Persone / Avventura

Un giretto in bici: da Rovereto alla Cina, centomila chilometri in due anni, la sfida di Alice Pancheri e Elia Cosentino

Obiettivo: pedalare, dormire in tenda, spendere 20 euro al giorno. E se ci sarà bisogno, anche lavorare dove si troverà da fare, in Asia

di Laura Modena

ROVERETO. Prevedono di percorrere centomila chilometri in due anni, da Rovereto, città che ha dato i natali a entrambi, al cuore della Cina. Sempre e solo in bicicletta, allenati da lunghe pedalate, con una tenda per accamparsi la notte, attrezzati per affrontare ogni imprevisto, pronti a tollerare qualsiasi clima, con una spesa per il cibo calcolata intorno ai 20 euro a testa al giorno. E per il resto, bastando a se stessi.

Loro sono Alice Pancheri e Elia Cosentino, ventiseienni uniti da un sogno che negli ultimi anni ha preso forma e ora si sta dispiegando davanti a loro. Non la scoperta di qualche paese esotico o un'avventura solitaria su un'isola della Polinesia, non la scalata di vette mai raggiunte, né altre esperienze estreme. Semplicemente un lungo e paziente viaggio, un itinerario a tappe oltre le "loro" colonne d'Ercole, oltre quel mondo ormai noto che desiderano lasciarsi alle spalle.

Andranno alla scoperta dell'estrema Asia, un mondo lontanissimo e sconosciuto che i due giovani vogliono esplorare insieme. «La Cina ci è sembrata la meta ideale: è un'area gigantesca, un mondo tanto lontano dal nostro e di cui non conosciamo praticamente nulla - hanno raccontato Alice e Elia a L'Altramontagna - . Nei limiti del possibile per i nostri viaggi utilizziamo sempre la bicicletta e così tempo fa abbiamo iniziato ad abbozzare un itinerario on the bike».

In sella già da qualche settimana, i due giovani roveretani in questi giorni stanno pedalando per raggiungere amici e parenti disseminati in diverse città del nord Italia. Un ultimo giro di saluti prima di imboccare la via che li porterà a trascorrere la stagione fredda tra le capitali europee, tra Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Scandinavia, Paesi baltici, Germania, Balcani e infine le isole della Grecia. Si aprirà quindi la primavera del 2025 e i due avventurosi saranno pronti per affrontare il continente asiatico.

«Appena le condizioni meteo lo permetteranno partiremo alla volta della Turchia e avremo davanti due diverse opzioni per superare il Mar Caspio: da Nord, passando dalla Georgia e dalla Russia fino al Kazakistan, oppure tagliando a sud attraverso l'Iran. Si tratta ovviamente di un'area delicata, nella quale è difficile prevedere ora quale sarà la situazione. L'idea è quella di costruire l'itinerario man mano, studiando i percorsi migliori tra gli imprevisti che inevitabilmente si presenteranno».

Lo scopo del viaggio? La conoscenza, naturalmente. Tanto delle meraviglie della natura e del paesaggio, quanto della diversa umanità. «Muovendosi sulle due ruote i tempi si allungano, è vero, ma per lo stesso motivo potremo conoscere una miriade di realtà e comunità diverse lungo il nostro percorso - spiegano i ragazzi - . Nel corso del viaggio ci fermeremo per conoscere, per quanto possibile, le comunità e le realtà che incontreremo in Europa, e in Cina vorremmo fare lo stesso». Certo, un viaggio di due interi anni alla scoperta del continente asiatico non si improvvisa.

E così Alice e Elia negli ultimi tempi si sono dati da fare come lavoratori stagionali, risparmiando tanto da potersi rendere economicamente autonomi negli spostamenti. Hanno acquistato tenda, amaca e fornelletto a gas, hanno attrezzato le biciclette con portapacchi anteriori e posteriori, oltre a due borse laterali con tutto il necessario per partire e vivere per mesi on the road. «Le biciclette sono assemblate prediligendo materiali il più resistenti possibile, anche a discapito del peso - concludono Alice e Elia - . I telai sono in acciaio, abbiamo montato ruote rinforzate e porteremo con noi degli attrezzi che ci permettano di riparare eventuali danni nelle zone più remote. Poi, se ci sarà la necessità, lavoreremo anche all'estero per raccogliere ulteriori fondi. Per noi questa esperienza sarà molto più di un viaggio, diventerà un modo di vivere e di scoprire il mondo. Partiamo con la curiosità di conoscere posti nuovi e lontani e con la voglia di metterci alla prova, anche per ribadire l'importanza di puntare su un mezzo di trasporto pulito come la bicicletta. Da questo punto di vista si tratta di una scelta interiore, politica, che abbiamo condiviso appieno e che ci ha portato a intraprendere questa avventura».

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