Ancora ladri in azione: colpiti l’oratorio e la lavanderia self service di Borgo Sacco
Dopo la cassaforte forzata nell’oratorio parrocchiale, è stata presa di mira anche la lavanderia self service, dove sono stati rubati contanti e gettoni. I luoghi colpiti continuano ad aumentare dopo la cartoleria dell’Urban City, il centro commerciale Leno center, la profumeria di via Garibaldi
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ROVERETO. Doppio raid in pochi giorni a Borgo Sacco. Nel mirino dei ladri una lavanderia self service e l'oratorio parrocchiale. In entrambi i casi scarsa la refurtiva, ma ingenti i danni. Porte scassinate per rubare i gettoni e l'incasso della giornata alla lavanderia, cassaforte forzata e un centinaio di euro spariti invece all'oratorio.
Da un po' di tempo Rovereto non è una città tranquilla come un tempo, almeno nella percezione dei suoi cittadini. Questo si deve pensare dopo l'ennesimo furto con scasso avvenuto nella notte fra domenica e lunedì 6 marzo alla lavanderia self service di Sacco, in via Libertà dove è intervenuta anche la polizia scientifica per i rilievi. Scarso l'importo del denaro sparito, ma alti i costi dei pezzi di ricambio delle lavatrici rubati e per la riparazione dei danni subiti.
Certo che episodi come quelli accaduti a Borgo Sacco preoccupano non poco anche se, in verità, nella altre province il livello di delinquenza è ben superiore sia per i numeri sia per la gravità dei reati e per fortuna ancora non è paragonabile a quello che succede nella nostra provincia. Però non va neppure fatto l'errore contrario, sottovalutando i cambiamenti in atto nelle dinamiche sociali. Perciò i fatti vanno messi in una giusta prospettiva, senza allarmismi né faciloneria.
Il classico campanello di allarme è suonato. E deve suscitare la giusta reazione da parte delle istituzioni. Una risposta che, peraltro, non è mancata. Tanto che lo stesso questore di Trento Maurizio Improta, qualche giorno fa, aveva analizzato il fenomeno, spiegando che «L'uso di droghe e alcol crea una dinamica pericolosa, che va contrastata con una presenza più strutturata sul territorio per soddisfare la richiesta di sicurezza che viene dai cittadini. Vogliamo mantenere alto il livello di benessere».
Un pattugliamento più capillare delle forze dell'ordine, che, però, non ha impedito quello che è successo alla signora Cristina Ferrari, la 51enne titolare dell'attività: «La nostra lavanderia disponeva di telecamere - racconta, trattenendo a stento la commozione - Ma hanno portato via il registratore e lo hard disk. Per entrare, hanno forzato due porte, quella di metallo e quella che apre l'ufficio, dove è il cassetto con l'incasso della giornata. Inoltre hanno rubato i sacchetti dei gettoni, forse scambiandoli per euro in moneta».
«Il bottino non è granché la crisi la avvertiamo anche noi. Ma così non si può più vivere. Perché se li prendono, si sente dire, finiscono in libertà dopo poco. In questo negozio avevo messo anima e corpo e ora mi tocca convivere con questa sensazione di ansia. Non auguro a nessuno di vivere quei momenti che ho vissuto io trovandomi davanti alla porta scassinata. Spero di arrivare alla pensione, dopo anni di sacrifici. Mi sento amareggiata e giù di morale. La polizia ha detto che non ci sono impronte, hanno usato i guanti e probabilmente erano incappucciati. I vicini non hanno sentito nulla».
Ma per fare mente locale, basti riflettere su quello che è successo negli ultimi 6 mesi. Si va dal tentato furto nella cartoleria dell'Urban city ad agosto, quelli al centro commerciale Leno center. Poi la rapina, a gennaio, nella centralissima via Garibaldi ai danni della profumeria, poco prima della chiusura, poi quello ancora a Sacco, all'Oratorio, qualche giorno fa quando, nella notte tra il primo e il due marzo, tre ladri (come risulta dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza) si sono introdotti nell'edificio assaltando la cassaforte.
Se a questo si aggiungono gli episodi di borseggio a danno dei clienti nei supermercati dal Poli al Dipiù fino all'IperOrvea il quadro, pur con sfaccettature diverse, è completo. Quindi il bilancio degli ultimi mesi denuncia una sensazione di incertezza nel vivere quotidiano. Come confermano le stesse associazioni di categoria, che a più riprese hanno segnalato: «Il centro si è svuotato nella fascia pomeridiana e serale, contribuendo ad aumentare la percezione di insicurezza».
Una sensazione che si può estendere, però, anche al resto della città.«La nostra attività - conclude Cristina Ferrari - va avanti da 17 anni. Non era mai accaduto nulla. Ogni giorno siamo aperti fino alle 22. Dopo il covid proprio non ci voleva. Negli ultimi mesi proprio gli esercenti sono diventati un bersaglio facile da colpire. Ma anche i furti in appartamento a Isera, dove risiedo, sono aumentati».