Auto incendiata a Terlago, nei guai tre militari
Tre militari sono imputati per incendio doloso per il rogo che nella notte tra il 12 e 13 settembre del 2010 distrusse a Terlago l'Audi A4 di Matteo Defant. L'ipotesi degli inquirenti è che ad appiccare le fiamme siano stati due giovani militari all'epoca in servizio a Trento, mentre il mandante sarebbe un maresciallo loro superiore che avrebbe così "dato una lezione" al vicino di casa con cui i rapporti erano tesi.
Naturalmente i fatti sono ancora tutti da provare. Questa però è la tesi del pm Alessia Silvi che, sulla base delle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Vezzano, ha riaperto un'indagine finita in archivio arrivando fino alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli imputati sono V.P. di di 51 anni residente a Terlago (vicino a Defant); P.R. di 32 anni residente a Trentola (Caserta) e P.L 31 anni residente a Capua (Caserta), indicati dalla procura come gli esecutori materiali.
Quella notte del settembre 2010 si capì subito che l'incendio era doloso. La tanica di benzina venne trovata poco distante dalla Audi di Defant che andò completamente distrutta. Il fatto però risultava inspiegabile, specie in un paese della Valle dei Laghi dove non ci sono certo problemi di criminalità. Defant non aveva nemici e faceva fatica a immaginare chi potesse averlo colpito in un modo così subdolo e pericoloso (se non fosse stato per il rapido interventi dei vigili del fuoco le fiamme avrebbero potuto facilmente incendiare la casa e infatti danneggiarono anche il portone).
Secondo gli inquirenti dietro a questo atto criminale ci sarebbero motivazioni futili: difficili rapporti di vicinato, piccoli conflitti come ne accadono tutti i giorni ovunque. Solo che in questo caso il militare avrebbe reagito ingaggiando due commilitoni.
Il condizionale però è d'obbligo visto che i militari negano. Anzi al momento del fatto il maresciallo residente a Terlago, difeso dagli avvocati Sergio e Roberto D'Amato, si trovava all'estero in missione dove rimase per mesi. Altro aspetto incredibile è che i due che incendiarono l'auto quella sera pare avessero due ragazze a bordo. Ragazze che avevano appena conosciuto ma che non esitarono a portare a Terlago dove, armati di tanica di benzina, andarono a incendiare l'Audi.
Le due giovani non credettero ai loro occhi fin tanto che non videro in lontananza i bagliori dell'incendio e i due che tornavano all'auto. La testimonianza specie di una di loro è una delle fonti di prova più pesanti portare dall'accusa.