Rossi: «Zeni parla come l'opposizione»
Ci sono molte cose dell'incontro pubblico organizzato sotto l'insegna di «Start!», sabato scorso, dal capogruppo provinciale del Pd, Luca Zeni, che non sono piaciute a Ugo Rossi, assessore provinciale e nome proposto dal Patt alla coalizione come candidato alla presidenza della Provincia. Non è andata giù nell'ordine: la discesa in campo con iniziativa individuale al di fuori del partito e della coalizione; lo scimmiottamento del modello mediatico nazionale (stile Renzi) e soprattutto la proposta di una «rappresentazione da opposizione rispetto a quanto fatto dalla giunta di centrosinistra autonomista che rende difficile riconoscervi un sentire comune»
Ci sono molte cose dell'incontro pubblico organizzato sotto l'insegna di «Start!», sabato scorso, dal capogruppo provinciale del Pd, Luca Zeni, che non sono piaciute a Ugo Rossi, assessore provinciale e nome proposto dal Patt alla coalizione come candidato alla presidenza della Provincia. Non è andata giù nell'ordine: la discesa in campo con iniziativa individuale al di fuori del partito e della coalizione; lo scimmiottamento del modello mediatico nazionale (stile Renzi) e soprattutto la proposta di una «rappresentazione da opposizione rispetto a quanto fatto dalla giunta di centrosinistra autonomista che rende difficile riconoscervi un sentire comune». È chiaro che Zeni, con questa mobilitazione di 500 persone, non fa più mistero di volersi proporre come aspirante candidato presidente e chi già si sente in corsa lo vede come un rivale; ma è pur vero che non si sa neppure se le primarie di coalizione si faranno e sulla base di quali programmi. Dunque questa accelerazione lascia spiazzato chi fino ad ora se n'è rimasto in attesa.
Assessore Rossi, l'iniziativa di Zeni apre la campagna elettorale per le primarie? Lei cosa farà?
Io penso che i momenti pubblici sarebbe meglio organizzarli come coalizione. Io è da un po' che lo propongo, ma fino ad ora sono rimasto inascoltato, perché altrimenti ci contendiamo gli ospiti. Non penso che dobbiamo fare a gara su chi porta più gente in una sala. Io sto facendo un altro tipo di percorso. Ho attivato un gruppo di persone che mi danno una mano a scrivere il programma, ma senza «grillismi» o «renzismi».
Ma cosa c'è di male nel riunire delle persone per parlare di questioni concrete?
Niente, ma se vogliamo parlare di contenuti sarebbe bello farlo in una logica unitaria, con momenti pubblici organizzati come coalizione per rappresentare il tentativo di esprimere la nostra visione di futuro, con anche le differenze che ci sono, ma è chiaro che per poterlo fare i partiti devono fare sintesi al loro interno. Poi mi piacerebbe discutere con maggiore semplicità e understatement, invece di imitare i big nazionali con i video di Obama e i pantheon di riferimento. Tanto più che, come abbiamo visto a livello nazionale, questa ricerca della novità a tutti i costi non mi pare che abbia prodotto grandi risultati.
Il tempo però inizia a stringere e la coalizione sembra prendersela comoda sulla scelta del candidato presidente. Secondo lei com'è la situazione?
Intanto, mi pare che nel Pd non ci siano opinioni univoche su come muoversi e vorrei che il partito facesse chiarezza al suo interno. Poi, penso che serva un incontro pubblico, una sorta di congresso di coalizione perché dalle primarie, se ci saranno, esca un comune sentire delle persone che poi dovranno lavorare insieme, perché unti dal signore non ce n'è e neanche salvatori della patria, quindi il valore di lavorare assieme a me sembra più importante di tutto il resto, anche se è normale che ognuno abbia le sue ambizioni. In questo senso l'iniziativa di Zeni ha un limite.
Se alle primarie di coalizione il Pd si presenta con Olivi, Zeni e Borgonovo Re e magari vince quest'ultima a voi andrebbe bene come candidato di coalizione?
Beh, bisogna vedere con che contenuti si va alle primarie. Per questo serve un momento comune prima, al quale il Pd dovrebbe arrivare dopo aver operato una sintesi. Un confine e un quadro entro il quale si costruisce la leadership va fatto. È chiaro che però se Zeni dà una rappresentazione da opposizione con la cifra del "cambiamento totale" è difficile trovare un sentire comune. Anch'io sono per il cambiamento, ma va tenuto presente lo sforzo che è stato fatto in questi anni al governo del Trentino. Le primarie non possono essere lo scontro tra cambiamento e conservazione.