Francesco Valduga assolto con la sua giunta comunale per il caso del "lascito Delaiti"
La Corte d’Appello di Roma annulla la condanna della Corte dei Conti: il ricorso ad una consulenza esterna non fu un danno erariale
ROVERETO. La partita più importante, quella relativa al caso Amadori, con la richiesta di 660mila euro di risarcimento per danno erariale, deve ancora chiudersi. Ma, al momento, dalla Corte dei Conti arrivano buone notizie per l'ex sindaco Francesco Valduga: i giudici romani della Corte di Appello lo hanno infatti assolto, insieme con gli assessori della sua prima giunta, il segretario comunale e l'avvocato del Comune, dall'accusa di aver arrecato un danno economico a Palazzo Pretorio nell'ambito del caso del "lascito Delaiti".
I giudici contabili hanno bocciato la tesi della procura di Trento che contestava invece la «colpa grave» per essersi affidati all'epoca - era l'estate del 2017 - ad un avvocato esterno alla pubblica amministrazione per una consulenza sulla vertenza. Questo perché il ricorso a professionalità esterne era da oltre 15 anni prassi consolidata, senza che questa fosse mai stata segnalata o censurata prima dalla corte.
Si chiude così definitivamente una vicenda che ha fatto penare non poco, insieme con la prima giunta Valduga (oltre al sindaco gli assessori Azzolini, Graziola, Tomazzoni, Bortot, Plotegher e Chiesa) anche l'ex segretario comunale Daniela Fauri e l'ex avvocato del Comune Giampaolo Manica.
I tre in primo grado erano stati condannati a risarcire il Comune di seimila euro (la procura ne chiedeva 24mila). La sentenza di appello li ha liberati anche di questo, sollevandoli anche dal peso di pagare le spele legali, che saranno sostenute da Palazzo Pretorio.
La vicenda, come noto, ruota attorno al cosiddetto "lascito Delaiti", 900mila euro che nel giugno del 2017 gli eredi di Tosca Delaiti chiedono siano restituiti, perché a loro dire il Comune non aveva rispettato le ultime volontà della signora, di destinare i soldi alla valorizzazione della scuola musicale. In quel frangente l'avvocato Manica chiede alla giunta Valduga I di poter affidare una consulenza esterna, considerando insufficiente la propria competenza nel diritto successorio.
La giunta dà l'ok, e Manica indice una gara cui partecipano sei professionisti. L'avvocato prescelto quindi produce una consulenza (costata appunto 24mila euro) grazie alla quale l'amministrazione vince la vertenza e si tiene il lascito. Ma l'ente pubblico, era la tesi della procura contabile, parzialmente recepita in primo grado, avrebbe dovuto prima chiedere all'avvocatura di Stato di fornire, gratis, lo stesso servizio reperito poi sul "mercato privato".
«Ma non si poteva - ricordava Valduga -. Non c'era il tempo di investire della cosa l'avvocatura di Stato che peraltro, secondo i nostri uffici legali, non aveva le competenze specifiche richieste».