Migliaia di pecore a spasso a Trento durante la notte
Un fiume interminabile di pecore, oltre tremila, a passo lento in centro città e al chiaro di luna.
È questo lo scenario incredibile che Elisa Dacas e i residenti di via Luigi de Campi si sono trovati davanti nella notte tra giovedì e venerdì. Un fatto del tutto anomalo, considerando che in questo periodo dell’anno le greggi sono solitamente già salite tutte in alpeggio. «Erano le 3.30 quando i miei cani, due pastori maremmani, hanno cominciato ad abbaiare, svegliando tutto il vicinato. Subito abbiamo pensato alla visita dei ladri, ma abbiamo strabuzzato gli occhi nel vedere che migliaia di pecore, almeno 3.000-4.000, probabilmente più greggi assieme, stavano percorrendo la via. È normale in aprile o maggio, non il 22 giugno - racconta l’agronomo forestale Elisa Dacas, che ha lo studio tecnico lì vicino -. Nessun pastore si sognerebbe mai di passare a queste ore della notte, in città, con l’afa e il caldo estivo, a meno che non sia costretto. Secondo me stanno cercando un posto migliore dove andare, forse diretti verso la Valsugana, in sinistra Adige, dove l’orso non è ancora arrivato».
Una laurea in Scienze forestali in tasca, per cinque anni ha seguito i pastori nella transumanza, «in modo da vedere le cose dall’interno», ammette. Insegnante di estimo e gestione del territorio, Dacas ha girato mezzo mondo sulle tracce di orsi e lupi. Dalle Alpi francesi, dove il lupo aveva appena ricolonizzato alcune valli al parco nazionale d’Abruzzo dove molti pastori, esasperati, stavano abbandonando gli appennini. Dal parco di Yellowstone, accanto ai ranger per osservare la gestione dei grizzly, agli ultimi incontri con il plantigrado proprio in Trentino, sul Bondone, dove vive.
«Dopo aver incontrato più volte l’orso e aver dormito in macchina, quando finisco di lavorare tardi la sera mi fermo a dormire a Trento», racconta. Nei giorni scorsi diversi allevatori avevano lanciato l’allarme, dopo le ripetute incursioni di orsi e lupi: «I continui attacchi ci stanno mettendo in ginocchio. Se le cose non cambiano, il rischio concreto è quello di abbandonare malghe e alpeggi».
Ma secondo il direttore dei Servizio Bacini Montani della provincia, Roberto Coali, il passaggio del gregge dell’altra notte, seppur raro, non è riconducibile a orsi e lupi. «Non è questo il caso. Nulla fa pensare che all’origine di questo spostamento ci siano i predatori. In ogni caso, a noi risultava che le greggi autorizzate fossero già tutte passate: solitamente in questo periodo hanno già una malga assegnata. Capita però, come successo 10 giorni fa a Volano e un mese fa a Mattarello, dove i pastori “abusivi” furono sanzionati, che le carovane si spostino di notte per evitare problemi. Ultimamente, per ovviare alle restrizioni imposte o al rischio di denunce e richieste di risarcimento da parte dei contadini, i pastori più organizzati trasportano con gli automezzi il bestiame fino agli alpeggi. Un peccato, perché se fatta bene, secondo le norme in vigore, la transumanza rappresenta un vantaggio sotto molti aspetti, in particolare per la pulizia delle roste dell’Adige dalle piante infestanti. Se autorizzati, noi siamo i primi a favorirli».