Terreni inquinati e "bloccati" Podini adesso vuole i danni
Ora, la famiglia Podini, attraverso la società Sequenza, si dice pronta a chiedere il risarcimento dei danni. In attesa che si sblocchi a Roma, al Ministero dell’ambiente, la “pratica” della aree inquinate di Trento Nord, il blocco della possibilità di edificare sull’area dei 23 mila m² a valle dell’area inquinata ex Sloi, lungo via Vittime delle Foibe, finisce al Tar, il Tribunale regionale di giustizia amministrativa.
Nella seduta dell’1 marzo, il Consiglio comunale di Trento, con un emendamento dell’assessore all’urbanistica Alberto Salizzoni, aveva fatto marcia indietro sulla “Variante 2018” in discussione, di fatto impedendo a Sequenza spa del Gruppo Podini di realizzare un supermercato MD di 1.500 m², “a termine”, cioè rimovibile a richiesta. Troppi i dubbi emersi in commissione urbanistica e nella stessa aula consiliare. Era la soluzione, quella della edificazione provvisoria, cui aveva lavorato il precedente assessore all’urbanistica, Paolo Biasioli, in considerazione del fatto che la Giunta provinciale aveva dato il benestare all’analisi di rischio sull’area presentata da Sequenza. Un via libera all’edificazione, pur provvisoria, anche per evitare la possibile richiesta di risarcimento danni.
Che è quello che adesso si profila.
Il contenzioso tra pubblica amministrazione e Sequenza è peraltro aperto da tempo, ed è di fronte al Consiglio di Stato per quanto riguarda la disparità di trattamento denunciata da Sequenza. Oltre la ferrovia, su un’area che ha la medesima destinazione urbanistica C6, è stata autorizzata la realizzazione del supermercato Aldi. Il Tar, in questo caso, aveva dato ragione al Comune, perché si tratta, per l’Aldi, di risanamento di un edificio esistente, mentre sull’area Sequenza sarebbe realizzato un supermercato ex novo sun terreno incolto. Da qui il ricorso del Gruppo Podini al Consiglio di Stato. Il nuovo contenzioso davanti al Tar mira invece ad ottenere «la dichiarazione di illegittimità dell’inerzia serbata dall’Amministrazione intimata e per l’accertamento dell’obbligo di portare a debita conclusione, con emanazione di un provvedimento espresso, il procedimento avviato (...), con riserva di promuovere la relativa azione per il risarcimento del danno».
Al ricorso, notificato anche al Comune, all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, al Ministero dell’ambiente e al Consorzio di bonifica e sviluppo Trento Nord, la Giunta provinciale ha deliberato di resistente nella seduta di giovedì sera.