Compra le salsicce trentine scelta che gli costa cara: una maximulta per violazione dei divieti anti-Covid
È costata carissima ad un cittadino residente in via Perini la scelta di effettuare la spesa presso il punto vendita della Federazione trentina allevatori, che si trova in via Bettine: multa di 533,33 euro per non aver seguito le indicazioni per contenere la diffusione del coronavirus. A contestare lo spostamento è stata una pattuglia della polizia locale, non ravvisandone la necessità. Il controllo è avvenuto venerdì scorso, nel pomeriggio, in via Sanseverino.
Nonostante il cittadino abbia mostrato subito l’autocertificazione (a dimostrazione della buona fede) e pure lo scontrino (8 euro di salsicce), gli agenti sono stati inflessibili: il viaggio non era giustificato. Il presidente della Federazione provinciale allevatori Mauro Fezzi, informato dell’accaduto dal cliente, si è rivolto al sindaco di Trento Alessandro Andreatta per capire che fare. Nessun intento di polemizzare sulla normativa, ma solo di comprenderne meglio l’interpretazione. «Non c’è stata alcuna disponibilità a sentire ragioni. La spiegazione è che l’obiettivo dell’ordinanza è di ridurre i movimenti delle persone e che dunque ciascuno deve rivolgersi al punto di fornitura più vicino alla propria abitazione - spiega Fezzi, amareggiato - Forse il Comune dovrebbe interrogarsi se in città la distribuzione sia omogenea. Ci sono supermercati concentrati su via Brennero e a Trento sud che non hanno un reale bacino di utenza legato al circondario, la gente per raggiungerli deve inevitabilmente mettersi in auto. Il sindaco ha detto di aver parlato con il comandante della polizia locale: viene applicata l’interpretazione dell’ordinanza condivisa con il Commissario del Governo, ossia si deve fare riferimento al punto vendita più vicino a a casa. Non si può fare nulla, non è possibile spostarsi liberamente sul territorio comunale e per noi è un problema: siamo in via Bettine e non abbiamo un ampio bacino di cittadini che possano raggiungerci senza rischiare multe.
Possiamo contare solo sui residenti di Roncafort». L’opzione di recapitare i prodotti a domicilio è stata valutata dalla Federazione allevatori e poi scartata. «Lavoriamo il prodotto fresco, che ha bisogno della catena del freddo. E il freddo deve essere garantito anche nelle consegne. Per questo motivo portare la spesa a domicilio non è facile - precisa Fezzi - Abbiamo anche pensato di chiudere, ma come si fa? Ci sono in cella frigorifera tagli di una decina di capi. Non possiamo buttarli via. Le vendite ovviamente sono in calo. Abbiamo una perdita del 40% rispetto all’anno scorso. Stiamo tentando di contenere i danni, riducendo l’orario di apertura. Abbiamo ridimensionato la squadra: una parte del personale è in ferie obbligate o in cassa integrazione».
Se non è possibile raggiungere via Bettine, ci sono altri punti vendita in cui si può acquistare la carne certificata dalla Federazione provinciale allevatori? «Nella nostra sede vendiamo bovino e suino, carne esclusivamente trentina. Alcuni tagli di bovino li forniamo alla catena Poli. Abbiamo una clientela affezionata. Per questo dico che la normativa andrebbe chiarita, in modo da non mettere in difficoltà il consumatore».