Cimitero di Trento, 44 salme da cremare «parcheggiate» in container frigo (anche da sette mesi)
Per il Comune è una «situazione di normalità», ma ora Filippo Degasperi interroga la Provincia: «riteniamo poco decoroso che vi siano salme bloccate da mesi a causa di inadempienze, e che poi si faccia pure finta di nulla»
TRENTO. Le salme esumate a partire dallo scorso marzo e non ancora inviate a Mantova per essere cremate, come previsto dalla normale procedura, sono oltre quaranta. Nonostante le rassicurazioni espresse nei giorni scorsi dall'amministrazione comunale, che, su richiesta dell'Adige, ha parlato di una situazione di normalità, da un nostro approfondimento è emerso come vi siano 44 salme esumate e in giacenza da tempo (in alcuni casi quasi sette mesi) nei container refrigerati collocati durante lo scorso inverno nel cimitero monumentale cittadino.
In undici casi si tratta dei resti di persone di cui i famigliari si interessano dall'inizio della procedura di esumazione, ma che non ricevono esatte informazioni sui tempi necessari per disporre delle ceneri.La questione è stata sollevata, dopo l'annuncio della possibile apertura del tempio crematorio di Trento entro il prossimo autunno, dal consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda civica), attraverso un'interrogazione depositata nei giorni scorsi.
Nell'istanza rivolta al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, si chiedono le ragioni del ritardo nella cremazione delle salme, che risultano conservate nei container. La vicenda, poi, è stata seguita da vicino da tutto il gruppo di Onda civica.
«E' evidente che vi è un intoppo nel normale funzionamento dell'attività del servizio - ha commentato la segretaria del movimento, Manuela Fusari - ma riteniamo poco decoroso che vi siano salme bloccate da mesi a causa di inadempienze, e che poi si faccia pure finta di nulla. Che siano reclamate o meno dalle famiglie, parliamo comunque dei resti di persone che devono essere trattati con il dovuto rispetto e non abbandonati in un container».
Dalle informazioni raccolte, l'inserimento delle salme all'interno dei container refrigerati è legata al fatto che, nella maggior parte dei casi, queste non risultano completamente decomposte e che, pertanto, non possono essere inserite nelle apposite cassette di zinco pensate per accogliere i resti mineralizzati.
«Può succedere che vi siano ritardi in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo - ha affermato lo stesso consigliere Degasperi - tuttavia non accettiamo risposte volutamente scorrette: si poteva lasciare riposare le salme inumate fino a quando non vi era la possibilità di inviarle a Mantova, oppure fino all'entrata in funzione del tempio crematorio cittadino, i cui lavori di costruzione sono stati ultimati a marzo scorso».
Proprio in relazione al completamento della struttura per le cremazioni, l'azienda responsabile dei lavori ha fatto sapere che, a differenza di quanto da noi riportato, l'opera è stata realizzata e consegnata nei tempi previsti. Dei ritardi, invece, si sono registrati nel completamento della sala del commiato laico, appaltata però ad un'altra ditta.