Rovereto, apre il Centro antiviolenza sulle donne: è il secondo in provincia
Il servizio voluto dal Comune sarà avviato lunedì 19 febbraio, nei locali di via Flaim 20 e affidato al Coordinamento donne onlus, che si occupa già di un analogo spazio a Trento. Offrirà consulenza e ascolto, come punto di riferimento sia per la Vallagarina sia per l'Alto Garda e altre zone vicine
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TRENTO. Aprirà le porte lunedì 19 febbraio il nuovo Centro antiviolenza di Rovereto, gestito dall'associazione Coordinamento donne onlus, che si è aggiudicata il bando pubblico indetto dal Comune di Rovereto. È il secondo centro antiviolenza in provincia di Trento.
La struttura, che nasce per sostenere ed aiutare tutte le donne vittime di violenza e i loro familiari, e che è ospitata in via Flaim 20 (foto), sarà aperta dal lunedì al venerdì.
Gli orari, comunicati sui social dal Centro antiviolenza di Trento, gestito anch'esso dall'associazione Coordinamento donne onlus, sono: il lunedì dalle 8.30 alle 14.30, il martedì dalle 10 alle 16, il mercoledì dalle 13 alle 19, il giovedì dalle 13 alle 19, il venerdì dalle 10 alle 16.
"La difesa dei diritti delle donne - scrive in una nota stampa il Comune - assume un’importanza fondamentale nel momento storico attuale, caratterizzato da una situazione emergenziale, anche a livello locale, dovuta agli episodi sempre più frequenti di violenza nei confronti delle donne. In quest’ottica l’amministrazione comunale ha avviato da tempo un confronto, a seguito di procedura di bando pubblico, con l’associazione Coordinamento Donne Onlus, assegnataria del contributo. Si tratta di un’associazione con sede a Trento dove gestisce attualmente l’unico centro antiviolenza.
Nata nel 1983 come espressione organizzata del movimento delle donne, costituita in associazione nel 1989, con il duplice obiettivo di difendere i diritti delle donne e di dare valore al loro “fare” e alla loro capacità di relazione.
A seguito di verifiche e sopralluoghi, d’intesa con l’associazione Coordinamento Donne Onlus sono stati individuati, all’interno di un immobile sito nel centro di Rovereto, alcuni locali idonei a essere utilizzati per l’apertura a Rovereto della sede di un nuovo Centro Antiviolenza".
La sede individuata e che verrà concessa in uso all’Associazione è di proprietà comunale e si trova all’interno dell’immobile di via Flaim 20 a Rovereto, dove sono presenti altri spazi pubblici già utilizzati per varie attività.
“Si tratta – spiega la sindaca reggente Giulia Robol - del risultato di un lavoro di alcuni mesi e di un confronto con l’associazione Coordinamento Donne che si è concretizzato poi nell’individuazione di uno spazio fisico a Rovereto quale sede operativa e punto di ascolto per le donne in difficoltà che vogliano sottrarsi alla violenza. Il bacino di utenza è rivolto anche al territorio allargato per il quale la nostra città è un punto di riferimento anche per altri servizi, raggiungendo anche l’Alto Garda per raccogliere le molte richieste che arrivano e per le quali si auspica anche l’apertura di altri presidi simili”.
“Le esigenze emerse – dice l’assessora alle pari opportunità Micol Cossali - da parte dell’associazione assegnataria del servizio sono molteplici e mirano sostanzialmente a coprire la necessità di una sede idonea che garantisca riservatezza alle donne che qui si rivolgono per chiedere aiuto, sia verso l’esterno che all’interno degli spazi disponibili. La dislocazione, vicina al centro della città, dotata di parcheggio e facilmente raggiungibile con mezzi pubblici, rende più facile l’accesso a quello che sarà un servizio disponibile tutti i giorni, senza vincoli particolari e che si propone di lavorare in sinergia con gli altri soggetti impegnati nella lotta alla violenza sulle donne quali Forze dell’Ordine e Azienda Sanitaria.
“Quello che si è voluto mettere in campo è un primo presidio, quasi un avamposto - aggiunge Robol - dove le donne che vivono situazioni di disagio possano rivolgersi in prima battuta per essere ascoltate e prendere così coscienza delle difficili condizioni in cui si trovano per poi essere magari inviate ad altri servizi quali alloggi protetti, che da tempo esistono in città. Non si tratta di un luogo dove possono soggiornare ma piuttosto di un centro di consulenza e di ascolto dove costruire un rapporto di fiducia e capire, con l’aiuto di operatori professionali, se si è in una situazione che necessita di ulteriore intervento, cosa spesso per nulla scontata per le vittime di violenza”.