Perché tre imprese trentine hanno rinunciato a un appalto Itea da 10 milioni
Rifacimento delle Torri di Villazzano 3, con il "superbonus": undici richieste di offerta, per un progetto innovativo. Ma nessuna azienda ha accettato, e la presidente Itea: "Situazione che ho ereditato"
VILLAZZANO. Colpa dell'impennata dei costi delle materie prime? Colpa di capitolati non adeguati? O, più semplicemente, troppe richieste e aziende subissate di lavoro? Fatto è che per riqualificare le tre "torri pilota" di Villazzano Tre - le torri 9, 10 e 11 - nessuna impresa trentina si è detta disponibile: undici richieste di offerte inviate dall'amministratore del condominio, Luca Adami, e zero risultati. Progetto bloccato. Lavori rinviati.
Eppure il "Progetto Stardust" (predisposto dagli architetti di Campomarzio che nel 2018 hanno vinto il concorso di progettazione indetto da Itea spa) non solo è innovativo sul doppio fronte della riqualificazione energetica (tetti fotovoltaici, pompe di calore, pareti ventilate, monitoraggio costante dei consumi) ed architettonico-strutturale (inserimento paesaggistico e adeguamento-sbarrieramento ascensori).
È anche, sulla carta, un buon affare, perché mette in gioco 10.546.450,46 euro (al netto degli oneri per la sicurezza di 562 mila euro). Quello delle tre torri di Villazzano 3 non è l'unico cantiere rimasto al palo. C'è anche quello di Patrimonio del Trentino spa, l'immobiliare della Provincia di Trento, che attraverso l'Apac (Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti) ha cercato di affidare i lavori di realizzazione del nuovo palasport di Riva del Garda, in zona Baltera. Anche in questo caso, ditte che partecipano, hanno i numeri per ottenere l'appalto, ma alla fine preferiscono rinunciare. Per il palasport, l'importo a base di gara era 10.675.240,44 euro (di cui 162.573,23 per oneri non soggetti a ribasso).
Nel caso delle torri di Villazzano Tre, la situazione è particolare. Il progetto è stato seguito da Itea spa, proprietaria della quasi totalità dei 156 alloggi (sono una ventina i proprietari privati). Per poter accedere poi al "Superbonus 110" è stato però necessario procedere con la costituzione formale del condominio. Ed è stato quest'ultimo, attraverso l'amministratore, a gestire l'appalto. Nella sostanza, però, con un criterio simil "pubblico": da regolamento, bastava inviare il capitolato per raccogliere le offerte ad almeno sette imprese. Come detto, ci si è tenuti larghi: ne sono state invitate undici. Non è del tutto vero che non ci sia stato interesse.
Tre imprese hanno partecipato al sopralluogo. Una, Collini Lavori spa, ha messo per iscritto l'indicazione di modificare il progetto, proponendosi di "ingegnerizzare" il tutto.
Con quelle di Madonna Bianca, ci sono altre 11 torri da riqualificare. E tutte hanno avviato (o già realizzato) la diagnosi energetica per il "Superbonus 110". La situazione, per le tre "torri pilota", è complicata dal fatto che l'intervento beneficia di un contributo europeo di 1,97 milioni di euro nell'ambito del Programma Horizon 2020. E ciò vuol dire due cose: che non si può modificare più di tanto il progetto innovativo e che non c'è tempo da perdere.
Se non si procede in fretta, il contributo europeo rischia di svanire. Se e come modificarlo, se e come rifare la gara è oggetto di trattativa tra Itea e proprietari privati. I tecnici di Itea hanno stimato che, nonostante il rialzo dei prezzi, il capitolato aggiornato con il prezziario della Provincia, sarebbe ancora sostenibile. Intanto, però, le imprese non ci stanno e il cantiere non parte.Anche la gara per il Palasport della Baltera è datata 2018. Da allora, certo, i prezzi sono cambiati.
Qui i punteggi finali, tra offerta economica e offerta tecnica, hanno visto primeggiare l'ati guidata da Consorzio Stabile Alveare con 81 punti. Il primo classificato, alla verifica di alcune dichiarazioni, è stato però escluso. Quindi è stato chiesto al secondo, all'ati formata Consorzio Integra, Consorzio Lavoro Ambiente e Gruber srl (aveva proposto un ribasso del 7,707%), che però ha rifiutato. E la stessa cosa ha fatto il terzo classificato, il Consorzio Stabile Com, che invece aveva offerto uno sconto elevato: -26,986%. La trattativa, ora, è per affidare i lavori del nuovo palasport al quarto in graduatoria, l'ati formata Collini Lavori, Ediltione, Grisenti, Heliopolis Energy Management e Nerobutto. Un ripescaggio realistico, perché l'ati aveva proposto un ribasso solo del 3,853%, in grado quindi di tamponare l'effetto rialzo dei costi dei materiali registrato negli ultimi mesi.
«Con un appalto a parte» spiega l'ingegner Michele Maistri, direttore di Patrimonio del Trentino spa «abbiamo già realizzato gli scavi. Ora, contiamo di partire per settembre, ottobre. Ma, indubbiamente, mesi di ritardo ci sono stati. Può essere, certo, che la ragione della rinuncia dipenda dall'aumento di costi delle materie prime, problema generalizzato. Ma le ditte che hanno rinunciato non erano tenute a giustificarsi»
L'amarezza della presidente Itea.
Perché le ditte hanno rinunciato all’intervento sulle tre torri di Villazzano Tre? «Sono molto preoccupata per quello che è successo, anche se posso dire che è una situazione che ho ereditato» risponde Francesca Gerosa, da fine giugno nuova presidente di Itea spa «Credo ci siano più fattori. Primo: per il Superbonus 110, e non solo, le ditte edili sono oberate di richieste». Ma qui si tratta di oltre 10 milioni di appalto... «Infatti, è stata una doccia fredda. L’amministratore, affiancato da un consiglio di condominio formato da Itea e proprietari privati, aveva invitato 11 ditte, tutte trentine. C’è anche il timore, ragionevole, di alcuni proprietari che ci sia un aumento di prezzi, non coperto dal 110». Come intende procedere, ora, Itea? «Ho chiesto di poter incontrare i proprietari privati, per trovare una soluzione condivisa. Spero a breve. Entro settembre bisogna decidere. Altre torri, intanto, stanno raccogliendo le offerte. La riqualificazione è caldeggiata dalla Provincia». Si potrà rivedere il progetto? «Purché non sia messo in discussione il contenuto innovativo». Lei è agente immobiliare, conosce il settore... «Anche per questo sono preoccupata: c’è un aumento dei prezzi dei materiali e, inoltre, c’è mancanza di materiali». Un appalto troppo grosso per le “piccole” imprese trentine? «Il problema c’è, ma possono mettersi insieme, associarsi».