Rurali, accoglienza gelida in assemblea per la fusione Aldeno-Cadine e Trento
Ha riscosso un'accoglienza fredda, se non apertamente ostile, il progetto di fusione tra la Cassa Rurale di Trento e quella di Aldeno-Cadine, presentato mercoledì sera ai soci nel teatro comunale di Aldeno. In una assemblea preliminare, a cui ne faranno seguito altre fino a quella conclusiva e decisiva per il futuro dell'istituto di credito, prevista per il prossimo aprile, sono infatti emerse voci contrastanti rispetto ad un'operazione di cui si parla da tempo e che permetterebbe una rivalutazione del patrimonio in un momento di grave difficoltà per l'intero comparto bancario.
L'incontro, a cui sono intervenuti i presidenti Luigi Baldo e Giorgio Fraccalossi , si rivolgeva principalmente ai soci, ma era aperto a tutta la cittadinanza ed ai clienti della banca territoriale. L'intento: rendere pubblico il piano di unione dei due istituti di credito e sondare il terreno in merito al progetto che già ricevuto l'avvallo dei consigli di amministrazione delle due Casse interessate e dei quattro sindaci dei centri urbani coinvolti (Trento, Aldeno, Cimone, Garniga e Cadine).
«In un momento come questo - ha precisato Baldo - dobbiamo assecondare le trasformazioni del settore, cercando di essere più competitivi mantenendo fede ai nostri valori. Attualmente la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine vive su margini di interesse sempre più risicati, mentre le rendite dirette (ovvero le operazioni dei clienti) diminuiscono progressivamente. Una fusione ci permetterebbe di mantenere la presenza sul territorio e il personale attualmente impiegato, senza rivedere l'impianto complessivo dell'istituto».
Secondo l'agenda presentata da Baldo, con il parere positivo dei soci, la firma per la fusione potrebbe avere luogo a fine giugno, e se così fosse i due istituti diventerebbero uno dal 1 luglio 2016. L'iter, inoltre, contempla un adeguamento statutario ed una modifica dei termini relativi al capitale sociale delle due banche, le cui azioni sociali valgono ora 2,58 euro per Aldeno-Cadine e 10,32 euro per Trento.
Per ovviare al problema si prevede di livellare la quota azionaria al valore più basso, assegnando tre azioni a chi ne dispone di una soltanto, in modo tale da pareggiare il numero di azioni (che saranno così quattro per ogni socio).
Il consiglio di amministrazione di Trento integrerà per cooptazione tre membri provenienti da Cadine-Aldeno fino al suo rinnovo, quando sarà ridotto a dieci esponenti, secondo i dettami della Banca d'Italia. Una volta uniti, i due istituti bancari disporranno di una raccolta diretta pari a 1 miliardo e 800 milioni di euro, più altri 800milioni annui di raccolta indiretta. Parte del patrimonio della Cassa Rurale di Aldeno-Cadine, che ammonta a 61,4milioni di euro, verrà invece impiegato per ripianare le sofferenze (pari a 38,1 milioni di euro), mentre il rimanente confluirà nel nuovo istituto.
Nel corso dell'assemblea, tuttavia, sono state molte le voci alzatesi per esprimere contrarietà all'operazione, lamentando condizionamenti esterni e rilevando dubbi. «La fusione - ha detto Andrea Bontempelli , uno dei portavoce del comitato spontaneo per il no, chiedendo il voto segreto - viene data ormai per scontata. Vogliamo chiarimenti sulle ragioni alla base della decisione e ricordiamo che nulla è stato ancora deciso».