Tavernaro, tagliate 500 viti all'avvocato Elvio Fronza. La sua reazione: «Opera di persone vigliacche e deboli»
Sono entrati in azione di notte e hanno fatto «strage» di viti. Circa cinquecento quelle recise nel vigneto coltivato a Riesling a Tavernaro. Dei due filari a pergola doppia, con viti piantate un paio di anni fa, non è rimasto nulla: fatale il taglio netto sotto l'innesto, che ha reciso anche il bambù di sostegno.
Roncola selvaggia, questa volta, ha colpito a Tavernaro, nel vigneto dell'avvocato Elvio Fronza, presidente della Cantina sociale di Trento Le Meridiane ed ex presidente del Consorzio vini del Trentino. «Se sia collegato alla mia attività di vignaiolo o a quella di avvocato in disarmo, ormai, non lo so. Io sicuramente non saprò mai chi è, ma a chi ha commesso questo gesto vigliacco rimarrà per tutta la vita l'agro sapore del rimorso o della vendetta, ma sempre agro è», commenta Fronza, che già una quindicina di anni fa era finito nel mirino dei vandali.
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L'appezzamento colpito dai vandali si trova all'altezza dell'incontro con la strada dei Forti: intorno c'è una recinzione e all'entrata un grande cancello verde. Ad accorgersi dell'attacco, nel primo pomeriggio di ieri, sono stati alcuni contadini, che avevano raggiunto il terreno per sfogliare le viti. Le foglie delle viti recise, già appassite, hanno subito attirato l'attenzione degli operai, che hanno scoperto il danno. «Sono venuti qui a casa, verso le 13, e mi hanno detto che dovevano darmi una brutta notizia», racconta.
L'attacco è scattato nel cuore della notte, approfittando del buio. Per entrare, probabilmente, hanno anche tagliato la rete, visto che si nota uno squarcio nella protezione metallica. Come spesso accade, chi ha tagliato le viti, era quasi certo di farla franca, visto che a quell'ora è difficile essere scorti. Ma se Fronza non immagina chi possa essere l'autore, è però certo che si tratti di «mano esperte», decise a non lasciare sopravvivere nemmeno una vite e che non potessero crescere più: «Per questo hanno tagliato sotto l'innesto». E gli autori sarebbero almeno un paio, visto che tra un filare e l'altro si nota una differenza nel modo in cui sono state recise le viti. Le barbatelle del nuovo impianto di riesling, varietà molto pregiata di bianco, erano state piantate un paio di anni fa, ma dopo l'azione vandalica al proprietario non rimarrà altro che piantarne di nuove.
Ieri pomeriggio, appena saputo quanto accaduto, Elvio Fronza ha chiamato i carabinieri, per denunciare l'atto vandalico. Una pattuglia dei carabinieri ha raggiunto il vigneto a Tavernaro per i rilievi di rito. Inutile dire che, in questi casi, le possibilità di risalire agli autori del danneggiamento sono poche. «Ma le viti si possono ripiantare - si consola Fronza - l'importante è che non sia accaduto nulla a qualcuno della mia famiglia».