Tac, Nordus e Ring: ora la città fa i conti con la mobilità futura
Raddoppio ferrovia del Brennero. Nordus e stazione intermodale all'ex Sit. Progetto Ring. Funicolare per Povo. Parcheggi. Passerella sul fiume Adige...
Un concentrato di questioni che anima per oltre due ore la Commissione urbanistica e mobilità del Comune di Trento, che mercoledì sera ha invitato a «renderne conto» l'assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi , con il dirigente Raffaele De Col , e l'ingegner Ezio Facchin , coordinatore del Governo per le tratte di accesso tra Verona e Fortezza al tunnel di base del Brennero.
Questioni prioritarie, per Trento, che sull'attesa «rivoluzione» della mobilità, dovrà costruire il nuovo Prg. I tempi del «lotto 3», circonvallazione ferroviaria di Trento e Rovereto (36 km e 1,95 miliardi di costi stimati), sono sì lunghi (ben oltre il 2026, quando dovrebbe essere completato l'eurotunnel), ma è qui ed ora che si deve avere visione, progettare, trattare con Rfi, la Provincia, il Governo.
È la ragione per cui sia Gilmozzi sia Facchin più volte ripetono che si tratta di «una sfida e di un'opportunità». L'assessore anticipa l'obiezione: «A Bolzano stanno inserendo ora nel Pup la previsione del corridoio, noi l'abbiamo già fatto nel 2008». E comunque si tratta di «un corridoio di larga massima. Solo un'ipotesi. Non c'è alcun progetto segreto nel cassetto, siamo all'inizio di un percorso». È l'ipotesi di Rfi, che rimanda a quella del 2009, illustrata da l'Adige lo scorso 5 aprile e della quale il commissario Facchin dice: è una soluzione impraticabile.
«In zona Tridente, al distributore Agip, è previsto l'imbocco della galleria che bypassa Trento. Ma non sta in piedi, non è realizzabile tra linea attuale, nuova linea e la previsione del Nordus (il raddoppio della Trento-Malé, ndr)». E siccome, aggiunge Facchin, Rfi non è più di tanto disposta a farsi carico dell'impatto dell'opera sul territorio, se non in termini di compensazioni, è bene mettersi in gioco ora, e nella riprogettazione della circonvallazione ferroviaria inserire le opere che alla città premono, come il Nordus e Ring (il tram da e per la collina), su cui si è espresso il Consiglio comunale all'unanimità.
Lo stesso Nordus, fa capire l'ingegner De Col, potrebbe trarre vantaggio dalla armonizzazione con la «grande opera». Come avviene per il «lotto 4» di accesso a Verona, con l'interramento della ferrovia e la riqualificazione urbanistica di un pezzo di città. Qualcosa di concreto: entro maggio - anticipa De Col - sarà pronto il bando pubblico del concorso di idee per la progettazione della passerella ciclopedonale sull'Adige, da 80 metri, in asse con via Canestrini.
Lucia Coppola (Verdi) pone la questione dell'inutilità di un'opera costosa (9 miliardi per il tunnel) e impattante. Gilmozzi le risponde: «Quanti treni merci passeranno dipenderà più dalla politiche della mobilità (pedaggi e incentivi) che dalla infrastruttura, che è necessaria».
E a Vanni Scalfi (Pd), che pone il tema della partecipazione reale dei cittadini, «da coinvolgire per costruire non per vendere loro un progetto», l'assessore dice: «Finché non ci sono i dati aggiornati, inutile aprire il confronto. La partecipazione è garantita: ci saranno degli infopoint a Trento e Rovereto». Il Ring, per Gilmozzi, è «una bella soluzione, ma tocca al Comune portarla avanti».
E sulla funicolare per Povo aggiunge: «Ha chiesto il Comune di progettarla. Chiedo chiarezza. La funicolare si integra perfettamente con il Ring». Biasiolli: «Il Ring avrebbe bisogno di people mover , e la funicolare è un'alternavita da qui a 15 anni. Il collegamento con Povo è pressante».