni sono un traguardo - ha ribadito Valduga - che consolida un rapporto personale di stima reciproca, come quello fra i rettori, che ha permesso di sbloccare progetti e risorse, realizzando idee, condivise nel tempo dalle amministrazioni comunali, che hanno portato a questi risultati».
«In Trentino - ha commentato Deflorian - la nostra università è nata grazie al sostegno della politica 60 anni fa, come frutto della collaborazione fra istituzioni e accademia». Una storia simile a quella, più vicina, dello stesso Cerism, attivo dal 2010 nella ricerca di base su sport, montagna, specializzato nella ricerca applicata all'attività fisica e sportiva con particolare attenzione agli adattamenti all'ambiente naturale outdoor.
«Auspico - ha concluso il diretto del Cerism Schena - un ulteriore coinvolgimento dell'università di Trento, magari finanziando nuove borse di ricerca. Un altro obiettivo è quello della sinergia con il mondo dell'impresa, soprattutto nel tessile sportivo. Un campo in cui si offrono nuove possibilità di crescita».