Rovereto, addio a padre Gianni, frate calciatore: dal 2011 fino al 2023 amatissimo parroco di Santa Caterina
È morto all’età di 75 anni a Bergamo. La sindaca di Rovereto: «Una perdita immensa, un punto di riferimento spirituale e umano, sempre disponibile con chi era smarrito, arrabbiato, distratto o di tutt'altra opinione, instancabile nell'accoglienza di tutti e tutte, un grande educatore. Ci mancherà tantissimo”
ROVERETO. Una notizia improvvisa, giunta da Frate Angelo Borghino - ministro provinciale della Lombardia - e diffusa venerdì scorso tra i gruppi dei ragazzi della catechesi della parrocchia di Santa Caterina, annunciava il ricovero d'urgenza per infarto all'ospedale di Bergamo di padre Giovanni Landini - per tutti padre Gianni - l'amatissimo frate che fino allo scorso anno aveva condotto una delle parrocchie più frequentate e partecipate della città.
Da subito i parrocchiani si erano dati appuntamento la domenica sera, per recitare assieme un rosario e sostenere con la preghiera padre Gianni. Lunedì le condizioni del frate sembravano essere migliorate, ma martedì 24 settembre l'annuncio giunto dalla Curia provinciale dei frati cappuccini ha lasciato nel dolore i fedeli e l'intera città.
Alle 17.30 i parrocchiani hanno ricevuto la notizia della scomparsa del frate, deceduto presso la clinica Gavazzeni di Bergamo all'età di 75 anni. Soltanto un anno fa, durante la messa domenicale del 1 ottobre, padre Gianni aveva dato il suo ultimo saluto alla parrocchia per poi tornare in convento a Lovere, sul Lago d'Iseo.
«Torno felice nella spiritualità francescana cappuccina - aveva detto il frate ai fedeli emozionati e commossi - Ma quella di adesso non è una partenza. È sempre un camminare insieme, nell'amicizia e nell'amore».Il frate cappuccino di origini lombarde - e madre della Vallarsa, come teneva a ricordare - si era insediato nella parrocchia roveretana nel 2011, dopo 20 anni di conduzione di padre Virgilio Torresani.
Ne aveva raccolto l'eredità, guadagnandosi da subito le simpatie dell'intera comunità, ma soprattutto dei ragazzi, con i quali amava intrattenersi chiacchierando e tirando calci al pallone al campetto, una delle sue passioni di sempre. Era stato infatti calciatore della Solbiatese in serie C prima di vestire il saio all'età di 28 anni, e per trent'anni era stato il capitano della nazionale di calcio dei frati cappuccini.
Nato e cresciuto a Busto Arsizio, padre Gianni aveva vissuto per molti anni a Milano, fino a quando, a Casalpusterlengo, aveva fondato una comunità terapeutica di recupero di tossicodipendenti, perché «la comunità deve curare le proprie ferite, non allontanare i ragazzi in difficoltà», diceva. In parrocchia di Santa Caterina per dodici anni, padre Gianni si era dimostrato una guida instancabile e appassionata. Sempre presente, con lo sguardo limpido e il sorriso aperto e rassicurante, sosteneva chiunque si rivolgesse a lui.
Partecipava attivamente alle innumerevoli iniziative della parrocchia: il coro, le recite di Natale, il Grest, le gite in montagna, le partite a calcio, le bancarelle alla fiera di Santa Caterina «perché c'è sempre da aiutare qualche missionario con una raccolta fondi», spiegava. Aveva saputo condurre una realtà vivace e in continuo fermento, indicando sempre una direzione ben chiara.
«La Chiesa è materna, è una mamma che accoglie e non rifiuta nessuna persona - aveva detto padre Gianni nella sua ultima omelia a Rovereto - perché è la casa di tutti, soprattutto dell'uomo fragile. E questo ci permette di essere creduti in un mondo che non crede». E padre Gianni era così, creduto e amato da tutti, adulti, bambini e adolescenti che sapeva riunire attorno a sé, creando uno straordinario senso di comunità. Bastava poi pronunciare la parola "Monclassico" per vedere gli occhi di padre Gianni illuminarsi.
«È un posto magnifico - diceva - un luogo immerso nella natura, è il nostro orgoglio, una casa parrocchiale che accoglie ogni anno decine dei nostri giovani per il campeggio estivo e quello invernale». E a Monclassico padre Gianni era tornato a inizio settembre, per salutare ancora una volta i suoi ragazzi che a novembre riceveranno il sacramento della Cresima. Ci teneva a parlare con loro, ci teneva a indicare ancora una volta la via, come solo lui sapeva fare.
«Una perdita immensa, un punto di riferimento spirituale e umano, sempre disponibile con chi era smarrito, arrabbiato, distratto o di tutt'altra opinione, instancabile nell'accoglienza di tutti e tutte, un grande educatore, coinvolgente con i ragazzi e le ragazze, comprensivo e sempre disponibile con tutti i genitori, ha guidato cresciuto e voluto bene a tante generazioni passate da Santa Caterina. Ci mancherà tantissimo. Buon cammino Gianni, come se fossi ancora qui con noi» il messaggio di cordoglio della sindaca Giulia Robol.