Previdenza / Rovereto

Lavora 14 giorni in due anni, l'Inps rivuole 32mila euro: il caso

L’impiego gli aveva portato in tasca 714,56 euro in totale. Soldi e lavoro dichiarato tanto che l'informazione è arrivata negli uffici dell'Inps che gli ha chiesto di riavere i ratei mensili di entrambi gli anni. Tutti i 24 mesi e non limitati ai due che aveva lavorato

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di Mara Deimichei

ROVERETO. Da pensionato - c'era andato con quota 100 - in due anni aveva lavorato in campagna 14 giorni. Nove durante agosto del 2022 e 5 nel settembre dell'anno successivo. Un impiego che gli aveva portato in tasca 714,56 euro in totale. Soldi e lavoro dichiarato tanto che l'informazione è arrivata negli uffici dell'Inps che gli ha chiesto di riavere i ratei mensili di entrambi gli anni.

Tutti i 24 mesi e non limitati ai due che aveva lavorato. In sintesi l'istituto di previdenza ha formalmente chiesto al pensionato la restituzione di 32.468,69 euro sostenendo che così prevede la legge. Ma così non la pensa il giudice del lavoro di Rovereto, Michele Cuccaro, che ha (parzialmente) accolto il ricorso del pensionato dichiarando che ha e aveva diritto a percepire la pensione negli anni 2022 e 2023 fatta eccezione per i soli ratei di agosto 2022 e settembre 2023.

Quelli non sono effettivamente dovuti perché, anche se per pochi giorni, in quei periodi ha svolto un' attività lavorativa.

A portare il caso davanti al tribunale, l'avvocato del pensionato, Giovanni Guarini che ha presentato il ricorso contro la richiesta di restituzione delle mensilità del 2022 e del 2023 sostenendo che il provvedimento era illegittimo.

Posizione non accettata da Inps che in causa ha sostenuto che « nei provvedimenti di liquidazione della pensione erano stati esplicitati in maniera chiara gli effetti sulla pensione quota 100 dello svolgimento di una attività lavorativa subordinata o autonoma» e che la quota 110 era stata pensata come soluzione sperimentale e non strutturale con lo scopo di agevolare anche un ricambio generazionale «con la conseguenza che non vi era spazio per un'interpretazione "costituzionalmente orientata" che limitasse la decurtazione ai redditi prodotti anziché disporre la sospensione dell'intera prestazione pensionistica».

Insomma per l'Inps tutto è chiaro: chi ha beneficiato di quota 100 e lavora anche per pochi giorni, perde la pensione di tutto l'anno. Ma, come detto, diverse sono state le conclusioni del magistrato roveretano che ha richiamato un sentenza del tribunale di Torino.

«La pensione quota 100 - hanno scritto i magistrati piemontesi - consente di ritirarsi dal lavoro anticipatamente ma presuppone in ogni caso un'età superiore a 62 anni; revocare - come prevede la circolare Inps senza un adeguato supporto nella legislazione primaria - la pensione per tutto l'anno qualora vi sia produzione di redditi da lavoro dipendente, di qualunque misura (anche irrisoria), comporta certamente la erosione della funzione previdenziale della pensione.

Una lettura costituzionalmente orientata della previsione di non cumulabilità tra la pensione quota 100 e il reddito da lavoro dipendente impone quindi di limitare la sospensione della prestazione previdenziale ai soli periodi coperti dal contratto di lavoro, dovendosi estendere - al di fuori dei periodi nei quali il pensionato ricava altri redditi da lavoro - la funzione previdenziale del trattamento pensionistico».

Da qui la decisione di limitare la restituzione delle pensioni ai mesi in cui è stata percepita un' altra entrata.

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