«La docente lesbica? Dette tante falsità»
C'è chi auspica che si arrivi anche al giudizio del ministro. Ma intanto l'Istituto Sacro Cuore prende posizione per spiegare come è nato il caso dell'insegnante cui non è stato rinnovato il contratto in quanto sospettata di essere lesbica. «È stato un atto di gentilezza non dovuta verso una dipendente il cui contratto era scaduto a giugno. Un tentativo di avere un rapporto, semmai la persona avesse avuto bisogno d'aiuto». È così che la superiora, madre Eugenia Libratore, definisce i contorni di quello che invece dai Comitati Tsipras del Trentino è stato denunciato come un tentativo di ricatto nei confronti di una insegnante lesbica, per non rinnovarle il contratto I vostri commentiL'intervista all'insegnante
C'è chi auspica che si arrivi anche al giudizio del ministro. Ma intanto l'Istituto Sacro Cuore prende posizione per spiegare come è nato il caso dell'insegnante cui non è stato rinnovato il contratto in quanto sospettata di essere lesbica. «È stato un atto di gentilezza non dovuta verso una dipendente il cui contratto era scaduto a giugno. Un tentativo di avere un rapporto, semmai la persona avesse avuto bisogno d'aiuto». È così che la superiora dell'Istituto Sacro Cuore di Trento, madre Eugenia Libratore, definisce i contorni di quello che invece dai Comitati Tsipras del Trentino è stato denunciato come un tentativo di ricatto nei confronti di una insegnante lesbica, per non rinnovarle il contratto.
«Ho convocato a colloquio una insegnante che aveva il contratto scaduto come atto di gentilezza. Il resto sono tutte falsità - afferma la madre superiora -. Avrei potuto non chiamarla. Mi era giunta voce che fosse lesbica e ne ho parlato con lei - prosegue - per capire se vivesse un problema personale. Chi è lesbica, se vuole lo dice. Se lo nasconde, voglio capire se ci sono problemi, come intende comportarsi, perchè io sono responsabile di mille studenti, ho 137 dipendenti, ho doveri educativi. Lei neanche ha risposto e se n'è andata. Il mio era un modo di offrirle altre possibilità di lavoro, di avere un rapporto per aiutarla, se ne avesse avuto bisogno. Mi sarebbe bastato capire che vivesse la sua situazione in modo tranquillo». E della vicenda la madre superiora non vuole più sentire parlare. «È stato tutto stravolto. Se sei gay, sono certamente affari tuoi - puntualizza - Sono venuti dei genitori gay per chiedere informazioni per iscrivere i loro figli e hanno avuto informazioni e consenso. Non vedo il problema. D'altra parte io adesso ho ogni giorno genitori di allievi che vengono a chiedermi chi fosse l'insegnante, se è quella dei loro figli, preoccupati. Tutto perchè la verità è stata stravolta».
A intervenire ieri sono state anche le associazioni Arcilesbica, Agedo, Equality Italia e Famiglie Arcobaleno, che chiedono al ministro Stefania Giannini di «restituire all'insegnante offesa la sua dignità di persona. In una Repubblica democratica fondata sul lavoro - affermano - non rinnovare l'incarico a una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l'equivalente simbolico di un'esecuzione dopo processo sommario e stupro».
I Comitati trentini per Tsipras intanto «auspicano un intervento del presidente della Provincia, Ugo Rossi, e chiedono un intervento anche l'assessore alle pari opportunità, Sara Ferrari, e all'assessore competente in materia di istruzione», delega in capo al presidente Rossi. Sostengono inoltre vi siano delle incongruenze nelle dichiarazioni avanzate dai vertici dell'istituto dove si è verificato il caso.