Rovereto, chiude dopo 40 anni lo storico negozio di bomboniere «Papillon» di piazza Malfatti
Gloria Burli: «Vado in pensione. Ma non sono più gli anni d’oro, centri commerciali ed e-commerce uccidono il centro. E la città la vedo mortarella»
ROVERETO. «A malincuore, ma è arrivato il momento di chiudere. E lo dico con il magone perché a Rovereto ci sono affezionata, perché mi mancherà tantissimo il rapporto con la clientela... Ma c’è un tempo per tutte le cose... e adesso l’orologio della vita segna l’ora della pensione... C’è poco da fare: così è la vita».
“C’est la vie” verrebbe piuttosto da dire parlando di Papillon, il negozio di piazza Malfatti dedicato alle bomboniere e alla bigiotteria. «Dopo 40 anni di attività penso che sia giusto godersi il meritato riposo - afferma la titolare Gloria Burli - Se devo dirla tutta sarei in pensione da qualche mese, ma ora che anche mio marito Walter ha smesso di lavorare, vogliamo vivere in maniera più tranquilla il nuovo tempo a che abbiamo a disposizione per dedicarci alle nostre passioni. Da un lato ovviamente sono contenta, dall’altro però so che mi mancheranno tante persone e tante cose di questa bella piazza...»
La chiusura del negozio non sarà immediata («stiamo facendo una promozione per vendere quello che ci è rimasto») e comunque non sarà prima di aprile anche perché Gloria Burli (originaria di Brentonico) vuole festeggiare i veri 40 anni di attività («35 dei quali con la bravissima collaboratrice Antonella») con il compleanno del Papillon che cade l’1 aprile («e non è uno scherzo...»).
E così un altro negozio del centro storico chiude, altre vetrine rimarranno senza luci accese («al momento non credo ci sia nessun altre che viene al nostro posto»), un’altra attività che verrà a mancare per sempre.
Ma davvero il centro di Rovereto sta andando così in declino dal punto di vista commerciale? «È vero che il settore del commercio soffre per vari motivi, ma io chiudo soltanto perché vado in pensione. Non è che non si lavori - puntualizza la titolare del Papillon - anche se è innegabile che gli anni d’oro, gli anni Novanta, restano soltanto un ricordo. Per fortuna ci hanno salvato la manualità del lavoro di confezionamento delle bomboniere e il rapporto con la clientela. Il commercio della zona storica della città è cambiato con la nascita dei centri commerciali e con l’arrivo dell’e-commerce. Così come è cambiata la tipologia della clientela anche perché ormai non si sposa quasi più nessuno. E per chi vende bomboniere non è proprio il massimo, anzi...»
Per i matrimoni numericamente in crisi, in compenso ora le bomboniere vanno per altri eventi che un tempo non si festeggiavano con i confetti: dalle nascite alle prime comunioni, dalle cresime alle lauree. «Certo che gli anni in cui c’erano matrimoni a go go - ricorda Gloria Burli - e noi facevamo delle volte fatica e tenere il passo con gli ordini mi sa che non torneranno più. Non voglio fare la nostalgica, ma è un dato di fatto che anche i negozi pieni di clienti e le vie e le piazze della città affollate di roveretani restano un ricordo...».
Già, come è cambiata Rovereto dal suo osservatorio quarantennale? «È una tristezza vedere la città così mortarella che ha perso la vitalità del passato. Vedo tante insegne spente e poco spirito di iniziativa. Siamo in una delle piazze più belle di Rovereto e non c’è gente in giro: eppure io sono convinta che se ai roveretani si dà l’opportunità di uscire di casa, organizzando qualche evento o manifestazione, la risposta arriva. In fondo non credo che serva molto o che siano necessari importanti investimenti finanziari..» conclude la titolare di Papillon.