Negozi: in centro storico turn over senza sosta
Tra nomi storici che hanno definitivamente chiuso i battenti, traslochi in nuovi quartieri e l’avanzata delle grandi catene straniere, i cambiamenti che hanno caratterizzato le attività commerciali del Giro al Sass negli ultimi anni somigliano molto a una partita di Risiko.
«Inutile girarci intorno: il turnover è stato elevatissimo. Del resto i problemi sono noti: affitti alti, fatica nel fronteggiare la concorrenza dei grandi marchi», commenta Giorgio De Grandi, titolare dell’omonima merceria di via delle Orne ma soprattutto presidente del Consorzio Trento Iniziative e grande conoscitore dei mutamenti nel mondo del commercio in centro storico.
I numeri forniscono un quadro inequivocabile: considerando gli ultimi tre anni, in via Oss Mazzurana, su 30 negozi, nove sono new entry e in molti casi hanno sostituito marchi storici della città. In via Manci, su 18 attività, sono state tre le nuove aperture e in via Oriola due su diciotto. Anche in via San Pietro c’è stato un avvicendamento non di poco conto: su 33 negozi, sono sette le nuove insegne.
Non sempre si tratta di grandi marchi stranieri che hanno «fagocitato» piccoli negozianti trentini. In alcuni casi, ad esempio, sono stati nomi italiani a prendere il posto di colleghi d’Oltralpe. Il caso più eclatante è il negozio Dmail, al civico 62 di via Oss Mazzurana, che ha aperto il 24 maggio scorso e che ha preso il posto della catena francese di abbigliamento Promod: Dmail, che vende oggettistica per la casa, è dell’italianissimo gruppo bergamasco Percassi. «Abbiamo negozi in tutta Italia, ma l’azienda esiste dal 1996 e molti clienti venuti all’apertura avevano ancora vecchi tessere fedeltà perché compravano attraverso i nostri cataloghi cartacei», ricorda il responsabile del punto vendita Juri Rabboni.
Via Oss Mazzurana è comunque la via che negli anni è stata maggiormente soggetta a chiusure e riaperture: tanto per citare altri cambiamenti illustri, passeggiando qualche metro oltre Dmail, all’angolo con via delle Orne troviamo il negozio di abbigliamento maschile Celio, colosso francese che nell’aprile del 2016 ha preso il posto dello storico De Lorenzi.
L’ottica Fieldmann, invece, ha soppiantato il negozio In-con-tro, che all’inizio del 2017 ha traslocato alle Albere, tenendo però aperto l’altro punto vendita in centro, in via Mantova. In tema profumerie, al posto della Limoni in estate ha inaugurato un doppio punto vendita: Yamamay, catena di intimo che ha raddoppiato la presenza in città, e il marchio di pelletteria e valigeria Carpisa. Proprio difronte, dove per alcuni anni ha avuto sede il punto vendita di Pratico, negozio di oggetti per la casa, meno di un mese fa ha inoltre inaugurato il negozio di calzature low-cost Primadonna.
In via San Pietro, invece, più che l’avanzata dei grandi marchi, c’è soprattutto un avvicendamento di attività tutte a gestione «local»: tra le recenti aperture, ad esempio, al posto della storica gioielleria Menestrina c’è il negozio di fiori Frida’s, che sarebbe un piccolo franchising nato a Bologna e che qui in città è stato aperto lo scorso anno da due giovani trentini, Lorenzo Zambotti e Serena Zeni.
e il negozio di abbigliamento per bambini, che ha preso il posto della storica bigiotteria.
Tra le aperture «di peso» nell’ambito dei marchi low cost c’è inoltre Tiger, che ha preso il posto dello storico negozio di abbigliamento Demattè, traslocato in via San Pietro, e Kasanova, che ha inaugurato il 5 dicembre nel 2017 ed è subentrato al posto del marchio di abbigliamento veneto Dani, il quale a sua volta aveva scalzato il big dell’abbigliamento Terranova. Tanti i giri di valzer, affianco però a nomi storici che resistono, come Niccolini in Piazza Battisti, Gallizioli e Caneppele in via Manci e Pretto nella «senza pace» via Oss Mazzurana. Nomi, però, che offrono prodotti di alta gamma: il lusso, insomma, sembra tenere.