Cronaca / Il caso

Rovereto, scene da Far West in vicolo Parolari: a processo un quarantenne

Si tratta di un uomo di origine nordafricana, residente in città, i fatti risalgono a fine 2021: aveva spaccato a pugni gli specchietti dell’autoambulanza, poi a calci i vetri della "volante". Gli agenti hanno usato anche lo spray al peperoncino per cercare di fermarlo

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Scene da Far West in pieno centro, che hanno bloccato vicolo Parolari per una sera e, soprattutto, costretto le forze dell'ordine a correre in massa per fermare una sola persona. Una scena di ordinaria follia, che ha avuto come teatro Vicolo Parolari, che collega corso Rosmini con Santa Caterina. E che il Comune, proprio per riportare alla civiltà quel fazzoletto degradato di città, ha intenzione di ridisegnare trasformandola in una strada d'alto bordo.

Il presente, però, rimane. Tanto che il questore di Trento è stato costretto a inviare le squadre anticrimine per una maggiore sicurezza. E non stiamo parlando di periferia ma di centro.

Martedì mattina, per dire, è finito a processo uno dei tanti «personaggi» che negli ultimi anni hanno scambiato il vicolo per un luogo senza controllo, dove sfogare rabbia e, magari, spacciare. E, in questo caso, è finito in tribunale non tanto per eventuali mercati illegali ma per aver devastato ambulanze e volanti della polizia. Oltre, ovviamente, a provocare lesioni agli agenti.

La storia ricostruita a palazzo di giustizia - che emetterà il verdetto il prossimo 12 marzo - è agghiacciante. Proprio perché non è una pellicola hollywoodiana ma si parla di vita reale, a Rovereto.

I fatti ricostruiti in tribunale risalgono al 27 novembre 2021 e, quel pomeriggio, erano all'incirca le 18, alla centrale di pronto soccorso è arrivato l'allarme per un uomo incosciente, caduto a terra e, all'apparenza, quasi morto.

Sul posto, ovviamente, si sono portate subito l'automedica e un'ambulanza della Croce rossa. Quando gli operatori erano giunti nei pressi del bar Diamante, però, il paziente si era già rialzato. I sanitari hanno comunque provato a visitarlo ma l'uomo - un nordafricano all'epoca 39enne - ha dato in escandescenze menando fendenti a destra e a manca. Tanto da costringere i volontari a rifugiarsi dentro l'ambulanza temendo il peggio.

Il «gigante», però, ha preso di mira proprio i mezzi di soccorso con diversi calci e rompendo gli specchietti retrovisori. Per questo tanto gli operatori dell'automedica e della Croce rossa hanno preferito allontanarsi dal luogo per paura di un'aggressione ancora più feroce.

E, soprattutto, appena intervenuti non c'erano forze dell'ordine. Che poi sono arrivate, ovviamente, ma la musica non è cambiata affatto. Il protagonista era comodamente seduto fuori dal bar e, lì per lì, pareva tranquillo. Alla richiesta delle generalità, invece, è sbottato iniziando a menare la mani. Per questo i poliziotti l'hanno invitato a seguirli al commissariato ma farlo salire sulla volante è stata un'odissea. Perché, così hanno raccontato gli agenti in aula, anche in macchina ha iniziato a scalciare rompendo il finestrino.

Una volta giunti in via Sighele, poi, è stato un dramma: «Ha provato a divincolarsi, ci ha insultato e minacciato e nemmeno lo spray al peperoncino è servito per calmarlo. Abbiamo provato anche a bloccare braccia e gambe con il velcro contenitivo ma non è servito a nulla».

E questo nonostante davanti al commissariato fossero arrivate pattuglie dei carabinieri e della polizia locale. Alla fine, per poter portare l'aggressore davanti ad una scrivania, è servito l'intervento del 118 con un sedativo.

Martedì, finalmente, il nordafricano residente in città è finito a processo per danneggiamenti, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

L'udienza, però, è stata aggiornata a marzo per poter sentire un suo amico, uno degli avventori del bar che ieri, nonostante la notifica per testimoniare, non si è fatto vedere. Tra un mese, quindi, arriverà accompagnato dalla polizia e, tra l'altro, dovrà pagare 400 euro di multa.

 

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