Rovereto: vicini registrati pure a letto, una donna a processo per stalking
I rapporti tesi tra inquilini, per i troppi rumori prodotti da una coppia, si sono trasformati in una sorte di “spy story” che i coniugi hanno vissuto come atti persecutori. Già fissate tre udienze
STALKING Arrestato un operaio quarantenne
ROVERETO. Dalle premesse quello che è stato calendarizzato giovedì 31 ottobre si annuncia come un processo infinito, «monstre» per usare termini esotici. Che porterà in tribunale decine e decine di testimoni, addirittura un intero condominio. Perché il reato contestato è proprio un inedito «stalking condominiale».
La questione è delicata e, vista l'imputazione, può costare la galera all'imputata se si deciderà per il massimo della pena. Alla sbarra, infatti, è finita una donna che, dopo aver litigato con i vicini del piano di sopra per l'eccessivo rumore, ha registrato l'attività domestica della coppia raccogliendo tre chiavette Usb con incise ben 112 registrazioni ambientali, compresi i rumori prodotti dall'intimità di marito e moglie sotto le lenzuola.
Insomma, dalle quasi proverbiali liti di condominio - immancabili nell'immaginario collettivo del Bel Paese - si è arrivati allo stalking che, detto nella lingua di Dante, vuol dire minacce e atti persecutori. Un reato che, come detto, la stessa difesa ha rinominato «stalking condominiale». Perché le classiche beghe sono finite in un dossier che l'imputata, esasperata per la mancata tutela della propria quiete domestica rovinata dall'eccessivo fragore della coppia che vive nello stesso palazzo, ha raccolto in otto mesi di tempo violando la privacy degli altri inquilini.
E proprio gli inquilini, non solo le vittime di questa sorta di «spy story» di caseggiato, saranno chiamati sul banco dei testimoni a raccontare quanto è accaduto dentro le mura dell'edificio. La prossima udienza, per capirci, sarà il 5 dicembre e tutta la mattina sarà impiegata per ascoltare i testi citati del pubblico ministero Elisa Beltrame; il 27 febbraio, poi, l'intero pomeriggio sarà riservato ai condomini chiamati a deporre dalla parte civile e il 20 marzo toccherà alla difesa.
Nel frattempo saranno sbobinate le registrazioni omettendo i passaggi intimi, di cuore diciamo. Toccherà quindi alla giudice Monica Izzo decidere le sorti della signora denunciata e portata a processo.
Che i rapporti fossero deteriorati, comunque, nessuno ne fa mistero. Ma quell'invasione della quotidianità domestica ha fatto storcere il naso. Certo, le molestie magari ci sono anche state ma si tratta di definire quali siano perseguibili penalmente e quali no. Le rivalità tra abitanti di uno stesso palazzo, d'altro canto, sono all'ordine del giorno. Mai, però, si è arrivati a parlare di «stalking condominiale» con microfoni accesi per mettere nero su bianco i potenziali disturbi e una querela che travalica le molestie e che addirittura, stando al codice penale, prevede pene fino a sei anni di reclusione. Ma l'entità, in caso di condanna, dovrà stabilirla il giudice. Il dibattito in aula, comunque, si prevede acceso e puntiglioso.
Perché alla fine condividere una casa con altre persone è sempre difficile ed ogni parola «storta» può portare ad un scontro frontale che chiama in causa avvocati e magistrati.