Giustizia / Il processo

Eredità milionaria, si va davanti al giudice: per la procura la contessa è stata circuita dalla badante

Un'eredità importante da 5 milioni di euro tra contanti, immobili e beni mobili che in questo momento è stata congelata in attesa di dipanare la matassa

di Mara Deimichei

ROVERETO. Finirà, ad aprile, davanti al giudice la vicenda che coinvolge gli eredi della contessa Maria Malfatti e la badante della donna morta nell'ottobre 2023. In ballo un'eredita che vale circa 5 milioni di euro e che nelle sue ultime volontà la nobildonna 80enne aveva interamente assegnato a chi si era presa cura di lei negli ultimi anni di vita. Escludendo così il fratello e i nipoti dall'asse ereditario.

Per quest'ultimi, però, l'anziana sarebbe stata spinta a prendere questa decisione quando la sua capacità di decidere autonomamente era venuta meno. E per questo avevano presentato querela tramite l'avvocato Luca Fedrizzi. Querela sulla quale ha indagato la procura (il caso è stato seguito dal sostituto procuratore Viviana Del Tedesco) che ha chiuso le indagini formalizzando nei confronti della badante (albanese) l'accusa di circonvenzione di incapace, reato che si sarebbe concretizzato all'inizio della primavera del 2022.

Ora sarà un giudice a valutare la situazione e l'avvocato della donna, Nicola Canestrini, è pronto ad affrontare il processo: «Non vorrei che dietro a questa vicenda ci sia un razzismo strisciante, che il problema sia che una donna che la lasciato l'Albania per lavorare in Italia come badante, non possa ereditare una cifra considerevole che le è stata liberamente lasciata dalla donna di cui si era presa cura. Una donna sì anziana ma che nel periodo contestato era stata vista da pubblici ufficiali e medici legali che non avevano riscontrato nulla di anomalo in lei».

In aula quindi finiranno due narrazione contrapposte. Da una parte quella degli eredi e della procura che sono convinti che la contessa Maria Malfatti non avrebbe deciso liberamente di nominare come sua unica erede la sua badante, ma sarebbe stata circuita e quindi portata a prendere questa decisione. Dall'altra la difesa che parla di una decisione presa in assoluta libertà e quindi espressione delle ultime volontà della nobildonna, discendente del podestà Valeriano.

Un'eredità importante da 5 milioni di euro tra contanti, immobili e beni mobili che in questo momento è stata congelata in attesa di dipanare la matassa. Maria Malfatti non si era mai sposata, non aveva figli, ma una decina di nipoti. La sua vita l'aveva trascorsa a Rovereto e negli ultimi anni era stata seguita dalla badante che l'aiutava nelle piccole e grandi incombenze quotidiane. Un rapporto quotidiano fra le due donne che era durato fino alla fine dell'ottobre scorso quando la contessa, 80enne, è morta lasciando il fratello e una decina di nipoti.

Dopo la celebrazione dei funerali, per gli eredi c'è stato il passaggio nell'ufficio del notaio cui era stato consegnato il testamento della nobildonna che, come detto, possedeva un patrimonio personale molto importante. Lì, durante la lettura delle ultime volontà la scoperta che ha poi dato il via all'azione penale. Maria Malfatti aveva nominato come sua unica erede la badante. Che all'improvviso è diventata - solo sulla carta per ora visto che è stato tutto congelato - milionaria.

I soldi sul conto corrente della contessa (per un totale di circa un milione di euro), gli immobili (fra i quali un palazzo in via della Terra) e anche beni mobili come quadri e volumi antichi, tutto era stato infatti lasciato alla donna che aveva accompagnato Malfatti negli ultimi anni della sua vita. 

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