È partita la verifica per interrare i binari

Il timer dell’interramento della ferrovia è scattato. Entro 180 giorni, come previsto dal protocollo d’intesa tra Comune, Provincia e Rfi, si avrà una verifica di fattibilità. E se questa sarà positiva, scatterà la seconda fase (altri 180 giorni), in cui sarà approfondita l’intera mobilità del capoluogo, le connessioni con la viabilità, il progetto Nordus di uso metropolitino della Trento-Malé, l’ipotesi di tramvia del «Ring» di collegamento con Trento sud e la collina est. E proprio per quanto riguarda la collina est, le varie soluzioni tecnologiche fin qui ipotizzate paiono accantonate alla luce del potenziamento del trasporto pubblico in essere. Di interramento e collegamento con Mesiano e Povo si è discusso ieri sera nella Commissione urbanistica, con l’intervento dell’assessore Paolo Biasioli, supportato dagli ingegneri Bruno Delaiti (che fa parte del gruppo tecnico con Rfi e Provincia) e Laura Cattani (Servizio mobilità).

Partiamo dal raccordo Trento-Povo. L’ingegner Cattani ripercorre le soluzioni tecnologiche fin qui prospettate: da quelle verticali, ascensore e scala mobile tra la zona Dame di Sion (Liceo Galilei) e il Dipartimento di ingegneria a Mesiano, alle soluzioni di gran lunga più costose, funicolare e minimetrò, studiate dalla Provincia nel 2016. C’è un problema, evidente, di costi: 27,5 milioni per la funicolare, 31 per il minimetrò. E sono costi, di molto superiori alle soluzioni verticali (1,8 milioni) da rapportare alla risposta trasportistica: «La stima del minimetrò e della funicolare è di 1.300 persone ora» dice Cattani «mentre ora il trasporto pubblico (autobus, ndr), tra le 8 e le 9 ne carica 1.440».

«Al Servizio trasporti abbiamo chiesto» aggiunge Cattani «ulteriori quattro bus autosnodati per la linea 5, a partire dal prossimo anno accademico». E l’assessore Biasioli spiega che sarà pure potenziato il servizio della Ferrovia della Valsugana: «La Provincia sta valutando il senso unico. Treni in arrivo da Pergine tra le 7 e le 8 e in uscita da Trento dalle 8.20, per la coincidenza con l’ultimo regionale delle 8.13 da Bolzano. Con l’Università stiamo valutando di iniziare le lezioni alle 8.40». Novità che fanno «perdere il treno» al progetto funicolare.

Per quanto riguarda il mega progetto di interramento della linea storica del Brennero, tra l’ex Scalo Filzi e via Monte Baldo, Biasioli e Delaiti indicano alcuni elementi di dettaglio. Gli elementi più problematici sono a nord, dove è prevista la realizzazione della stazione provvisoria (in modo da trasferire durante i lavori di interramento i passeggeri nella galleria realizzata per le merci ed eseguire gli scavi a cielo aperto).

Sarà interrata a meno 9 metri (rispetto ai 18 del progetto Busquets) e realizzata in una delle due canne della galleria di 12 km sotto la collina est, con sbocco a Mattarello sud, a valle della ex Hilton.

Diverse le questioni sollevate dai consiglieri in commissione. «Chi paga l’interramento?» chiede Eugenio Oliva (Progetto Trentino). «Ci sarà la compartecipazione della Provincia, che ha previsto 140 milioni per il Nordus» risponde Biasioli «la stima è di 300 milioni di costo. E l’idea è di trovare risorse anche dalla valorizzazione delle aree liberate in superficie. A questo servirà il concorso di progettazione per fare un masterplan nella seconda fase di lavoro del gruppo misto». Massimo Ducati (Cantiere) è preoccupato per l’impatto degli scavi a Mattarello e per gli ettari di vigneto sacrificati.

La prima fase di verifica di fattibilità valuterà tutti gli aspetti, spiega Delaiti: ferroviari-trasportistici, archegologici, ambientali, geotecnici-geologici, le interferenze con sottoservizi, canali e reti stradali. Altro tema chiave, posto da Maschio Maschio (5 Stelle): la connessione tra il grande progetto e la revisione avviata del Prg.

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