L'addio a Fanny, la nonna di Rovereto (aveva 107 anni): “Una donna straordinaria”
Fanny Lodi era originaria di Venezia ma a Pola aveva conosciuto Edmondo Giacomelli, un anno più grande di lei, con il quale si era sposata nel 1940. In Trentino (a Barco di Levico) erano arrivati in maniera rocambolesca (in fuga sul finire della guerra, dopo che lui aveva perso un occhio nel 1943) con il solo zaino in spalla e nulla più. E dalla nostra provincia non si erano mai mossi
ROVERETO. Ha tagliato (e superato) il traguardo dei 107 anni e fino ad un mese fa frequentava il centro diurno per anziani in Santa Maria dove si divertiva a trascorrere ore in compagnia degli altri vecchietti. Tutti più giovani di lei. Perché Fanny Lodi non aveva rivali, in quanto all'età, essendo la nonna di Rovereto. Oltre 107 anni (compiuti il 17 febbraio scorso) vissuti in salute e con una forza d'animo davvero invidiabili fino a quando, un mese fa, la vecchiaia non ha preso il sopravvento...
Fanny era originaria di Venezia ma a Pola aveva conosciuto Edmondo Giacomelli, un anno più grande di lei, con il quale si era sposata nel 1940. In Trentino (a Barco di Levico) erano arrivati in maniera rocambolesca (in fuga sul finire della guerra, dopo che lui aveva perso un occhio nel 1943) con il solo zaino in spalla e nulla più. E dal Trentino non si erano mai mossi. Fanny ed Edmondo, una coppia meravigliosa, si erano fatti conoscere e ben volere in diversi paesi della Valsugana e della Vallagarina dove avevano insegnato alle scuole elementari.
Ma è a Virti di Folgaria, una volta raggiunta la pensione, che la coppia costruisce il suo piccolo ma confortevole buen retiro, meta dei tanti amici non solo per compiere passeggiate e gustare qualche buon piatto, ma anche per parlare e discutere di libri, di filosofia e di religione.
«Due nonni meravigliosi che hanno vissuto una storia d'amore lunga più di 80 anni» ricorda la nipote Giada, sorella di Barbara e di Klaus, figli di Raffaella sposata con Albino Broz. Le difficoltà (durante la guerra) e i drammi familiari (la perdita del primo figlio, Mario, venuto a mancare a soli 14 anni) non avevano intaccato il loro amore e quella grande generosità e disponibilità da sempre dimostrate nei confronti degli altri.
A partire dalla comunità di Barco che per prima li aveva accolti ai vari paesi (da Mori a Brentonico) dove avevano insegnato per poi stabilire la loro residenza in via Pozzo in città e a Virti in «una casetta costruita con i risparmi di una vita per onorare l'impegno del nonno se la nonna l'avesse sposato» ricorda Giada.
Fanny Lodi, donna risoluta ma sempre con il sorriso sulle labbra, ha vissuto intensamente i suoi anni tra mille interessi e mille impegni circondata dall'affetto della famiglia cresciuta con l'arrivo di quattro stupendi bisnipotini ai quali era molto legata.
Amante della lettura, frequentava assiduamente il centro diurno per anziani per condividere momenti felici «tra filastrocche e il ripasso delle tabelline». Sempre lucida e di spirito a carnevale di quest'anno (compiuti i 107) aveva indossato mascherina e cappellino sfoderando un sorriso contagioso. I funerali si sono svolti venerdì 16 agosto alle 11 in Santa Caterina.