Rovereto ha dichiarato guerra totale agli incivili: in un anno 400 multe ai turisti dei rifiuti
I dati si riferiscono al 2023. Nel 2017 invece le sanzioni per abbandono di spazzatura erano state solamente cinque. Ora le cose sono cambiate. Nel frattempo, come raccontato nei giorni scorsi, Dolomiti Ambiente ha deciso di mettere in «quarantena» i cestini urbani scambiati per Crm
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ROVERETO Il turismo dell’immondizia che fa arrabbiare
ROVERETO. Ha seminato scompiglio l'annuncio dell'ipotesi - che dovrà essere confermata dal Comune - di eliminare i cestini lungo le strade della città.
Attualmente, a Rovereto, sono 600 i contenitori di rifiuti da «diporto». Purtroppo, però, alcuni cittadini li usano come Crm, riempiendoli di residuo per evitare di pagare la tariffa. Per questo Dolomiti Ambiente ha deciso di metterne in «quarantena» alcuni, impedendo il conferimento di qualsiasi scarto per provare a scoraggiare i turisti dell'immondizia. A questa maleducazione, ovviamente, va aggiunto lo scarico indiscriminato di borse piene di pattumiera lanciate dalle macchine in corsa in alcune aree della città, soprattutto in zona industriale. Per pulire questi luoghi, da anni, si occupano i volontari, associazioni che non prendono un euro dall'ente pubblico ma che si «rubano» il tempo libero per liberare angoli urbani deturpati dalla spazzatura.
Ovviamente il Comune è informato di questa inciviltà e, non a caso, ha girato l'allerta alla polizia locale. Che l'anno scorso, per capirci, ha individuato alcuni incivili e, chiaramente, li ha multati: nel 2023 sono state ben 396 le sanzioni inflitte. «Come amministrazione comunale - conferma la sindaca Giulia Robol - stiamo portando avanti varie progettualità riferite al contrasto sull'abbandono dei rifiuti. Del recupero dei sacchi gettati a caso si occupa Dolomiti Ambiente su nostra segnalazione. Il fenomeno, però, è paragonabile ad altri contesti urbani simili».
Insomma, Rovereto, con i suoi 40mila residenti, si comporta come qualsiasi altra città italiana di pari dimensioni. Male, verrebbe da dire, visto che smaltire immondizia in luoghi ameni come i Lavini o produttivi come la zona industriale non va affatto bene. E da quando si è deciso di punire i discoli, non a caso, i dati confermano questo malcostume. Nel 2017, per esempio, le multe per abbandono di rifiuti sono state solo 5. Sette anni dopo si è arrivati a ridosso delle 400. Significa che il problema esiste e, se si controlla, alla fine si può arrivare a castigare chi sporca inutilmente.
Facendo i conti della serva stiamo parlando di più di una sanzione al giorno, troppo per considerarci una città civile. E stiamo parlando solo delle multe, quindi solo di quei casi in cui gli agenti della polizia locale sono riusciti a risalire all'identità del trasgressore grazie ad una busta con tanto di indirizzo del destinatario e, ancora più veloce, grazie ai numeri identificativi di cui sono dotati i sacchetti della raccolta porta a porta. Perché il problema dei rifiuti abbandonati è presente anche qui e persiste nonostante i continui richiami a comportamenti civili e i controlli da parte di chi si occupa della materia.
Anche per questo l'ipotesi di eliminare i cestini stradali ha fatto storcere il naso a molti. Il futuro, però, sembra già delineato: chi gira in città e produce immondizia dovrà mettersela in tasca e portarsela a casa. Le discariche, d'altro canto, sono esaurite e la guerra alla «monnezza» è totale. Soprattutto l'ordine è tassativo: basta turismo dei rifiuti. D'ora in avanti, nei cestini urbani destinati alla minutaglia gettata dai passanti, si potrà conferire solo immondizia, appunto, minuta. Il guaio, per capirci, è che alcuni cittadini infilano in questi bidoncini da «passeggio» il proprio residuo per evitare di pagarlo.