Una sala di 5 Stelle che sogna e suda

Le assemblee del Movimento 5 Stelle si chiamano «meet-up». L'ho imparato giovedì sera, quando sono entrato nella galassia delle Cinque Stelle, partecipando all'assemblea del dopo-elezioni dei «grillini» (lo so, non si dice) di Trento all'hotel Adige di Mattarello. In teoria avremmo dovuto essere 98 (quelli che si sono iscritti, come me, via web per partecipare), ma poi il salone ha dovuto essere sdoppiato togliendo una parete mobile, perché a partecipare erano oltre 250 persone. «Solo gli iscritti potranno votare, ma naturalmente chiunque è libero di assistere e partecipare», spiega un giovanissimo coordinatoreI tuoi commenti sul fondo del direttore

di Gigi Zoppello

Le assemblee del Movimento 5 Stelle si chiamano «meet-up». L'ho imparato giovedì sera, quando sono entrato nella galassia delle Cinque Stelle, partecipando all'assemblea del dopo-elezioni dei «grillini» (lo so, non si dice) di Trento all'hotel Adige di Mattarello.

In teoria avremmo dovuto essere 98 (quelli che si sono iscritti, come me, via web per partecipare), ma poi il salone ha dovuto essere sdoppiato togliendo una parete mobile, perché a partecipare erano oltre 250 persone. «Solo gli iscritti potranno votare, ma naturalmente chiunque è libero di assistere e partecipare», spiega un giovanissimo coordinatore.
Siccome l'iscrizione è on-line e gran parte del lavoro del movimento si svolge in internet, il mio nome è apparso subito fra i partecipanti. Così sono iniziate le telefonate e le punzecchiature di amici e colleghi: «Ah, ecco, sei già diventato grillino! Sei saltato sul carro dei vincitori!». In realtà io sono un cronista di vecchio stampo, e tengo ancora un paio di scarponi da montagna nel baule della macchina, perché mi piace andare a vedere i fatti di persona. E non mi piace, invece, parlare delle cose per sentito dire.
Prendete questa assemblea «meet-up» di Mattarello: in teoria - a sentire le storie che circolano in questi giorni - avrebbero dovuto buttarmi fuori in quanto giornalista. In realtà l'ho dichiarato subito: vorrei partecipare per rendermi conto, e di mestiere faccio il giornalista. Nessuno mi ha perquisito, nessuno mi ha insultato, nessuno mi ha cacciato.
In sala, per dire, ho trovato un mio vicino di casa: per anni ha lottato sul fronte «no inceneritore» a Trento, e lui ai «meet-up» partecipa da un anno e mezzo. Certo - come spiegano gli organizzatori all'inizio - prima delle elezioni «eravamo in quaranta, oggi siamo più di duecento». E il sospetto che qualcuno si possa infiltrare è legittimo. «Se qualcuno è qui perché pensa di essere candidato alle prossime provinciali, o alle europee, sappia che non accadrà. Chi vuole lavorare per il movimento deve essere disposto a mettere da parte i personalismi e a lavorare nei gruppi tematici, ed è una strada lunga e faticosa» spiegherà nel corso della serata Riccardo Fraccaro, il parlamentare eletto da 5 Stelle in Trentino.

 I n quella sala di Mattarello l'assemblea è durata oltre due ore e mezzo, ma è filata liscia come l'olio: perché si parla prenotandosi, ognuno ha diritto a un minuto e mezzo cronometrato con orologio proiettato sullo schermo, per un massimo di tre volte. Quindi: poche chiacchiere e andare subito al sodo. Qualcosa di lontano anni luce dalle interminabile assemblee parolaie di altri partiti e movimenti, in cui gli interventi duravano ventine di minuti, spesso per parlare dell'aria fritta.
Altra differenza: in sala ci sono moltissimi giovani. Molto giovani. A cominciare dal coordinatore della serata, Andrea Gorfer, piazzato davanti al suo portatile Apple per gestire cronometro e schermate. Relativamente poche, invece, le donne, e questo mi ha lasciato un po' sorpreso.
Di cosa parlano, dunque, questi attivisti? Intanto spiegano che il loro lavoro è iniziato molto tempo fa, nel maggio 2012: «Siamo partiti con dei gruppi di lavoro per preparare un programma per le elezioni provinciali di ottobre» spiega Manuela Bottamedi che fa parte del gruppo su «Cultura, Istruzione e Welfare». «In realtà, ci siamo trovati fra capo e collo le politiche, che non ci aspettavamo così presto». E comunque si vede che ha portato bene.
Dal maggio scorso hanno creato questi che chiamano con disinvoltura «Gdl», cioè «gruppi di lavoro». Basta andare sul sito www.meetup.com/meetup-tn/ e c'è tutto: argomenti, partecipanti, discussioni, materiale prodotto. In una parola: stanno studiando, e costruiscono il programma elettorale. Un esempio? La lista è lunga: GdL Ambiente, Gdl Università e Ricerca, Gdl comunicazione, una proposta per Gdl agricoltura, poi il Gdl Autonomia, quello sui Trasporti pubblici (non ci crederete, ma stanno studiando un sistema sostenibile per rendere gratuiti i trasporti pubblici in Trentino), ma c'è anche un ferratissimo Gdl Politiche economiche provinciali (guerra agli sprechi, riduzione delle società partecipate, divieto per la Provincia di agire come soggetto commerciale).
Molti di questi «Gdl», l'altra sera a Mattarello, hanno esposto i primi risultati del loro lavoro; altri ci stanno ancora lavorando; altri ancora stanno nascendo adesso (come quello sul Turismo). Insomma: tanta carne al fuoco. Ma soprattutto alla luce del sole. Non solo chiunque può entrare dei gruppi di lavoro, ma tutti sono incoraggiati a farlo. I coordinatori del meet-up lo ripetono più e più volte. E alla fine in tanti si avvicineranno al banco per aderire.
Sia chiaro: aderire al «meet-up» non vuol dire essere iscritti al Movimento di Beppe Grillo. Andrea Gorfer lo spiega con una diapositiva: il meet-up è un'assemblea libera e aperta. Poi c'è il blog di Beppe Grillo, al quale si può chiedere di venir iscritti (ma non è chiaro se si possa venir rifiutati o meno); infine c'è quel o che loro chiamano «il braccio armato del Movimento», ovvero l'Associazione Cinque Stelle Trentino. «È nata - spiega Gorfer - perché chiedere lo spazio per un gazebo o l'autorizzazione per una sala è molto più facile per un'associazione che per un singolo privato». E quindi eventuali donazioni o quote di iscrizione vanno lì.

