Politica / Il caso

Elezioni a Rovereto, frattura Lega-FdI, e nel centrodestra sale la rabbia: Urzì chiede spiegazioni all’alleato Fugatti

Il partito di Meloni conferma Piccinni, la Lega con Spinelli punta su Gianpiero Lui, e lo «schema» di coalizione va a farsi benedire, fra gli strali del commissario tricolore

ROVERETO. Fratelli d’Italia, come annunciato, correrà da solo alle prossime elezioni comunali di Rovereto. E il candidato sindaco è confermato: sarà Paolo Piccinni, e non Gianpiero Lui, nonostante le rimostranze della base e il rischio di non riuscire a comporre una lista per beghe interne.  Il disastro della coalizione di centrodestra che guida la Provincia e lo Stato, tra l’altro, conferma la «roveretanità» che è sempre e comunque «contro». Dopo aver rotto con gli alleati - e non certo per colpa di Fdi - il partito di Giorgia Meloni correrà da solo alle elezioni del prossimo 26 maggio.

Fin qui, nulla di nuovo ma in ballo, per capirci, c’era la scelta dell’aspirante primo cittadino che ha diviso i militanti. Paolo Piccinni, annunciato dal commissario del circolo roveretano Marco Zenatti mesi fa, era infatti disponibile a guidare una coalizione. Che poi è svanita come una bolla di sapone. Rotta l’alleanza - che ha pesato non poco e che, nel prossimo futuro, avrà ripercussioni decise - Fdi si è trovato da solo e, per dirla con le voci di corridoio, ha dovuto mettere assieme i tesserati, specie quelli a cui Marco Zenatti non piace proprio. Peccato, però, che Piccinni abbia assicurato la sua presenza in gara solo se al suo fianco c’era Zenatti. Insomma, coalizione a parte, c’è stato da litigare, e molto, dentro il partito.

La rottura, insomma, c’è. Ma in ballo, per capirci, c’è il più che probabile ballottaggio dell’8-9 giugno. Che farà Fratelli d’Italia? «Non lo sappiamo ancora. Da parte nostra, che siamo sempre stati corretti, ci aspettiamo di sederci attorno ad un tavolo. Non chiudiamo porte in faccia a nessuno ma questo sgarbo, ovviamente, pesa».

É vero che di mezzo ci sono le elezioni europee ma, per quanto riguarda il Trentino, le prossime comunali sono la competizione più sentita. E proprio il segretario provinciale di Fdi si è trovato in un cul de sac. «Noi ci abbiamo provato, era importante tenere assieme il gruppo. La Lega, però, ha preferito seguire altre strade. Chiaro che questa decisione non riguarda solo Rovereto ma avrà ripercussioni ben più alte, dalla Provincia al governo romano. Mi dispiace questa cosa perché davvero, e lo voglio dire con tutto il cuore agli elettori di Fratelli d’Italia, da parte nostra c’è sempre stata massima disponibilità. Noi siamo alleati fedeli, se altri non lo sono si vedrà».

Il «caso Rovereto» agita anche la provincia

Non è normale che a pochi mesi dalla vittoria del centrodestra alle elezioni provinciali, la coalizione del presidente Maurizio Fugatti vada in frantumi al primo appuntamento elettorale, ovvero che si presenti divisa a Rovereto, che è il secondo Comune del Trentino, oltre che ad Ala, con il partito di Giorgia Meloni, il secondo più votato dell'alleanza, lasciato fuori. O meglio, non sarebbe normale se fosse vero che la coalizione guidata da Fugatti è coesa.

