Allarme / Il caso

Rovereto: la casa Itea degli incendi e dei riti satanici, una donna va a processo dopo una lunga inchiesta

Biglietti inneggianti al Demonio, fuoco appiccato nel vano dell’ascensore: pompieri e polizia alla fine puntano il dito su una cinquantenne, finita alla sbarra

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Roghi e biglietti satanici. Questo è successo al condominio Itea di via Benacense seconda, civico 77 bis, nel marzo del 2022. E non una volta solta, ma tanti piccoli incendi con grosse volute di fumo che hanno allarmato gli inquilini. Il carico, però, riguarda i biglietti satanici con inneggiamenti al Diavolo e al mondo che, di lì a poco, avrebbe dovuto bruciare.

Non sono ragazzate, attenzione, tanto che la questione è finita a processo. Scomodando, per altro, agenti e ispettori della polizia di Stato, vigili del fuoco e perfino la scientifica. Per fortuna nessuno si è fatto male, ma i vari episodi sono comunque inquietanti. Soprattutto per quei messaggi di abbraccio a Satana e la minaccia della fine di tutto, proprio dentro un fuoco che brucia come l'inferno.

Alla fine, dopo anni di tensioni e paure concrete, una donna di 54 anni è finita a processo. É lei la «vandala» dell'Itea? A stabilirlo sarà la giudice Monica Izzo che ieri ha ascoltato inquirenti e pompieri. La prossima udienza in tribunale, il 17 ottobre, riguarderà invece i condomini. Quelli che, per anni, hanno considerato atti di vandalismo incendi che in realtà potrebbero essere altro. Ma il fuoco acceso più volte nella tromba dell'ascensore, ha prodotto denunce e segnalazioni alle forze dell'ordine che, il 21 marzo 2022, si sono concretizzate in una perquisizione nell'appartamento della sospettata (C.S. di 54 anni) e con l'arresto, breve ma sufficiente a raccogliere elementi utili alle indagini.

Tutti, per capirci, riuniti negli scantinati della palazzina Itea. Quei roghi, che hanno incendiato l'ascensore più volte, alla fine hanno di fatto trasformato la casa Itea nel centro d'attenzione della polizia. Che, anche grazie ad un filmato di una telecamera di una vicina di casa, è risalita alla presunta autrice degli incendi e, ovviamente, firmataria dei numerosi messaggi rivolti a Satana affissi nei garage del condominio. L'accusa nei suoi confronti è quella di incendio doloso.

«Quello che è successo è un fatto gravissimo e Itea non intende certo soprassedere. - commentava all'epoca l'allora presidente di Itea Francesca Gerosa - É per questo che anche noi facciamo denuncia e faremo tutto ciò che è nel nostro potere. Se verrà consolidato l'arresto dell'inquilina verranno decurtati dei punti, fino ad arrivare alla revoca dell'alloggio se ne ravviseremo i termini».

Di fatto, processo a parte, non è stato fatto nulla. Eppure qualche invasato - se sia l'ìmputata lo stabilirà la giudice - per anni ha annunciato l'arrivo del Maligno bruciando di quando in quando il vano ascensore e perfino una cantina. E sempre lasciando biglietti satanisti di colore rosso fuoco che, ovviamente, hanno impaurito i condomimi. Gli stessi che, tra un mese, saranno in tribunale a raccontare le loro ansie alimentate da uno squilibrato che ha preso in prestito le gesta dei film horror per manifestare il proprio disagio.

Le indagini, per fortuna, hanno messo fine all'incubo. E in tribunale tanti sia i poliziotti che i pompieri che hanno raccontato i vari interventi. Risolutivi, ovviamente, ma sempre con la spada di Damocle sulla testa. Perché un adepto del Diavolo, di fatto, può fare qualunque cosa.

Ecco perché la testimonianza degli altri inquilini può aiutare a risolvere il caso. Tantopiù che l'imputata, in aula, non ha nemmeno alzato un soppraciglio, limitandosi ad ascoltare il resoconto dei vari interventi. E questo a prescindere dal fatto che, per mesi, i residenti erano esasperati.

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