Caos tra i grillini Bottamedi «punita»

Dal primo settembre Manuela Bottamedi non sarà più il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio provinciale. Lo hanno deciso gli attivisti del Meetup. Durissima la reazione della diretta interessata: «Sono stata minacciata e insultata. Ormai il mio tempo e le energie sono dedicate in gran parte a difendermi dal gruppo di facinorosi che ha preso in mano il Meetup Trentino» I tuoi commenti

Movimento cinque stelle, conferenza stampa su  QUESTIONE VITALIZI / in foto al tavolo da sx FILIPPO DEGASPERI, MANUELA BOTTAMEDI, PAUL KOELLENSPERGHER, CRISTIANO ZANELLA, RICCARDO FRACCARO FOTO DI ALESSIO COSERDal primo settembre Manuela Bottamedi non sarà più il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio provinciale. Lo hanno deciso gli attivisti del Meetup. Durissima la reazione della diretta interessata: «Sono stata minacciata e insultata. Ormai il mio tempo e le energie sono dedicate in gran parte a difendermi dal gruppo di facinorosi che ha preso in mano il Meetup Trentino»

 

Ecco il comunicato integrale di Manuela Bottamedi.

 

«Un giorno di fine luglio ti alzi e scopri che, dal primo settembre, non sarai più la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio provinciale. Chi l'ha deciso? 16 attivisti del Meetup, il 3% degli iscritti, che senza alcuna investitura democratica hanno deliberato su una materia che non gli compete. Il Meetup è infatti una piattaforma informatica e di incontro in cui attivisti e simpatizzanti del Movimento discutono e si confrontano su temi e argomenti di attualità, da inserire poi nel Programma elettorale.


Da un anno, però, il Meetup è concentrato quasi esclusivamente su polemiche interne e, nelle assemblee che vengono convocate mensilmente, si parla solo in chiave critica dell'operato dei consiglieri, senza fornire alcun contributo costruttivo sulle tematiche oggetto del lavoro che stiamo svolgendo in Consiglio. In particolare, la sottoscritta è stata attaccata ferocemente sia sul Meetup, sia in Assemblea, sia su Facebook per i seguenti motivi:
aver firmato il disegno di legge sulle quote rosa;
aver scritto sulla propria pagina Facebook di non gradire l'alleanza europea con Farage;
aver proposto al Meetup che alle elezioni comunali di Trento -qualora non si fosse raggiunto il numero minimo di candidati per presentare una lista a 5 stelle- si poteva pensare ad una lista civica in cui far confluire tutta la cittadinanza attiva e i gruppi politici che condividevano con noi temi e valori, anche al fine di dare maggior peso politico alla nostra azione;
non aver partecipato a due assemblee negli ultimi mesi.


Per queste ragioni sono diventata oggetto di incessanti e inutili polemiche, ma anche di minacce e insulti, che mi hanno progressivamente impedito di mantenere la giusta concentrazione e la necessaria serenità per affrontare il mio lavoro. Ormai il mio tempo e le mie energie sono dedicate in gran parte a difendermi da questo manipolo di facinorosi, che ha preso in mano il Meetup Trentino e di cui non si capisce il reale obiettivo: distruggere il Movimento trentino? Posizionarsi alla guida del Meetup per tutelare i propri interessi di parte e avere in futuro benefici elettorali? Credo sia una battaglia di leadership, nata per banalissimi motivi di potere, gelosia e invidia, fisiologicamente connaturata all'animo umano e per questo presente in tutte le forze politiche e in tutti i partiti, ma che nel Movimento 5 Stelle non ha freni, confini e paletti in quanto è un Movimento liquido, privo di una struttura e di una gerarchia. Anche lo stesso rapporto tra Movimento di Grillo e Meetup non è mai stato chiarito fino in fondo.

 

In Sardegna la mancanza di accordo tra due Meetup contrapposti ha provocato l'assenza del Movimento alle elezioni regionali di qualche mese fa, in quanto Grillo non sapeva quale delle due liste certificare. Parimenti, la rissa esplosa un mese fa nel Meetup Firenze ha imposto a Grillo di dichiarare, sul suo blog, che tra Meetup e Movimento non vi è alcun rapporto di dipendenza, ma solo di collaborazione e sostegno. Ne consegue che la decisione assunta l'altro ieri da 16 attivisti all'assemblea del Meetup Trentino (ossia la rotazione annuale del capogruppo provinciale in seno al M5S Trentino, a partire dal primo settembre) è gravissima perché impone ai consiglieri una scelta che non ha alcun fondamento democratico e giuridico. Ma certamente è significativa di un atteggiamento mentale e politico (che io definirei "la dittatura della minoranza") e provoca una spaccatura insanabile all'interno del Gruppo consiliare, dal momento in cui il mio collega Degasperi "si è reso disponibile a fare quello che gli viene chiesto dal Meetup" (cito testualmente dal verbale dell'assemblea, pubblicato stamattina sul sito del Meetup).


Voglio sottolineare che a novembre, a pochi giorni dall'insediamento, io e il mio collega avevamo concordato che fossi io la capogruppo, e lo avevamo fatto in pieno accordo per una ragione di opportunità politica fondata sulla prassi consiliare: chi riveste il ruolo di Segretario questore all'interno dell'Ufficio di Presidenza (e Degasperi è stato votato dal Consiglio per rivestire qual ruolo), non può contemporaneamente esercitare le funzioni di Capogruppo. La ratio alla base di questa prassi è chiara: incompatibilità tra un ruolo super partes e un ruolo di parte (leggasi conflitto di interessi). E inopportunità del cumulo delle cariche. E' come se il Presidente Dorigatti facesse anche il capogruppo del PD. Ma il conflitto di interessi e il cumulo delle cariche non erano cavalli di battaglia del Movimento? Per me quella decisione non ha alcun valore e non intendo applicarla. Perlomeno non sulla base di una richiesta di 16 persone che si sono autoproclamate "segreteria politica" o "direttorio del gruppo consiliare".

 

La rotazione del capogruppo, inoltre, ha senso quando il gruppo è folto e nutrito, non quando è composto da due membri che condividono quotidianamente tutti gli atti politici. Non ho partecipato a quell'Assemblea perché l'ordine del giorno non era consono e aderente ai poteri e alle funzioni del Meetup, che sono ben altri. Ho cercato in tutti i modi di parlare con l'organizer del Meetup, Cristiano Zanella, i giorni antecedenti all'assemblea, ma senza risultati. Zanella, disponibile a parole, non si è mai presentato all'incontro. Io non mi sono mai sottratta al confronto, ho subìto due Assemblee in cui mi si processava per le quote rosa e per Farage, ma non me ne sono andata sbattendo la porta come sarebbe stato logico fare. Ho chiarito, ho risposto alle critiche, ho difeso con passione le mie ragioni. Senza pretendere di convincere nessuno, e senza pretendere che fossero le più giuste in assoluto. Ma nella convinzione che il Movimento 5 Stelle non fosse il Movimento del Pensiero Unico, bensì il Movimento del Pluralismo e della Pluralità di Voci. Forse sbagliavo. Ora lo verificheremo.»

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