Nuovo sindaco di Rovereto, pazza idea: la Lega ora punta su... Alessandro Olivi
Sempre più forti i “rumors” sull’ex consigliere del PD. E così il carroccio porterebbe a casa due risultati: rompere gli schemi del centrosinistra (che lancia Robol) e allontanare i “Fratelli” scomodi
ROVERETO. Mentre a Trento il centrodestra litiga in Provincia sulle nomine degli assessori - con la scaramuccia tra Lega e Fratelli d'Italia - a Rovereto già si pensa alle elezioni comunali anticipate di giugno. E i nomi che girano stanno facendo discutere. Soprattutto perché il prossimo candidato sindaco, e questa sembra l'unica certezza, non sarà una persona di partito (né della Lega né di Fratelli d'Italia, per capirci) ma qualcuno in grado di aggregare una coalizione di area capace di amministrare la città. E il nome che circola - e che ormai sta facendo discutere questa parte della politica - è nientemeno che l'ex vicepresidente del Trentino, Alessandro Olivi.
Certo, è targato Pd, ma da questa parte della barricata non pare si voglia prendere in considerazione l'appartenenza del passato. Perché l'obiettivo è uno solo: vincere, strappare per la prima volta nella storia il governo della città alla sinistra.
«Di sicuro è capace ed esperto - si vocifera dentro il Carroccio, e parliamo di gente che conta - anche perché per quindici anni è stato stato sindaco di Folgaria con risultati oltremodo positivi. Però viene dalla sinistra, a qualcuno potrebbe non piacere ma noi vogliamo vincere e l'occasione è ghiotta. Che dire? Si vedrà...».
In verità c'è il nome di un altro potenziale candidato che circola: l'ex primo cittadino di Vallarsa, Geremia Gios. Su di lui, però, ci sarebbe una sorta di veto: «È molto difficile, perché difficile sarebbe costruirci intorno un gruppo. È un uomo forte che decide da solo e non siamo sicuri che riesca a lavorare in team».
Insomma, a sette mesi dal ritorno alle urne, le grandi manovre se non sono già partite poco ci manca. E l'ipotesi Olivi fa già dibattere. Non tanto, come detto, per la capacità di guidare il Comune, ma proprio per quella bandiera di sinistra che si tiene nel cassetto. Un ostacolo, questo, che si potrebbe superare in nome del civismo spinto anche se questa scelta scaricherebbe Fdi, alleati dalla nascita ma evidentemente non organici al disegno di un nuovo centrodestra più di centro che di destra. E in tal senso i giochi in corso in piazza Dante rientrerebbero in questo disegno a trazione leghista ma con un sindaco di altra area.
Nelle chiacchiere da bar, per dire, gli eredi di An (ma soprattutto di Msi) sarebbero parenti scomodi. E se in Italia hanno fatto faville, alle nostre latitudini non hanno sfondato, motivo in più per dire «grazie di aver giocato, ma ciaone». Puntare sull'ex numero due della giunta provinciale, dunque, vorrebbe dire per la Lega proprio allontanare i Fratelli.
D'altro canto, un cambio di rotta c'è già stato a Trento inglobando il Patt. Lo stesso che, proprio quando Olivi era vice, comandava il Trentino con Ugo Rossi. Sembra una vita fa, ma la politica ci ha abituato alle inversioni ad «u» lungo le strade che portano ai seggi. Chiaramente questi sono i classici «rumors» che, da sempre, si alimentano in previsione del voto.
Il diretto interessato, Alessandro Olivi, la prende larga: «Non so niente di questo, nessuno mi ha contattato. Ci tengo però a ricordare che quando, alle provinciali, ho preso 13mila voti molti elettori, e non parlo di apparati di partito, del centrodestra mi hanno votato. Non voglio entrare in una discussione politica, ma evidentemente quegli elettori pensavano che fossi valido. Detto questo, ripeto, nessuno mi ha contattato ed io vado avanti con il mio lavoro. Mi fa piacere, comunque, che giri il mio nome».
E il centrosinistra come si muove? Per ora sotto traccia. La palla è in mano al Pd, primo partito a Rovereto dopo le elezioni provinciali del 22 ottobre. La stessa città della Quercia, attualmente, è guidata proprio dai democratici con la sindaca reggente Giulia Robol. Che, oltre ad essere espressione del Pd (come lo fu, prima del civico Francesco Valduga, Andrea Miorandi) è donna, la prima a sedersi sullo scranno più prestigioso di palazzo Pretorio.
I dem, però, per confermarsi in piazza del Podestà hanno bisogno di una coalizione, dei civici per intenderci. Purtroppo quella che un tempo si chiamava Radio Scarpa parla di difficoltà a raccogliere una coalizione civica intorno a Giulia Robol.
Il segretario comunale del Pd, Carlo Fait, sulla Robol però ci crede molto. «Segue la linea di consiliatura e si sta comportando bene. Noi proporremo lei come candidata sindaco ma è chiaro che la scelta definitiva spetterà alla coalizione».
Già, la coalizione: quale? «Campobase c'è, ed ora dovremo parlare con gli altri civici. Il punto di partenza è Idea, il programma lanciato nel 2020 con Valduga. Quella è una base forte su cui, entro gennaio, ci troveremo».
Resta, come al solito, il nodo Verdi. «Alle ultime elezioni provinciali di fine ottobre i Verdi erano con noi e faremo di tutto per averli dentro la coalizione. Ci stiamo già parlando e per noi sono davvero importanti».