«In centro storico a Trento dilaga la violenza» L'associazione di Torre Vanga: «Vere bande»
«Spaccio di droga, degrado, delinquenza e prostituzione dilagano ormai con sfacciata arroganza in tutta la città di Trento». Questa è la denuncia dell’associazione Rinascita Torre Vanga, riunitasi nella serata di ieri in un’assemblea aperta alla cittadinanza per discutere proprio dei temi più «caldi» di quest’ultimo periodo.
Una grande partecipazione in una sala da «tutto esaurito», con cittadini interessati e partecipi alla discussione. Obiettivi principali non solo quello di fare fronte comune contro i fenomeni di degrado, ma soprattutto attuare una serie di iniziative per sensibilizzare le diverse autorità incaricate di gestire, garantire e difendere l’ordine pubblico.
E la richiesta è un sempre maggiore controllo, pur sapendo che la politica fino a questo momento sembra non essere riuscita a dare risposte concrete ai problemi. A dimostrazione di ciò, le testimonianze di coloro che attraversando Piazza Santa Maria spesso e volentieri devono munirsi di bicicletta, per restarci il minor tempo possibile.
«Mancano la costanza e la continuità controlli - spiega il presidente dell’associazione Franco Dapor - Il problema non riguarda una specifica zona di Trento, ma si estende oramai a tutto il centro storico. Ovviamente parliamo principalmente dello spaccio di droga, con vere e proprie bande organizzate in gruppi da dieci o quindici persone che, muovendosi in gruppo, contribuiscono a spaventare coloro i quali si ritrovano indifesi. Io stesso ho ricevuto più volte minacce di morte, ma a quanto pare le segnalazioni alle autorità tutte non scaturiscono alcun effetto. Siamo convinti che però, con interventi mirati, si potrebbe risolvere il problema».
A nulla sono servite le 18 uscite serali svolte da abitanti ed esercenti della zona fino a questo momento per cercare di salvaguardare la situazione, dato che coloro che operano in questo «settore» delinquenziale non sembrano essere intenzionati a smettere ed anzi, pare abbiano dato vita ad un vero e proprio «mercato istituzionalizzato».
Ed il comitato nato a fine 2012, trasformatosi in associazione culturale nel 2014 e che ormai conta quasi 200 membri, sembra trovarsi in seria difficoltà nella gestione di tutto ciò.
«La chiesa di Santa Maria Maggiore è addirittura chiusa nel pomeriggio, a dimostrazione di una situazione ormai fuori controllo - ha concluso Dapor - Parliamo di situazioni che si sono consolidate nel tempo, dato che queste persone hanno conquistato con vere e proprie lotte gli spazi in cui si svolgono le loro attività. Ovviamente non hanno intenzione di cedere, ma nemmeno noi. Purtroppo abbiamo indovinato le nostre previsioni sull’attuale situazione fatte qualche anno fa, e non ci era stato dato ascolto».