Trento, tutti gli spazi dell’Università. Ad esempio, Sanseverino senza parcheggio
Il sindaco Ianeselli fa il punto sulla «fame di aree» dell’Ateneo, da Piedicastello all’ex Cte, compresa una mensa-bar innovativa e divertente
TRENTO. «Noi pensiamo a Trento come città della conoscenza e questo deve essere un pilastro del nostro sviluppo urbanistico. Non è dunque secondario immaginare spazi e funzioni per università e centri di ricerca».
Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, sente forte il legame tra la città e la sua Università ed è dunque per lui fondamentale trovare una sintonia con i vertici dell'ateneo su come conciliare le esigenze di spazi dell'università con le necessità della città.
Sindaco Ianeselli, i vostri progetti e e i piani edilizi dell'Università coincidono o avete esigenze diverse? Vi siete già confrontati nel merito con il nuovo rettore Flavio Deflorian?
Ho incontrato nuovo il rettore con la giunta e, come con il predecessore Collini, il dialogo è positivo.
Quali sono le partite più avanti nella loro definizione?
Per fare degli esempi posso citade lo studentato in Destra Adige su cui c'è già un finanziamento per cui per noi è un punto di partenza certo per lo sviluppo del quartiere di Piedicastello. E poi vediamo in modo molto positivo il campus che l'Università intende creare da Mesiano a Povo, che vedrà il suo completamento con l'ascensore per Mesiano che è già finanziato e nei piani del Comune.
E per quanto riguarda invece lo sviluppo dell'Università in città, quali sono i progetti che vede più concreti?
Nei progetti dell'Università ce n'è uno che a noi convince molto, che riguarda la destinazione dell'ex Cte, dove oggi si fanno i vaccini. Quando non sarà più necessario per i vaccini, sappiamo che è dell'Università che vuole farne una sorta di mensa di nuova generazione, che non è una solita mensa ma un luogo di attrazione per i giovani che a noi sembra molto molto importante.
Un'altra area dell'ateneo è piazzale Sanseverino, dove oggi c'è il parcheggio. La città può fare a meno di quel parcheggio?
Una riflessione comune deve essere fatta anche per piazzale Sanseverino che è dell'Università ma ora è dato in comodato d'uso gratuito al Comune come parcheggio. Nell'idea che abbiamo di città non è detto che debba rimanere a tempo indefinito un parcheggio, soprattutto quando avremo il parcheggio di attestamento da 1.400 posti in Destra Adige con la passerella. Direi che allora la questione sarà superata. Mi pare però che l'Università non abbia ancora deciso cosa farne.
L'Università si mostra affamata di spazi anche in città.
Mi sono confrontato con i direttori di Dipartimento e cercano spazi per la didattica, i centri di ricerca e le start up. E sono convinto, ripeto, che il futuro della città dipenda anche dalla sua Università, abbiamo il migliore ateneo in mezzo alle Alpi, e quindi insieme si tratta di costruire una progettualità.
L'Università ha comprato Palazzo Consolati, dove ora c'è la Scuola di medicina, ma in prospettiva si potrebbe aprire un ragionamento su una collocazione diversa, magari vicino al Not. Cosa ne pensa?
Questa è una questione che non è stata ancora sviluppata. C'è da capire cosa fare a Trento sud. Not, medicina, i centri di ricerca che si occupano di scienze della vita e biomedicale: dobbiamo capire se è ipotizzabile una destinazione urbanistica unitaria, ma se ne dovrà parlare con l'Università e ancora non è stato fatto. L'urbanistica è avere grandi visioni, ma anche dare concretezza. Quindi ritengo fondamentale che Comune e Università dialoghino insieme sull'idea di città della conoscenza sulla base delle reciproche esigenze per trovare le soluzioni migliori.