La realtà, come si è visto fin dalla scelta del candidato presidente e poi nella formazione della Giunta e nelle trattative per le altre nomine, Fratelli d'Italia appare quasi un corpo estraneo, una componente a sè, rispetto alla Lega che fa squadra con il gruppo dei territoriali: Patt, la Civica e naturalmente la lista del presidente Fugatti, guidata dall'assessore Achille Spinelli, che è iscritto alla Lega, e che è stato il regista dell'operazione Progetto per Rovereto con la candidatura di Gianpiero Lui (con la benedizione di Fugatti) che ha portato all'esclusione di FdI.Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì, questo "giochetto" lo ha capito bene, ovviamente. E ora è deciso a chiedere un chiarimento al presidente Fugatti, che è il garante del centrodestra provinciale.

«Una coalizione - esordisce Urzì in una lunga nota - per sua natura mostra la sua forza nel momento in cui garantisce una unità di vedute e la capacità di fare rete, oltre le proprie strette convenienze elettorali. Noi siamo leali e rispettosi della parola data per natura. Prendiamo atto che non tutti nella coalizione di governo provinciale (che si fonda sullo stesso assetto della coalizione di governo nazionale arricchita dalle componenti territoriali) ritengono questi valori importanti allo stesso modo. Il dialogo è stato ricercato dal primo momento ed è una offerta che il presidente Iurlaro ha mantenuto viva sino all'ultimo. Anche dopo che la Lega ha seguito il richiamo del Patt accodandosi ai civici (con molti inserti di espressione Valduga, sembrerà un controsenso ma invece è proprio così) e scaricandoci senza nemmeno avvertirci con un colpo di telefono. Ognuno ha il suo stile».

Urzì conferma la lealtà a livello provinciale, nonostante questo sgarbo, ma aggiunge: «È certo che una riflessione dovrà essere aperta. Ho intenzione di farlo anche dopo il voto. O prima, vedremo. Il mio auspicio ora è andare al ballottaggio, forti dei nostri valori e programmi».

Il coordinatore regionale però sottolinea a chi pensa di poter fare a meno di FdI: «Ora va ricordato in ogni caso che senza Fratelli d'Italia la coalizione che governa la Provincia non avrebbe vinto nella forma in cui ha vinto portandosi a casa il massimo risultato. E senza i voti di Fratelli d'Italia in Provincia non c'è alcuna maggioranza. Rassicuro tutti: non cambierà nulla nel senso che ciò a cui abbiamo aderito (ossia una coalizione di programma) non si scioglie per uno sgarbo benché grave ed inaudito da parte dei nostri alleati in Provincia. Ma forse questo episodio tara meglio il ruolo che FdI è chiamata ad esercitare anche in Provincia, consapevole del proprio peso e del fatto che senza i nostri voti non esiste maggioranza. Ma la maggioranza tutta deve essere leale come lo siamo noi. E non lo è stata».

Urzì definisce poi «un mistero» questa «operazione parzialmente suicida a Rovereto da parte di forze che tutte assieme non potranno avere che il risultato di non vincere al primo turno cosa che con noi sarebbe stata possibile. Perché vogliono perdere glielo chiederemo». Ed esclude che si possa definire la coalizione guidata da Lui «omogenea a quella provinciale» visto che FdI è stata lasciato fuori.

Urzì annuncia che ora ne parlerà nel partito «perché se pensano di usare questo metodo per perdere una partita vinta sulla carta già adesso anche a Trento, dopo Rovereto, non staremo certo a guardare. Siamo una forza nata per fare vincere il cambiamento, ad iniziare dalle città, non per subire antichi rituali della politica che cambia tutto per non cambiare nulla».

Su come sono finite le cose a Rovereto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, non vuole invece entrare e si limita a dire: «Non so di chi sia la responsabilità, ma credo che se si fosse trovato l'accordo sarebbe stato meglio». E sui possibili riflessi sulla tenuta della coalizione provinciale aggiunge: «Non credo che ci saranno conseguenze, si tratta di questioni locali».

Di certo, anche le concomitanti elezioni europee dell'8-9 giugno, dove Lega e FdI saranno in competizione tra loro, non hanno aiutato la sintonia.

(Articoli di Nicola Guarnieri e Luisa Maria Patruno)

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