Trento / Il caso

Gardolo, l'incubo di dieci famiglie "chiuse" fuori casa

Resta solo un passaggio di mezzo metro per entrare nello stabile: una storia surreale sorta da uno scambio di lettere fra un privato e il Comune su una questione legata agli accessi dopo i lavori per una strada

di Giacomo Poletti

GARDOLO. Dieci famiglie rimaste da un giorno all'altro senza la possibilità di accedere alle proprie case se non attraversando uno stretto budello (circa 50 cm) a piedi, ma soprattutto senza più la possibilità di raggiungere in macchina i propri garage.

Ha dell'incredibile la vicenda in corso al condominio Verdena di via Monaco a Spini.

«Qui vive una ragazza incinta e una persona con disabilità; alcuni di noi hanno un'attività artigianale e gli attrezzi di lavoro in garage» spiegano i residenti. Basterebbero queste constatazioni per parlare di una storia surreale, esplosa dopo uno scambio di lettere fra un privato (rappresentato dallo StudioMe ) e il Comune su una questione legata agli accessi a seguito dei lavori per la bretella fra via Monaco e via Masadori, nata in primavera proprio a sud del condominio Verdena.

Intanto i residenti vittime della chiusura, che interessa appunto il caseggiato al civico 16 di via Monaco, spiegano: «Dal 6 luglio, dopo un preavviso di tre mesi con un cartello, una famiglia che dichiara di possedere questa striscia di terreno ha deciso di recintarlo totalmente, impedendo a noi di accedere ai garage condominiali. Ora si entra solo a piedi fra la recinzione e il contatore del gas attraverso un varco di 51 centimetri. Eppure ci risulta un diritto di passo regolarmente intavolato. Nessuno ci ha saputo difendere, nemmeno le forze dell'ordine chiamate sul posto durante l'installazione della rete che è stata piantata forando l'asfalto a pochi centimetri dalle tubazioni del gas».

Le famiglie si sono attivate presso un legale: una udienza per un condòmino di una seconda palazzina - la chiusura interessa infatti indirettamente anche un edificio vicino, dove i civici 10, 12 e 14 sono costretti a usare un accesso alternativo sterrato - è fissata per il 25 agosto, mentre il gruppo di abitanti del Verdena dovrà attendere fino all'8 settembre per un primo riscontro in tribunale.

Alla palazzina di fronte (civici 10, 12 e 14) dopo quindici giorni è stato garantito l'accesso alternativo usato dagli stessi proprietari del terreno recintato, a loro volta possessori di appartamenti e di alcuni fra i garage interclusi agli altri; ma l'accesso resta invece off limits, con tanto di cartelli di divieto appesi in ogni dove - per le dieci famiglie del civico 16.

«Dobbiamo parcheggiare in strada o sugli stalli creati dal Comune davanti alla palazzina».

Ma in strada c'è il divieto per alcuni veicoli: così un artigiano abitante del condominio ha pure preso una multa. Causa scatenante della questione pare sia la recente costruzione della bretella fra via Monaco e via Masadori, a pochi metri dall'edificio oggetto della contesa.

Secondo lo StudioME la nuova strada avrebbe modificato gli accessi privando di un ingresso regolare la palazzina demandando al Comune una soluzione; una ipotesi che il Comune rigetta attraverso una nota del Servizio Opere di urbanizzazione primaria, che ricorda come il punto di ingresso alla palazzina sia invece rimasto invariato a seguito dei lavori. «Noi vogliamo solo che l'accesso ai nostri garage sia ripristinato, e che un giudice possa stabilire quanto prima a chi spetta il ripristino della situazione precedente» rimarca un residente.

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