Addio a Enzo Pancheri, poliedrica voce dell'informazione e della cultura trentina
Dai cori, la sua grande passione, alle trasmissioni televisive, arrivando alla collaborazione giornalistica con il nostro quotidiano l’Adige. Scomparso dopo una lunga malattia, all'età di 87 anni, era conosciuto in tutta la provincia: è stato anche maestro alle Regina Elena e Tartarotti. Questa mattina l'ultimo abbraccio
IL SALUTO L'ultimo abbraccio a Pancheri, voce del Trentino
ROVERETO. La sua voce profonda era inconfondibile, la sua risata fragorosa e incontenibile, il suo sorriso stampato in volto, il suo sguardo attento e aperto al mondo, quella voglia di "esserci", di stare tra la gente, di vivere la città e i paesi della Vallagarina, quell'amore verso il suo territorio con le sue espressioni sociali e culturali più semplici e genuine: questo è stato Enzo Pancheri, scomparso l'altra sera all'età di 87 anni.
Un roveretano a tutti gli effetti anche se le sue origini erano nonese (era nato a Cles ma fin da piccolo la sua famiglia si era trasferita in città visto che il papà lavorava alla Cassa di risparmio). Chi è stato Enzo Pancheri? Maestro, giornalista, presentatore e tanto altro. Un personaggio poliedrico, conosciutissimo ed apprezzato da tutti per il suo modo garbato e acuto, che si è dedicato anima e cuore a moltissime attività. La prima, la sua professione, quella di insegnante. Diploma all'allora istituto magistrale Filzi di Rovereto, ha insegnato per anni alle scuole elementari Regina Elena e Tartarotti.
Professionale al lavoro così come negli altri impegni che lo hanno portato sui palcoscenici di tutto il Trentino e anche fuori dai confini provinciali. Tanto per rimanere in città e in Vallagarina ha presentato moltissime edizioni dei carnevali, ha fatto da anfitrione al teatro Zandonai quando aveva ospitato il coro dello Zecchino d'oro diretto da Mariele Ventre, ha animato con la sua verve e le sue battute centinaia di sagre paesane in ogni angolo della provincia. Ma il suo grande e vero amore sono stati i cori: tantissime formazioni che si sono affidate a lui per presentarsi al pubblico. Difficile, se non impossibile citare tutti i cori: dal Bianche Zime al Salsella, dal Monte Stivo alla Noghera, dal Monte Zugna al Presanella, dall'Azzurro di Pieve di Bono al S. Ilario, dal Martinella di Serrada alla Sat, dal Pasubio al Paganella.
Enzo Pancheri aveva la capacità di stare tra la gente in maniera diretta e semplice, di saper rapportarsi con tutti. Anche quando, arrivato alla pensione, aveva deciso di dedicarsi al giornalismo: dalla televisione (TvAlpi) alla carta stampata (per anni apprezzatissimo collaboratore dell'Adige, redazione di Rovereto) e quindi alla radio (con Radiorovereto Stereo). «Era la voce della Vallagarina»: così lo ricorda Ivo Baroni, giornalista nella redazione roveretana de l'Adige alla quale collaborava Pancheri.
«Era una persona veramente gentile e un giornalista molto meticoloso - ricorda Baroni - e non è mai andato contro ai suoi principi. Un uomo e un amico veramente corretto con il quale era piacevole conversare». Ma il primo ricordo di Baroni in realtà è legato alla televisione. «Lo vedevo al tg di Tva, al notiziario. Erano gli esordi della tv locale e lui era in prima serata a leggere le notizie con quella sua voce così speciale. Voce che era un marchio anche per la radio dove aveva lavorato per lunghi anni».
«Un uomo gentile, buono, limpido - aggiunge Patrizia Belli, giornalista e scrittrice - Arrivava in redazione di rado, non chiedeva mai nulla. Nella mia mente lui più che giornalista - e lo era, eccome se lo era - era il presentatore, con un amore immenso per i cori e per il teatro. E del resto la voce bella l'aveva, una voce calda, rilassante. Non diceva mai di no a chi gli chiedeva di presentare qualche evento, con un occhio di riguardo se a chiedere era una associazione benefica, un coro, la Campana e l'arte tutta. Poi negli anni ci siamo persi di vista. L'ultima volta che l'ho incontrato mi ha abbracciata, mi ha confidato che le piacevano le foto storiche che postavo in rete. Io, mi disse, non ho dimestichezza con gli aggeggi moderni. Ma l'affetto, caro Enzo, con cui mi hai gratificata, aveva il sapore delle cose che non sono né antiche, né moderne. Sono cose che vincono il tempo. Ciao, Enzo».
Questa mattina, venerdì 23 giugno alle 10 (alle 9.30 recita del rosario), si sono svolti i funerali nella chiesa di Sacco, dove si sposò nel 1961 con Luisa Veronesi.