5 Stelle, la democrazia del turpiloquio
«Tenere lontano i bambini da Montecitorio. Dentro il palazzo, infatti - scrive Sandra Tafner - sono tutti morti e quelli che stanno meglio sono zombie, cioè morti viventi. È ben vero che oggi i bambini sono abituati agli spettacoli macabri e, in alternativa, a quelli violenti che la Tv o i videogiochi si incaricano di offrire quotidianamente, ma vedere tutto insieme in una volta sola potrebbe scuotere i più sensibili. E poiché sono rimasti soltanto i 5 Stelle a tirare il fiato, probabilmente ritengono di dover prendere in mano loro la situazione, novelli interpreti della Resistenza contro «la dittatura che uccide la democrazia» I tuoi commenti
Tenere lontano i bambini da Montecitorio. Dentro il palazzo, infatti, sono tutti morti e quelli che stanno meglio sono zombie, cioè morti viventi. È ben vero che oggi i bambini sono abituati agli spettacoli macabri e, in alternativa, a quelli violenti che la Tv o i videogiochi si incaricano di offrire quotidianamente, ma vedere tutto insieme in una volta sola potrebbe scuotere i più sensibili. E poiché sono rimasti soltanto i 5 Stelle a tirare il fiato, probabilmente ritengono di dover prendere in mano loro la situazione, novelli interpreti della Resistenza contro «la dittatura che uccide la democrazia».
Il «Vaffa day» è un'idea, seppur originale, già sfruttata, e allora forse vorranno fare piazza pulita da soli, con le idee chiare, in tanti, praticamente la maggioranza degli italiani. Le prime cifre già vengono dai referendum on line sulle questioni più importanti all'ordine del giorno, che nessun eletto (e quindi delegato dal popolo) può affrontare con ragionamento proprio e decisione autonoma. Sono cifre che parlano di qualche migliaio di persone, mica poco. E nemmeno sono pochi quelli che sul web dimostrano una grande preparazione politica e civica, scatenandosi contro la presidente della Camera che, in quanto donna, va attaccata sul piano sessuale. E che altro? Lo spunto viene dal capo, convinto di essere ancora in grado di fare battute da comico che fanno ridere.
I sondaggi - dicono - vanno alla grande, il che significa che i comportamenti hanno preso la strada giusta. L'assenza pregiudiziale di dialogo paga. Il turpiloquio appaga 9 milioni di italiani. E non esiste neppure il rischio che esisteva nel Medio Evo, quando per chi pronunciava parole volgari era prevista la fustigazione e, nella peggiore delle ipotesi, la perforazione della lingua. Anche in Italia del resto è stato abrogato quindici anni fa il reato di turpiloquio, cioè l'uso di un linguaggio contrario alla pubblica decenza. Ma in aula (e non solo da ieri, gli spettacoli pietosi sono proposti da tempo) sembra che lo sproloquiare in maniera offensiva sia semplicemente un mezzo per fare opposizione, più comodo e meno impegnativo che mettere in moto il pensiero per sostenere le proprie ragioni.
Va bene così ragazzi, dice ai suoi l'ex teatrante che di palcoscenico sa pure qualcosa. Lo calpestava per lavoro e adesso per hobby. O meglio, per passione politica che tenta di trasmettere ai suoi, incitandoli a un dialogo continuo e diretto con cinguettii e parole che vanno dritte alla pancia della gente e spesso anche un pochino più in giù. Propina anche consigli da saggio: non esagerate con le parolacce (e con le immagini suggestive, come quelle rivolte alle deputate del Pd arrivate in Parlamento dopo un severo esame orale) ci vuole una certa autorevolezza per potersele permettere, le parolacce. Almeno l'autorevolezza di Grillo. E che nessuno al momento sia tentato di chiedere: Grillo chi? Verrà il tempo.
Proprio negli stessi giorni del paterno incontro, veniva intervistato lo psichiatra Vittorino Andreoli. Ormai si è spenta l'autorevolezza, dice parlando ovviamente in generale (per cui le eccezioni sono sempre possibili). E la figura del padre, professore, è cambiata? Se è cambiata è un male, non dovrebbe, perchè il suo ruolo «non è dare ordini e castighi, è essere esempio, avere coerenza». Andreoli parla di educazione, ritenuta necessaria e indispensabile. Educazione dovrebbe significare trasmissione dell'esperienza da una generazione all'altra, esperienza basata su valori morali e culturali.
A questo punto però si innesta una catena di S. Antonio: che cos'è oggi l'educazione? Che cosa sono i valori? Dovrebbero essere i princìpi, le norme di convivenza non necessariamente scritte, insomma le qualità che stanno a fondamento della vita dei singoli e della società. Ma i termini cambiano, cambiano anche i significati e probabilmente a questo destino non è sfuggita neanche l'educazione. Oppure è rimasta solo una parte del suo significato, non più esperienza basata su valori morali e culturali, ma capacità di comportarsi con buona creanza e cortesia. Esattamente come stanno facendo i 5 Stelle.
sandra.tafner@gmail.com