Mattarello, i contadini preoccupati per la circonvallazione ferroviaria che porterà loro via i terreni agricoli – VIDEO
Le organizzazioni agricole scendono in campo: «23 ettari interessati, ci sono aziende che andranno in crisi per un’opera di cui non si capisce l’utilità, e con tempi che non saranno quelli che dicono»
TRENTO. Il mondo contadino di Mattarello scende in campo contro la circonvallazione ferroviaria. O per lo meno contro l'incertezza che stanno vivendo aziende e cittadini.
Tra espropri (5 ettari) e occupazioni temporanee (10 ettari a Mattarello, 8 nella vicina Besenello) il prezzo da pagare in quel lembo di valle sarà alto.
Al momento nessuno ha avuto documenti ufficiali. «Ma tutti sono preoccupati, alcuni proprio spaventati. Con molti parlo ogni giorno» osserva il presidente della circoscrizione Alessandro Nicolli, diventato punto di riferimento di queste persone per forza. Perché ci sono cose da capire e valutazioni da fare. «Noi non li lasciamo soli. L'esigenza del mondo contadino è capire cosa accadrà per organizzarsi e capire come tutelarsi. C'è gente che ha fatto investimenti per rinnovare gli impianti e non li ha ancora ammortizzati, gente che sta per rinnovare gli impianti e non sa cosa fare - spiega Nicolli - ci sono aziende anche giovani molto penalizzate. Il problema è che hanno tutti saputo degli espropri ma non erano preparati, siamo allo sbaraglio. Ecco perché c'è paura».
Su tutti, la paura di non capire cosa accadrà. Per questo la Circoscrizione si è mossa ufficialmente con Coldiretti: «Li abbiamo contattati subito, non appena è stato presentato il progetto. Martedì (oggi, ndr) avremo un incontro. Poi contiamo di coinvolgere anche Confagricoltura».
Primo obiettivo: assicurare alle persone un'assistenza, anche tecnica.
E i contadini? Anche loro alzano la voce. È il gruppo 3P a scrivere, parlando di «opera molto aggressiva». «Coltiviamo e gestiamo un territorio forte ma allo stesso tempo fragile, basti pensare a tutte le fonti d'acqua che approvvigionano le falde e le sorgenti da cui attingiamo acqua per le nostre colture, sul tracciato ci sono censite all'incirca 220 fonti che molto probabilmente potrebbero essere perse bucando le montagne - scrive il gruppo 3P - Il nostro territorio è ormai da tempo aggredito da scelte di urbanizzazione irrazionale e non condivisa che non guarda ad un futuro sostenibile come si riempie la bocca la politica. Noi agricoltori abbiamo già fatto passi da gigante per un futuro sostenibile perché è dalla terra che produciamo cibo per la società ed è dalla terra che deriva il nostro reddito, se viene a mancare la terra viene a mancare il cibo e per noi il futuro».
Ricordano il problema espropri - le case in S. Martino e i terreni a Mattarello - Non crediamo che tutto si concluda entro il 2026 e nemmeno che sarà semplice come ci continuano a dire i responsabili del progetto. Premesso che in quest'opera non si riesce a riconoscere l'utilità, nonostante ciò, tutto questo si può evitare percorrendo il tracciato in destra Adige, così si risolve anche il nodo di Rovereto, con minori disagi per tutti».
IL VIDEO: COSA SUCCEDERA' A MATTARELLO