Delitto / Giustizia

Scontro di perizie su Chukwuka Nweke, l'assassino di Iris Setti: in grado di intendere oppure no?

Fra meno di un mese l’udienza per il delitto, in campo tre psichiatri ed una criminologa, le conclusioni da consegnare alla Gip Pasquali

IL DELITTO Iris Setti uccisa al parco, possibile il tentativo di rapina
FOTO L'aggressione al parco Nikolajevka di Rovereto

ROVERETO. Quattro periti - tre psichiatri e una criminologa - per stabilire se Chukwuka Nweke era capace di intendere e volere la sera del 5 agosto quando, con la sola forza delle mani, uccise Iris Setti nel parco Nikolajewka. Un lavoro, quello dei professionisti, durato tre mesi e ora le loro conclusioni sono tutte sulla scrivania della gip Consuelo Pasquali e saranno discusse nell'udienza fissata fra meno di un mese.

Un passaggio fondamentale per la vicenda giudiziaria perché si stabilità anche se il nigeriano - che è in carcere dalla sera dell'omicidio - ha la capacità di stare in giudizio e se è un soggetto socialmente pericoloso.Tutte le parti coinvolte hanno nominato il proprio perito. Il giudice si è affidato allo psichiatra Fabio Bonadiman, il pm Fabrizio De Angelis si è affidato ad Ermanno Arreghini, gli avvocati di parte civile Andrea De Bertolini e Giovanni Rambaldi a Eraldo Mancioppi e Claudia Pretto mentre la difesa, sostenuta dall'avvocato Andrea Tomasi, si è rivolta a Isabella Merzagora.

Lei è l'unica a non essere una psichiatra ma è una giurista, psicologa, specialista in criminologia clinica e dottore di ricerca in scienze criminologiche e psichiatrico forensi, professoressa ordinaria di criminologia presso l'istituto di medicina legale dell'Università degli studi di Milano. Per lei, per gli elementi che ha raccolto, Nweke sarebbe incapace di intendere e volere. Quindi non sarebbe imputabile per l'omicidio della donna che, quella sera di agosto, ha incontrato lungo la sua strada.

Aggredita e picchiata a sangue al parco

L'aggressione nel verde del parco Nikolajevka, nel quartiere di Santa Maria, a Rovereto

Di diverso avviso le conclusioni dei periti cui si sono affidati i legali di parte civile, ma alla fine sarà il giudice a prendere una decisione e quindi dire se il processo si farà o meno.

Sono passati quasi dieci mesi dall'omicidio che ha scosso tutta la comunità roveretana. L'ha scossa perché tanti conoscevano Iris Setti, la 61enne che era in pensione dopo tanti anni passati al lavoro nella segreteria della presidenza e della direzione della Rurale di Rovereto (ora AltoGarda-Rovereto) e che quella sera, come le precedenti, era passata a trovare l'anziana madre prima di tornare a casa.

Ma anche per la brutalità assoluta dell'omicidio. Nweke ha tolto la vita alla donna con la sola forza delle sua mani, dei suoi pugni. E anche perché non c'era una conoscenza pregressa fra i due, un rapporto, un qualsiasi contatto che potesse dare un perché a quell'aggressione brutale e mortale.

Nweke ha ucciso Iris Setti perché è passata in quel momento per quel parco. Il 38enne, se finirà a processo, non dovrà rispondere solo dell'accusa di omicidio volontario aggravato.

Dovrà rispondere anche di violenza sessuale, di rapina (prima di andarsene aveva strappato un anello dal dito della donna morente) e anche di lesioni. Poche ore prima del femminicidio, aveva infatti aggredito anche uno degli utenti de «Il portico» di borgo Santa Caterina.

Ma per sapere se l'uomo dovrà comparire davanti al giudice per il processo, bisognerà attendere la decisione del gip che arriverà fra meno di un mese.

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