Barbieri: «È stato un autogol annullare la Trento Bondone»
È assurdo aver trattato la Trento-Bondone come une vento sportivo tout-court. È molto di più. Come si possono paragonare i nostri 17 km di tornanti a un palazzetto dello sport o uno stadio, in cui giocare a porte chiuse?». Lo sfogo di Alberto Barbieri è lucido, mirato, senza nascondere l'amarezza di chi ci aveva creduto. Di chi aveva creduto nell'opportunità di trasformare la storica corsa motoristica sull'alpe di Trento in un'occasione di rilancio post-Covid più unica che rara per tutto il Bondone.
«Ditemi quali altri eventi internazionali si svolgono sulla nostra montagna e di questa caratura. Annullare l'edizione di quest'anno è stato un autogol per tutti. Bastavano buonsenso e un po' di coraggio. Le aspettative erano alte. Si parlava del 12 luglio invece del 5, per mettere a punto tutti i piani della sicurezza. Questa gara si trasforma in una scampagnata all'aria aperta, buttando l'occhio ogni tanto alla gara di macchine. Di sicuro non c'è folla alle premiazioni, che vengono seguite da pochi. Poi, i 500 volontari dell'organizzazione della Scuderia Trentina del presidente Fiorenzo Dalmeri avrebbero garantito controllo e sicurezza. Si è voluto ridurre tutto a norme e regolamenti».
Coraggio, parola chiave per l'albergatore da 35 anni sul Bondone, titolare dell'Hotel Montana e del Caminetto: «A noi operatori viene chiesto di avere coraggio, credere nella ripresa, salvare i posti di lavoro. Alle mi dipendenze ho in media 35 persone d'estate e 50 in inverno. Poi alla politica e alle amministrazioni pubbliche manca la volontà di andare oltre le scelte di estrema prudenza. Questo perché a chi decide non ne va e non ne viene nulla dall'optare per il mantenere l'evento o cancellarlo».
Barbieri parla a titolo personale, ma tra gli operatori turistici del Bondone è diffusa la sensazione che proporre a livello internazionale e mediatico la Trento-Bondone 2020 come prima gara della ripresa post-virus poteva essere un'occasione di visibilità straordinaria. Non è tramontata l'idea di recuperare la gara a settembre: «Essere i primi a riprendere era un gol a porta vuota. Dei secondi, invece, non si ricorda nessuno». «Mattarella, Conte, giù giù fino ai nostri amministratori provinciali, tutti ci chiedono di avere ottimismo e fiducia ribatte ancora Barbieri ma ho aperto il 18 giugno e avevo solo 4 camere occupate su 70. Un evento come la Trento-Bondone era una vetrina irripetibile. Ci aspettavamo una spinta maggiore anche dall'assessore provinciale al turismo Roberto Failoni, che come noi è albergatore. Il diritto alla salute e alla sicurezza sanitaria è sacrosanto, ma non deve diventare un paravento per nascondere la paura di prendersi delle responsabilità». Ma, a prescindere dalla gara motoristica, che estate si prospetta per il turismo sul Bondone? «L'impressione è che molti turisti non riescano ancora a capire cosa troveranno. È una questione psicologica: come potranno vivere una vacanza con mascherine e distanziamento? Non appena capiranno che possono rilassarsi finalmente, allora recupereranno fiducia. Ma prenoteranno sempre più sotto data».