Non fece salire dei profughi sull’autobus, assolto l’autista Moreno Salvetti: «Seguì il regolamento»
La vicenda risale al dicembre 2017. Cadute tutte le accuse, la Uil: «Dopo sei anni, la fine di un incubo. Altro che razzista, chi lo conosce lo sapeva già». Già nella sentenza di primo grado l’aggravante della discriminazione razziale era caduta e l’altro giorno è venuta meno anche l’accusa di interruzione di pubblico servizio
LA DIFESA «Seguito il regolamento per tutelare i passeggeri»
SALVETTI Fermate saltate: «Preso di mira, non sono razzista»
TESTIMONI «Salvetti sempre corretto con noi stranieri»
ROVERETO. Assoluzione completa in Appello per Moreno Salvetti, l'autista di Trentino Trasporti accusato di aver intenzionalmente non fermato la corriera a Marco, gli scorsi 4 e 5 dicembre 2017, lasciando a terra un gruppo di richiedenti asilo alloggiati nel vicino campo della protezione civile.
Già nella sentenza di primo grado l'aggravante della discriminazione razziale (titolare dell'inchiesta il pm Fabrizio De Angelis) era caduta, e l'altro giorno è venuta meno anche l'accusa di interruzione di pubblico servizio: secondo i giudici di Trento la condotta al volante della corriera sulla tratta extraurbana da Ala a Rovereto era stata ineccepibile, in linea con il regolamento interno di Trentino Trasporti.
La corte ha quindi fatto proprie le tesi della difesa di Salvetti, che oggi come allora è anche consigliere comunale ad Avio. L'avvocato Stefano Pietro Galli aveva da subito sostenuto che Salvetti non fermandosi aveva rispettato alla lettere il regolamento, in quanto «la segnalazione di richiesta di fermata da parte degli utenti in attesa a bordo strada deve essere chiara e prolungata fino alla fermata dell'autobus. Invece in quel caso, come è evidente dal video dal quale è partita la denuncia da parte della stessa Trentino Trasporti, un solo ragazzo fa un cenno velocissimo quando l'autobus è a 70 metri dalla fermata».
«Non solo: il regolamento stesso di Trentino Trasporti prevedeva allora che le corriere del servizio extraurbano su quella tratta non fermassero a Marco per far salire passeggeri, ma solo per farli scendere. Quindi, quello che abbiamo ottenuto in corte di Appello è stato di aver fatto vincere la verità, che era peraltro evidente anche nel primo grado, ma incredibilmente non lo era per i vertici di Trentino Trasporti».
La fine della vicenda processuale segna per Salvetti anche la fine di un periodo molto difficile. La motivazione di razzismo per il presunto reato aveva scatenato all'epoca della denuncia di Trentino Trasporti l'attenzione sulla vicenda da parte dei media nazionali. E oggi il sindacato Uil Trasporti, del quale Salvetti è delegato, tuona contro chi ha causato al proprio delegato «anni di tribolazioni».
«Si è finalmente conclusa in una bolla di sapone - commenta il segretario provinciale di Uil Trasporti Nicola Petrolli - la controversia riguardante Moreno Salvetti. Ciò che ha causato maggior dolore sono state le accuse infondate provenienti da una fazione politica (il Pd, ndr) che ha costruito la propria campagna elettorale emettendo giudizi prima che la giustizia potesse intervenire. Le critiche sono arrivate persino da colleghi sindacalisti, inclusi l'attuale sindaco di Trento Franco Ianeselli, ex segretario generale Cgil, e il segretario Cisl di allora, i quali hanno condannato l'accaduto in modo vergognoso senza avere conoscenze approfondite sulla questione».
«Si è assistito anche a tentativi di fuoco amico, da parte di organizzazioni a noi vicine. La presidente dell'epoca di Trentino Trasporti Monica Baggia, successivamente candidata con il Pd alle elezioni comunali, ergendosi a paladina degli extracomunitari non ha però cercato di ottenere la versione dei fatti dal proprio dipendente. In qualità di UilTrasporti, abbiamo sempre sostenuto il nostro delegato, non per il suo ruolo sindacale, né tantomeno per le sue frequentazioni politiche, ma perché sapevamo che, semplicemente, non è razzista».
«Questo è dimostrato, peraltro, anche dal fatto che nell'ambito delle sue funzioni lavorative e sindacali ha frequentemente interagito e collaborato con numerosi extracomunitari, compreso il nostro delegato di Bartolini, proveniente dalla Costa D'Avorio. Come UilTrasporti - sottolinea Petrolli -, accogliamo attivisti di tutti gli orientamenti politici e di diverse fedi religiose, ma tutti con lo stesso obiettivo: rappresentare i lavoratori e non seguire mai personali dogmi politici. Siamo un'organizzazione apolitica e apartitica, ed è ciò che più ci distingue dagli altri».
Conclude Petrolli: «Combattiamo battaglie sia contro i governi di sinistra che di destra, facendo solo il nostro dovere: difendere i più deboli, combattere le ingiustizie e non fare sconti a nessuno. Parlo ora a titolo personale: sono sempre più disgustato dalla politica in generale, soprattutto vedendo come alcuni, per un pugno di voti, venderebbero la propria madre, figuriamoci il cavalcare simili campagne diffamatorie pretestuose ed ipocrite».