A Miami l'abbraccio degli amici a Chico

Gli anni, inesorabili, passano, eppure non sembrano intaccare la forza d'animo e la determinazione di Chico Forti. Due amici di vecchia data, i trentini Mauro Angelini e Tito Giovannini, sono appena rientrati dagli Stati Uniti dove, per tre giorni consecutivi hanno potuto visitare il detenuto numero 199115. L'impressione riportata - pur nella drammaticità del caso - è stata comunque positiva: «Considerando che da innocente si trova da tanti anni in un carcere di massima sicurezza - ci dice Angelini, imprenditore di Trento e amico d'infanzia - ho trovato Chico abbastanza bene. Era forte e reattivo sia da un punto di vista psicologico, sia fisico. In carcere fa di tutto per tenersi occupato. Credo comunque che nelle stesse condizioni io non esisterei più da un pezzo»

chico fortiGli anni, inesorabili, passano, eppure non sembrano intaccare la forza d'animo e la determinazione di Chico Forti. Due amici di vecchia data, i trentini Mauro Angelini e Tito Giovannini, sono appena rientrati dagli Stati Uniti dove, per tre giorni consecutivi hanno potuto visitare il detenuto numero 199115. L'impressione riportata - pur nella drammaticità del caso - è stata comunque positiva: «Considerando che da innocente si trova da tanti anni in un carcere di massima sicurezza - ci dice Angelini, imprenditore di Trento e amico d'infanzia - ho trovato Chico abbastanza bene. Era forte e reattivo sia da un punto di vista psicologico, sia fisico. In carcere fa di tutto per tenersi occupato. Credo comunque che nelle stesse condizioni io non esisterei più da un pezzo».
Per Chico, che a parte l'angelo custode Roberto Fodde ha tutti i suoi affetti a distanza di migliaia di chilometri (i tre figli alle Hawai e amici e familiari in Italia), ogni visita è come una boccata d'ossigeno. «Erano tanti anni che non lo vedevo, anche se ho sempre seguito da vicino tutte le sue vicissitudini - dice Angelini - approfittando di una festività abbiamo potuto visitare Chico per tre giorni consecutivi: entravamo in carcere al mattino alle 9 e ne uscivamo nel primo pomeriggio. Le giornate sono volate, Chico è un trascinatore che, nonostante tutto, riesce ancora a scherzare. Abbiamo ricordato i vecchi tempi, ma ci ha anche spiegato nei dettagli il suo caso giudiziario. Io neppure in passato avevo mai avuto dubbi sulla sua innocenza, ma dopo aver sentito da lui tutti i dettagli e i retroscena ho capito come sia stato inghiottito da un ingranaggio infernale».
Come tirarlo fuori? «In questa battaglia - replica Angelini - Chico continua a crederci nonostante le delusioni di questi anni. Anche lui mi pare convinto che le strade si limitino a due. Ingaggiare un nuovo avvocato nel tentativo di ottenere la revisione del processo. È un percorso stretto perché, per quanto ho potuto capire, per la giustizia della Florida la sua condanna è definitiva. L'altra via è quella istituzionale attraverso il ministro Bonino e il premier Letta».
I due amici di Chico sono stati intervistati anche dal Tg2 che ha mandato un'inviata a Miami, segno che il caso almeno in Italia continua a catturare l'attenzione dei media. E dal Tg2 Giovannini, promotore  del comitato per Chico, ha ricordato che prosegue la raccolta fondi, essenziale per portare avanti con rinnovate energie una battaglia legale che ormai dura da oltre 14 anni.
 S.D.

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