Omicidio di Iris Setti, nel quartiere shock e rabbia: «Una tragedia annunciata»
Parlano i residenti nell'area del parco di Santa Maria, dove sabato sera è stata aggredita e uccisa Iris Setti: «Siamo ancora sotto shock: i segnali c'erano tutti che prima o poi sarebbe successo qualcosa di brutto, visti i personaggi che girano di giorno e di notte...»
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TRENTO. «Una situazione intollerabile. E non da oggi. Solo che, questa volta, non abbiamo a che fare con l'ennesima segnalazione di balordi, di gente che urla, sporca e ne fa di tutti i colori, ma con una persona morta. Uccisa, massacrata di botte: una fine orribile che ci angoscia e che deve interrogare tutti quanti, in primo luogo chi ha responsabilità a vari livelli».
Fiorella ed Enrico Giordani abitano nell'appartamento al piano inferiore a quello dove Iris Setti viveva con la mamma e, come tutti i residenti dei condomini Europa, sono sgomenti.
«Siamo ancora sotto shock - dicono affacciati al balcone di casa allungando lo sguardo verso il punto dell'aggressione - Eravamo in compagnia di amici per una grigliata e abbiamo sentito le urla di lei, abbiamo visto, anche se in parte coperta dalla vegetazione, quell'orrendo crimine. Già nel tardo pomeriggio si sentiva gridare, come spesso accade, tanto che non so quante telefonate sono state fatte al 112. Ma ieri è successo l'irreparabile: i segnali c'erano tutti che prima o poi sarebbe successo qualcosa di brutto visti i personaggi che girano di giorno e di notte...».
Già, il residence Europa: elegante ed ordinato, che stride con il degrado del confinante parco di Santa Maria, una delle zone dove «lo spaccio, anche alla luce del sole, è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere. Qui - aggiunge una giovane che chiede l'anonimato - non si può stare tranquilli: gente ubriaca, litigiosa, "fatta", che come minimo ti infastidisce o ti fa apprezzamenti pesanti. Una zona "franca" di notte, in mano a questa gente: nessuno più si fida a certe ore ad entrare nel parco. Ma è mai possibile dover rinunciare a frequentare un parco per colpa di questa gente? Ma dove siamo arrivati? Forze dell'ordine e Comune cosa fanno?».
Dopo le proteste qualcosa si è fatto con la chiusura degli anfratti, la sistemazione delle telecamere di videosorveglianza e la chiusura dei bagni.
«Non è che le cose siano migliorate granché, ma una volta era anche peggio. Urla, schiamazzi e liti sono all'ordine del giorno: l'altra sera, con la luce dei lampeggianti dei carabinieri che ci entrava in casa fino alle tre di notte, abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Ma in che mondo viviamo? Noi siamo vecchi - conclude una coppia di anziani nel giardino del condominio - ma pensiamo ai ragazzi che crescono così...».
«Abito qui da pochi mesi e gira di tutto... Non ci vuole molto per capire che chi bivacca sulle panchine lo fa non perché non ha casa ma perché fa dell'altro. Ho un bambino piccolo e girare qui dentro il parco non mi sembra il caso - afferma Moreno Tedeschi -. Ma perché non ci sono più controlli, soprattutto la sera, da parte delle forze dell'ordine? Perché non mettono più telecamere di sicurezza? Chiediamo di vivere tranquilli in una cittadina come Rovereto...».
«Come è capitato alla povera Iris poteva capitare ovunque di incontrare quel tizio. Poteva capitare anche a me che poco prima del fattaccio ero qui con uno dei miei cani. Non voglio immaginare come avrei potuto reagire: è ora di fermare queste persone, non ne possiamo più di atteggiamenti buonisti che poi portano a situazioni come queste. Vogliono capire il sindaco e gli amministratori di questa città che ci vogliono misure drastiche?».
Paolo Falcieri, titolare del Clan, abita con la famiglia nell'attico del condominio che affaccia sul parco di Santa Maria. «E i casini sono all'ordine del giorno. Questa è una bomba ad orologeria destinata prima o poi a scoppiare: già è successo questo episodio gravissimo, ma vogliamo aspettarci il peggio? Ero l'unico che parlava con Iris, una persona adorabile che in diverse occasioni ha recuperato uno dei miei cani quando scappavano. L'assassino deve pagare caro. Molto caro» conclude Falcieri.
C'è paura, c'è rabbia nel quartiere e la minaccia di una giustizia fai da te si fa sentire. Con le parole di un giovane straniero l'altra notte con una vigilessa, pochi minuti dopo il delitto: «Vivo qui, ho moglie e figli, e non posso vivere tranquillo? Non posso fidarmi a lasciare uscire di casa i miei figli? Muovetevi, fate qualcosa prima che ci si organizzi in gruppo...».
[foto di Matteo Festi]