Le Albere vetrina dell'autonomia trentina

Il progetto annunciato dall'assessore Franco Panizza e affidato al Museo storico, diretto da Giuseppe Ferrandi, per un percorso nei temi dell'autonomia trentina e di altre aree europee prenderà corpo dopo la fine dei lavori per l'adeguamento degli impianti del palazzo delle Albere, accanto al nuovo quartiere che ospiterà il Muse

di Zenone Sovilla

Un percorso fra storia e attualità nella dimensione europea dell'autonomia, scevro da intenti autocelebrativi. È l'idea che dovrebbe vedere la luce al palazzo delle Albere, nei primi mesi dell'anno prossimo, una volta conclusa la ristrutturazione. «Vorremmo affiancare al nuovo Muse un luogo che metta in relazione il presente e il passato, le sfide della scienza con quelle di un'autonomia dinamica e aperta al mondo», spiega l'assessore provinciale alla Cultura e neosenatore  Franco Panizza .
«In linea di massima - prosegue - si prevede di connotare il piano terra come uno spazio versatile, da utilizzare di volta in volta per iniziative temporanee. L'autonomia è pensata come tema di un allestimento permanente al primo piano: non un semplice viaggio storico, ma una finestra sulle tappe e sul senso del nostro percorso, sullo sfondo mitteleuropeo, dal secondo dopoguerra a oggi».
 Come procederà ora l'iter?
 «Prevediamo un tavolo tecnico con il Mart, il Museo delle scienze, il Museo storico, il Buonconsiglio e - se lo vorrà - il museo di San Michele. Appena il quadro sarà più preciso, presenteremo ovviamente la proposta anche al Comune, con l'idea che il palazzo delle Albere sia un ponte simbolico fra il nuovo quartiere e la città storica».
 Dal municipio, dunque, arrivano segnali distensivi, dopo l'iniziale rigidità?
 «Ci siamo confrontati con il sindaco Alessandro Andreatta, per illustrare meglio questa idea e abbiamo trovato alla fine un terreno condiviso, specie dopo aver spiegato che non si tratta di un tuffo nella storia ma di un percorso nell'attualità dell'autonomia. In ogni modo, con il Comune avremo presto nuovi scambi, anche per ragionare sul futuro di altri spazi, quali l'edificio della ex questura».
 Che cosa troverà, dunque, il visitatore nel futuro palazzo delle Albere?
 «Il piano dedicato all'autonomia, a cura del Museo storico, presenterà probabilmente testi sintetici, molte fotografie, cimeli, pezzi d'arte, giornali e materiali audiovisivi, per favorire la comprensione della nostra esperienza guardando anche al più ampio contesto europeo in cui è inserita».
 Che cosa si sta pensando, invece, per le altre sale?
 «Sarà mantenuta l'esposizione permanente, a rotazione, delle opere di grandi artisti trentini che sono conservate alle Albere. Inoltre, si prevedono interventi per valorizzare al meglio le bellezze del palazzo, a cominciare dagli affreschi.
In generale c'è l'obiettivo di trasferire al visitatore le suggestioni su ciò che questo luogo ha rappresentato nella storia del territorio».
Per parte sua,  Maurizio Ferrandi , direttore del Museo storico, spiega che sul piano strettamente scientifico sta emergendo l'idea di partire da una «problematizzazione» del tema, indagando il senso delle autonomie nell'Europa delle regioni. Da qui, si passa a un approfondimento della dimensione alpina: «Immaginiamo un percorso attraverso le forme differenziate di autogoverno sviluppato nel tempo dalle comunità, compreso il caso del Trentino e dei suoi presupposti storici. Sarà uno sguardo comparativo che comprenderà anche la narrazione delle vicende difficili di popolazioni alpine che, per ragioni derivanti da decisioni dei poteri centrali, vivono tuttora una perdurante mortificazione delle loro aspirazioni autonomistiche, come nel caso del vicino Bellunese, per restare nel nostro ambito dolomitico. Non potranno mancare, inoltre, una comparazione con il Sudtirolo, anche per mettere a fuoco le peculiarità di quel processo storico rispetto al Trentino, e con realtà straniere, come alcuni cantoni della confederazione elvetica, per esempio i Grigioni. Un terzo filone primario riguarderà le minoranze etnico-linguistiche, che sono una matrice imprescindibile dell'architettura europea. Quanto all'allestimento, che sicuramente avrà caratteristiche multimediali (anche per illustrare esperienze lontane, come la Catalogna), mi piacerebbe che fosse possibile valorizzare le collezioni d'arte ottocentesche delle Albere, in un percorso che illustri l'"invenzione" del Trentino e il ruolo che hanno avuto le élites urbane nella progressiva estensione della dimensione municipale con la costruzione di un'identità territoriale vasta. E qui, va da sé, sarà fondamentale il coinvolgimento del Comune».

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