Rovereto / Il lutto

Addio a Luigi Robol, grande avvocato: si è spento a 86 anni

Durante la sua vita ha lasciato il segno in città, sia in tribunale che in Comune come politico. Era il padre della sindaca reggente

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Vulcanico, mai domo, con la battuta pronta e quella «erre» arrotata che si distingueva ovunque. Luigi Robol ha lasciato questo mondo domenica sera, a 86 anni, dopo una vita spesa con la toga indossata, e la politica come passione da portare avanti. Per la città è un altro tassello del mosaico sociale che viene consegnato alla storia.

Anche perché Gigi era un «Robol» anomalo, alfiere di una famiglia che a Rovereto ha sempre dato tanto e che è sempre contata molto. I più giovani saranno all'oscuro ma, per esempio, basta ricordare che era il papà dell'attuale sindaca reggente Giulia Robol.

Se per questioni politiche la affinità sono poche, da un punto di vista familiare è un'assenza che pesa. «Sono scossa, sono nel pallone...». Affranta, anche perché papà Luigi sapeva scindere tra passioni, lavoro e affetti.

E i figli, sindaca a parte visto che ha scelto l'architettura, hanno seguito la carriera del padre: Claudio e Marcella sono oggi avvocati affermati.

L'avvocato Luigi Robol ha bazzicato per il tribunale di fatto fino alla fine. Uno studio affermato in città ed un altro altrettanto avviato a Milano, dove ha esercitato fino all'anno scorso.

La famiglia ieri si è chiusa nel silenzio, ma Gigi ha lasciato il segno nella sua professione: un carattere deciso, che poteva apparire burbero, ma di fatto una pasta d'uomo, pronto a dimenticare un torto e ad aprirti la casa.

A ricordarlo con sincera commozione, d'altro canto, sono soprattutto i «boci» dei suoi tempi, i giovani avvocati che da lui hanno svolto il praticantato.

Come Mario Dapor, oggi una delle toghe più prestigiose della città, che da ragazzo si è fatto le ossa da Robol. «Ho imparato moltissimo da lui - racconta -. Mi ha insegnato davvero a fare l'avvocato. Era un grandissimo penalista ma il suo carattere lo limitava».

Già, il burbero che irritava, ma che risolveva. «Confermo che aveva un carattere difficile ma era un ottimo avvocato e soprattutto un ottimo maestro perché a noi ragazzi ci lasciava fare: il suo criterio era "buttati in acqua e impara a nuotare".

Viaggiava molto, e ti lasciava da gestire lo studio anche se alle prime armi». I viaggi, attenzione, non erano solo per lavoro, ma anche per quell'idea europeista che, di fatto, ha sempre coltivato. «Viaggiava molto ed era iscritto ad un'associazione europea dei giovani avvocati. Infatti ogni tanto partiva per il mondo e ti lasciava lì, a gestire lo studio da solo. Certo, aveva un carattere deciso ma era davvero un grande uomo e soprattutto molto onesto. Quando gli passava il momento d'ira tutto era a posto, non era vendicativo, tornavi come prima. Lo ricordo sempre bene, un uomo più di qualità che di difetti. Era molto diretto e, ci tengo a dirlo, era fiscalmente onesto. Mi rendo conto che sembra brutto dirlo, ma all'epoca era facile fare del nero, ma lui fatturava tutto ed era modesto». Il difetto più grande? L'assenza di orologio.

«La sua regolarità era arrivare in ritardo, faceva arrabbiare tutti. Poi ci mandava in udienza all'ultimo momento e ce le sentivamo».

Luigi Robol si è occupato anche di politica. Da ultimo era dell'Udc, ma è cresciuto da democristiano. «Mi dispiace che se ne sia andato - dice l'ex sindaco e amico di partito Guglielmo Valduga -. Abbiamo avuto modo di essere insieme nella Democrazia cristiana, di aver collaborato alla stesura del piano di comprensorio, di cui Luigi era poi stato anche assessore. Mi dispiace molto per la famiglia, anche perché ho avuto la figlia Marcella come alunna. Per questo ci tengo a partecipare al dolore della famiglia, ricordando i tempi trascorsi assieme dal punto dell'attività politica e amministrativa».

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