Botte alla moglie ed alla figlia "troppo occidentale": algerino finisce in carcere a Rovereto
La ragazza adolescente si è rivolta al Pronto Soccorso per una ferita in faccia, immediata la segnalazione e l’intervento con il «codice rosso»
ROVERETO. Un presunto padre-padrone, che vessava moglie e figlia adolescente, è finito in galera giovedì notte in base alla nuova legge sul «codice rosso». Normativa che prevede l'arresto immediato se sulle vittime ci sono chiari segni di violenza. Ed è quanto è successo.
Perché la pm Viviana Del Tedesco ha disposto il trasferimento in carcere dell'uomo proprio dopo aver avuto in mano il certificato medico emesso dal pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria del Carmine.
Il caso, oltre che giudiziario, è qui soprattutto sociale. Perché si tratta di un quarantenne che, per "ragioni" di famiglia, ricorre spesso alle botte per sottomettere le donne di casa e far loro rispettare il suo canovaccio esistenziale.
Nella tarda serata di giovedì un cittadino algerino - integrato nella società roveretana, con tanto di lavoro e figlia sedicenne che frequenta le scuole superiori in città - al culmine di una ennesima discussione familiare ha cominciato ad alzare le mani sulle due donne. Picchiando duramente tanto la moglie sottomessa che la figlia, unica «ribelle» che è stata in grado di chiamare il numero d'emergenza 112, facendo intervenire una volante della polizia di Stato che ha preso atto della vicenda ed ha accompagnato alll'ospedale le due donne. Che, per la cronaca, erano state ancora una volta picchiate e sempre per motivi di «vita».
Soprattutto la figlia, nata e cresciuta a Rovereto (e dunque immersa in una cultura occidentale) non rispondeva alle aspettative del padre.
La polizia, come detto, è accorsa subito ed ha preso in consegna mamma e figlia. La visita al Santa Maria del Carmine, poi, ha evidenziato lesioni (un taglio al sopracciglio per la ragazza ed ematomi per la donna) e il caso è stato segnalato alla procura della Repubblica. Che, proprio seguendo la nuova legge sul «codice rosso» (introdotta come risposta all'allarme sociale per i femminicidi), ha disposto l'arresto dell'algerino.