 O k, il capitolo soldi è il più spinoso. Si sa che 5 Stelle vuole mantenere il suo carattere pulito e severamente fuori dalle storie: «Sia chiaro - spiegano con pazienza ma con fermezza gli organizzatori - che tutti i soldi raccolti vengono rendicontati, non vanno in nessun modo né agli iscritti né agli organizzatori, servono solo per le attività del Movimento». Infatti anche la sala dell'hotel Adige viene pagata con una colletta seduta stante. Ognuno mette due euro in una cassetta che si passa di mano in mano. Alla fine, proclamazione finale ad alta voce: la sala costava 160 euro, sono stati raccolti 430 euro, purtroppo la temperatura in sala era di oltre 30 gradi e fra sudore e affanni si è dovuti intervenire con alcune casse di acqua minerale, che è stata conteggiata dall'hotel per oltre 140 euro. Alla fine, siccome molti hanno dato più di 2 euro, è avanzato un gruzzoletto per la prossima volta preso in carico da un attivissimo Alvaro, che per tutta la sera è stato un instancabile «motore logistico».
Dopo i «Gdl», la parola al parlamentare Fraccaro, accolto da una vera ovazione. Racconta episodi del primo impatto con Roma, a tratti surreali: «Siamo stati accolti da una vera folla di giornalisti, operatori delle tv e fotografi. Un impatto abbastanza duro» ha raccontato. Ma non era nulla rispetto a quello che è successo dopo. «Pensate che entreremo in Parlamento e ci toccherà scegliere degli assistenti, i cosiddetti "portaborse". Abbiamo detto che ci avremmo pensato, scegliendoli fra i nostri. Ci hanno detto invece che dobbiamo sceglierli obbligatoriamente da una lista di 180 portaborse nominati da chi ci ha preceduto. E se rinunciamo, dobbiamo pagarli ugualmente».
Il trauma degli apparati della Camera e del Senato davanti a questi neo-parlamentari che chiedono «come si fa a rinunciare all'indennità?» viene reso con efficacia da Fraccaro: «Ci hanno detto: ma sul serio volete rinunciare ai soldi?»
Ecco, torna lo stereotipo dei «marziani» di Grillo. Ma nella sala di Mattarello tutto questo è accolto con applausi scroscianti.
Come quando un partecipante chiede a Fraccaro: «Lo farete l'accordo con il Pd?» e lui spiega: «Per quanto mi riguarda, spero di no. Bersani ha fatto i suoi 8 punti, e uno dice che si impegneranno a ridurre l'indennità dei parlamentari. Beh, se volevi davvero ridurla, cominciavi dicendo: da oggi noi ce la riduciamo». E giù applausi da far tremare i muri.

 N on è una banda di invasati, quella che partecipa all'assemblea: ci sono insegnanti, operai, gente venuta da San Martino di Castrozza sfidando la nevicata («arriverò a casa alle 2 di notte»), o da Riva del Garda, o dalla Rendena. Ascoltano, propongono, chiedono.
È ben chiaro ad un osservatore esterno come me che il Movimento Cinque Stelle ha centrato l'obiettivo con una strategia molto semplice: ascoltare la gente. Al «meet-up» può parlare chi vuole. Certo, solo per un minuto e mezzo. E se ha cose lunghe da dire, le metta sul post del sito internet.
«Io non so usare il computer» si lamenta uno in prima fila. Andrea Gorfer gli sorride: «Non c'è problema, dalla settimana prossima iniziamo i corsi gratuiti per imparare a usare la pagina di Meet-up. Intanto ti lascio una guida rapida».
Passano le ore, la temperatura in sala è tropicale, dal tavolo degli organizzatori si invita a fare ciao-ciao con la mano a Rttr che sta ritrasmettendo la serata dallo streaming. «Sia chiaro - spiegano però - che stasera noi siamo sul tavolo e voi in sala per un problema logistico. La prossima volta staremo seduti in mezzo a voi, come tutti».
Ambiente, risorse, lotta agli sprechi, abolizione della riforma Dalmaso nella scuola, sicurezza pubblica, e infine la domanda topica: e l'Autonomia?
«Beppe Grillo lo ha detto chiaramente, 5 Stelle non è contro l'autonomia del Trentino. Anzi: tutte le regioni saranno autonome, trattenendo il 100 per cento delle risorse e pagando una quota parte allo Stato per i servizi». In pratica, il federalismo spinto. Gli Stati Uniti d'Italia. Un sogno, un'utopia. Ma dei sogni sono fatte le speranze degli uomini. Anche di quelli riuniti a Mattarello, che non vedono l'ora di vederli realizzati.

 

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